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Beta basse ed impianto tardivo? Sono termini che possono provocare ansia in chi sta cercando una gravidanza, magari anche dopo anni di tentativi, con un nuovo approccio di PMA. Eppure, le cose non sono sempre negative. Non di rado è assistito a beta hcg basse ma con gravidanza andata bene, a buon fine. Sono i casi di “impianto tardivo”. Il concepimento e la gestazione che segue sono processi molto complessi, legati a numerosi fattori biologici, ormonali e psicologici. Ecco tutto quello che occorre sapere al riguardo.

Beta basse impianto tardivo: può pregiudicare la gravidanza?

Quanto ci mette l’embrione ad attecchire?

Quanto ci mette l’embrione ad attecchire alle pareti uterine o – in caso di PMA- quando avviene l’impianto dopo il transfer di blastocisti? Uno degli aspetti più importanti per il successo della gravidanza è l’impianto dell’embrione nell’utero materno, che avviene normalmente tra il sesto e il decimo giorno dopo il concepimento. Tuttavia, in alcuni casi, questo evento può essere ritardato o difficoltoso, compromettendo il normale sviluppo dell’embrione e aumentando il rischio di aborto spontaneo o di altre complicazioni, seppur non sempre. Si parla quindi di impianto tardivo quando questo si realizza dopo il decimo giorno dal concepimento. Le cause possono essere diverse, come le seguenti:

  • Scarsa qualità dell’embrione, che può rallentare il suo movimento verso l’utero o la sua capacità di aderire e penetrare l’endometrio.
  • Anomalia dell’endometrio, che può rendere il tessuto meno recettivo o ostacolare l’annidamento dell’embrione.
  • Terapia ormonale o procreazione medicalmente assistita (PMA), che possono alterare il normale equilibrio ormonale e influenzare il tempo e le modalità dell’impianto.
  • Ovulazione tardiva, cioè quando la donna rilascia l’ovocita più tardi del previsto nel suo ciclo mestruale, spostando di conseguenza la data prevista del concepimento e dell’impianto. Ovvero in questo caso si tratta sostanzialmente di un errore di calcolo.

Un indicatore utile per monitorare l’andamento della gravidanza è il livello dell’ormone beta hCG (gonadotropina corionica umana), che viene prodotto dal trofoblasto, il tessuto che forma la placenta. L’impianto tardivo si riflette su questi valori che risultano più bassi del normale. Quando si fa un test di gravidanza questo inizialmente può risultare, cioè, negativo, nonostante poi la gestazione vada avanti.

Cosa sono le beta hCG e come funzionano

Le beta hCG sono ormoni, comunemente noti perché indicativi di una gravidanza, tanto da essere impiegati nei test. Si possono rilevare sia nelle urine che nel sangue. Quest’ultimo metodo è più sensibile, quindi è in grado di individuare una gestazione anche con livelli di beta basse. Le beta hCG hanno diverse funzioni nella gravidanza, tra cui:

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  • Stimolare la produzione di progesterone e di estrogeni da parte del corpo luteo, che sono fondamentali per mantenere l’endometrio e sostenere la gravidanza.
  • Favorire la vascolarizzazione e la nutrizione della placenta e dell’embrione.
  • Inibire la risposta immunitaria materna contro l’embrione, che è geneticamente diverso dalla madre.
  • Partecipare alla differenziazione dei tessuti embrionali e alla formazione degli organi.

Le beta hCG iniziano a essere prodotte dal trofoblasto – tessuto che caratterizza le fasi iniziali di formazione dell’embrione e che darà origine alla placenta- subito dopo l’impianto nell’utero e raggiungono il picco massimo tra l’ottava e la decima settimana di gestazione, per poi diminuire gradualmente fino al termine dei nove mesi.

Beta basse cosa significa e valori di riferimento

Il livello delle beta hCG varia da donna a donna e da gravidanza a gravidanza, in base a diversi fattori, come il numero di embrioni impiantati, la data del concepimento, la qualità dell’embrione, la presenza di eventuali patologie o anomalie. Non esiste quindi un livello assoluto e universale di beta hCG che indichi con certezza la normalità o l’anormalità della gravidanza, ma solo dei valori medi e approssimativi, che devono essere sempre interpretati in relazione al contesto clinico e al decorso temporale. In generale, si considerano beta basse quelle inferiori a 25 mUI/ml, che sono indicative di una gravidanza non in atto o di una gravidanza molto precoce, che potrebbe non essere ancora visibile con l’ecografia. Sotto i 5 mUI/ml, non sussiste gravidanza. Le beta basse possono avere diverse cause, tra cui:

  • Errore di calcolo della data del concepimento
  • Impianto tardivo dell’embrione, che ritarda la produzione di beta hCG e quindi il rilevamento della gravidanza.
  • Gravidanza extrauterina
  • Gravidanza biochimica, cioè quando l’embrione si impianta nell’utero ma non si sviluppa oltre le prime fasi, provocando un aborto spontaneo precoce, spesso confuso con un ritardo o una variazione del ciclo mestruale.
  • Gravidanza anembrionica, cioè quando l’embrione non si forma o si arresta nelle prime fasi, ma il trofoblasto continua a produrre beta hCG e a formare la placenta e la camera gestazionale, che possono essere visibili con l’ecografia.

Beta basse e PMA, impianto tardivo post transfer

Il trasferimento degli embrioni, detto anche transfer, può avvenire a diversi stadi di sviluppo embrionale, dal secondo al sesto giorno dopo la fecondazione. In genere, la moderna medicina riproduttiva tende ad impiegare anche embrioni al quarto o al quinto giorno, quando hanno raggiunto lo stadio di blastocisti, cioè una struttura a forma di palla con una cavità interna e due tipi di cellule: le cellule del trofoblasto, che daranno origine alla placenta, e le cellule dell’embrione vero e proprio. Il transfer di blastocisti ha maggiori possibilità di successo rispetto ad embrioni più giovani, ma in ambedue i casi si può assistere ad un impianto tardivo, con il conseguente rilevamento di beta basse. L’impianto tardivo post transfer si manifesta dunque con un livello di beta hCG più basso del normale al momento del test di gravidanza, che viene solitamente eseguito 10-14 giorni dopo il transfer. Questi valori possono dunque esserne un sintomo, oppure dipendere da altri fattori, come quelli sopra descritti. Per tale motivo, è importante non basarsi solo sul valore assoluto delle beta, ma anche sul loro incremento nel tempo e sulle eventuali ecografie che possono confermare la presenza e la vitalità di una gravidanza. Rivolgersi ad un centro qualificato come Raprui per tecniche di fecondazione assistita significa essere seguiti dall’inizio alla fine della gestazione con professionalità, con il supporto per ogni dubbio e situazione, comprese le beta basse.

 

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