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Beta-hcg. Di cosa si tratta? Perché è importante il suo valore per comprendere l’andamento di una gravidanza fisiologica? E, soprattutto, perchè è un valore fondamentale dopo un transfer eseguito con un trattamento di PMA come FIVET e ICSI? Il dosaggio della beta-hCG (gonadotropina corionica umana) è uno dei test fondamentali per comprendere se una donna è effettivamente incinta e se la gestazione prosegue adeguatamente. Si tratta di un ormone che viene prodotto inizialmente dal trofoblasto (il tessuto cellulare che nutre l’embrione e dal quale si svilupperà la placenta. Rappresenta il principale indicatore biologico per confermare una gravidanza. Si misura dosandone le concentrazioni nel sangue materno. Ma quali sono i valori normali e di riferimento per una corretta interpretazione post transfer? Ecco tutto quello che occorre sapere al riguardo.

Beta-hcg, valori di riferimento ed interpretazione post transfer

Beta-hCG: cos’è questo ormone e a cosa serve

La beta-hCG è un ormone glicoproteico. Viene prodotto dalle cellule del trofoblasto subito dopo l’impianto dell’embrione in utero. Il suo compito principale è quello di stimolare il corpo luteo a produrre progesterone, essenziale per mantenere l’endometrio nelle condizioni ottimali e sostenere la gravidanza nelle prime fasi. La presenza e l’aumento dei livelli di beta-hCG nel sangue sono dunque indicatori fondamentali per confermare l’avvenuto impianto e monitorare la vitalità dell’embrione. I suoi valori – che hanno un picco nelle prime settimane di gestazione- possono variare nell’arco dei vari mesi. Interpretarli adeguatamente è importante per comprendere se tutto procede per il meglio.

Beta-hCG: valori normali e quando farla

I valori di beta-hCG variano a seconda dell’epoca gestazionale e – come è facile immaginare- possono differire da donna a donna, seppure in un range specifico. In generale, i valori di riferimento per le prime settimane di gravidanza sono:

  • 3-4 settimane: 9–130 mUI/ml
  • 4-5 settimane: 75–2.600 mUI/ml
  • 5-6 settimane: 850–20.800 mUI/ml
  • 6-7 settimane: 4.000–100.200 mUI/ml
  • 7-12 settimane: 11.500–289.000 mUI/ml

Sostanzialmente le beta-hCG in una gravidanza che procede bene dovrebbero raddoppiare i valori ogni 48-72 ore nelle prime settimane. Quando fare questa analisi? Dipende da diversi fattori, come il tipo di trattamento di fecondazione assistita a cui la donna si è sottoposta:

  • Inseminazione intrauterina (IUI): 15 giorni dopo
  • FIVET o ICSI: 12-14 giorni dopo il transfer di embrioni
  • Transfer di blastocisti (5° giorno): 10-12 giorni dopo

L’ansia, il desiderio di avere una risposta, soprattutto dopo un percorso di PMA, sono normali, ma non bisogna affrettare i tempi. È necessario seguire le indicazioni ed i consigli del centro di fertilità per evitare risultati fuorvianti dovuti a test effettuati troppo presto o anche troppo tardi.

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Beta-hCG: valori di riferimento dopo transfer

Dopo un transfer embrionale, i valori di beta-hCG possono variare in base ad alcuni fattori, come il tipo di embrione trasferito (fresco o blastocisti) e il momento dell’impianto. È possibile comunque inquadrarli nelle seguenti cifre di riferimento:

  • 10-12 giorni dopo il transfer: valori superiori a 25 mUI/ml indicano una gravidanza in corso
  • 14 giorni dopo il transfer: valori superiori a 50 mUI/ml sono considerati più affidabili per confermare la gravidanza

Va sottolineato: un singolo test non è considerato sufficiente. È importante monitorare l’andamento dei livelli nel tempo, con prelievi effettuati a distanza di 48-72 ore. Un aumento insufficiente delle concentrazioni di questo ormone può essere sinonimo di impianto tardivo, gravidanza extrauterina o aborto spontaneo precoce.

Beta-hCG: cosa significa quando i valori sono bassi o alti

Come interpretare quindi i livelli di Beta-hCG? Quando sono bassi ed inferiori a 5 mUI/ml non sussiste una gravidanza in atto. Tra 5 e 25 mUI/ml sono considerati borderline e richiedono un monitoraggio attento. In alcuni casi, possono essere associati a:

  • Impianto tardivo: l’embrione non si è annidato nell’endometrio nei tempi “fisiologici”, ritardando così la produzione di beta-hCG. La gravidanza può comunque evolvere normalmente. È importante seguire le indicazioni del proprio medico e ripetere l’analisi come consigliato, fino ad una conferma definitiva che offra maggiore serenità.
  • Gravidanza biochimica: è un tipo di aborto spontaneo molto precoce. Il test di gravidanza è positivo, le beta hanno valori iniziali buoni, ma poi crollano, poiché l’embrione non si sviluppa.
  • Gravidanza extrauterina: l’embrione si impianta al di fuori dell’utero, più comunemente nelle tube di Falloppio. In tali situazioni, i livelli di beta-hCG possono essere più bassi del previsto e non aumentano come dovrebbero.

Valori di beta-hCG alti, ovvero superiori alla norma possono invece indicare:

  • Gravidanza multipla: la presenza di più di un embrione può portare a livelli più elevati di beta-hCG.
  • Mola vescicolare: una forma anomala di gestazione in cui si sviluppano cisti al posto di un embrione.
  • Errori di calcolo: se la data del transfer è stata calcolata in modo sbagliato, i livelli di beta-hCG possono sembrare più alti del previsto.

Va ricordato: è sempre importante consultare il proprio medico per interpretare correttamente i risultati di un dosaggio di beta, al fine di pianificare eventuali ulteriori indagini, monitoraggi o interventi.

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