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La crioconservazione dei gameti maschili permette all’uomo di utilizzare i propri spermatozoi in tutte quelle situazioni che possono mettere a rischio la sua fertilità anche solo temporaneamente (Chemioterapia, Radioterapia, Interventi chirurgici) offrendo alle coppie la possibilità di accedere successivamente a tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).

Come funziona la crioconservazione dei gameti maschili

Il metodo standard per la crioconservazione dei gameti maschili, da liquido seminale (dall’eiaculato) o da tessuto testicolare (da biopsia testicolare), prevede la conservazione in azoto (liquido o vapori) alla temperatura di -196°C mediante l’impiego di particolari sostanze non citotossiche, i crioprotettori, che tendono a ridurre i principali danni da crioconservazione, ovvero la formazione intracellulare di ghiaccio e lo stress osmotico. In generale è importante sottolineare che il processo di congelamento-scongelamento può portare fino ad una perdita del 50% della motilità degli spermatozoi.

I principali supporti per la crioconservazione dei gameti maschili sono:

  • Cryovials (cilindrii in plastica con tappo a vite)
  • “Paillettes”o cannucce in plastica
  • “HIGH SECURITY STRAWS”, paillettes ad alta sicurezza caratterizzate da una particolare resistenza meccanica a temperature criogeniche ed impermeabilità ai virus.

I supporti, prima del loro utilizzo, vengono appositamente etichettati con i dati anagrafici del paziente e il codice unico di riconoscimento. Questa fase della procedura è fondamentale per consentire una identificazione certa del materiale biologico crioconservato. A questo punto, il liquido seminale/tessuto testicolare viene collocato nei supporti appositi che vengono posizionati a loro volta all’interno del contenitore di azoto per lo stoccaggio, fino al momento dell’utilizzo. Poiché all’interno di uno stesso contenitore di azoto sono collocati campioni biologici appartenenti a pazienti diversi, è necessario che vengano effettuati prima della crioconservazione tutti gli esami ematochimici che possano escludere patologie virali in corso,come l’epatite o l’ HIV. In caso di pazienti infetti, verranno utilizzati contenitori di azoto dedicati allo stoccaggio di questo particolare materiale biologico, evitando in tal modo la contaminazione di campioni non infetti.

Crioconservazione dei gameti maschili: quali possibilità di sopravvivenza?

Le opportunità di sopravvivenza dopo lo scongelamento sono direttamente proporzionali alla qualità del campione crioconservato: i campioni di pazienti oligo-astenospermici (con pochi spermatozoi scarsamente mobili), hanno un tasso di sopravvivenza inferiore rispetto ai normospermici. Allo stesso modo gli spermatozoi epididimali e testicolari risentono maggiormente dei danni da crioconservazione rispetto agli spermatozoi dell’eiaculato. In quest’ultimo caso, il tessuto testicolare, recuperato secondo le differenti tecniche chirurgiche TESE (Testicular Sperm Extraction) e TESA (Testicular Sperm Aspiration), viene preferibilmente crioconservato integro (senza essere preventivamente sminuzzato) allo scopo di preservare maggiormente l’integrità degli spermatozoi.

Non esiste una di data scadenza degli spermatozoi crioconservati. Esiste invece la scadenza del periodo concordato per il mantenimento (generalmente annuale). Al termine di questo periodo o in qualunque momento durante lo stoccaggio sarà possibile:

  • Rinnovare l’accordo per un ulteriore anno;
  • Contattare il Centro per programmare un trattamento PMA;
  • Trasferire il materiale crioconservato presso un’altra sede;
  • Richiedere la distruzione del materiale crioconservato.
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