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Dopo il transfer embrionale quali sintomi possono suggerire l’impianto e dunque la gravidanza? In genere la certezza si ha dopo una decina di giorni quando si esegue il test, ma questo breve periodo nell’aspettativa genitoriale in un percorso di fecondazione assistita può sembrare un’eternità. Ecco allora quali possono essere i segnali positivi e come riconoscerli.

Dopo transfer sintomi positivi, come riconoscerli

Sintomi di gravidanza dopo il transfer embrionale

I sintomi dell’avvenuto impianto dopo il transfer di un embrione sono quelli tipici di una gravidanza, ovvero i seguenti:

  • Leggero spotting (o perdite da impianto)
  • Crampi (simili a quelli mestruali)
  • Tensione mammaria
  • Stanchezza
  • Nausea
  • Gonfiore
  • Perdite vaginali
  • Stimolo continuo ad urinare (minzione frequente)

Ovviamente non deve seguire un flusso di sangue abbondante che possa corrispondere ad un ciclo mestruale o ad un aborto spontaneo. La conferma deve arrivare sempre però dal test di gravidanza. Questo perché alcuni sintomi possono essere riconducibili anche ai farmaci ormonali che sono stati assunti per la procedura della fecondazione assistita: estrogeni e progesterone provocano gonfiore, dolore al seno e scarichi vaginali, molto comunemente.  Inoltre alcune donne invece non percepiscono sintomi, ma ciò non significa che l’annidamento non sia avvenuto: ogni caso è a se stante. Per riconoscere i segnali positivi è importante capire i meccanismi che sono alla base di ogni inizio gravidanza sia naturale che dovuta ad una fecondazione in vitro.

Spotting dopo transfer

Un leggero sanguinamento è spesso considerato il primo sintomo di una gravidanza: è infatti definito come “perdita da impianto” ed è dovuto alla rottura di alcuni piccoli vasi sanguigni nell’endometrio nel momento in cui l’embrione si annida nella parete uterina. Scompare nell’arco di 24-48 ore. Tuttavia è un evento frequente anche durante l’assunzione di alcuni farmaci ormonali come il progesterone che va assunto nelle due settimane successive al transfer per aiutare l’organismo a mantenere i corretti livelli ormonali necessari.

Lievi crampi dopo il transfer embrionale

Le cause possono essere diverse. Talvolta sono il segno dell’arrivo del flusso mestruale, così come di un attecchimento embrionale e dunque di una gravidanza, per azione del progesterone.  Ma i crampi sono un effetto collaterale comune anche a molte procedure pelviche, proprio come il transfer dell’embrione in utero.

Dolore al seno

E’ un altro dei campanelli d’allarme precoci di una gravidanza, ma anche in questo caso è dovuto agli ormoni e quindi può essere provocato dal progesterone prescritto ed assunto.

Stanchezza

Lo stesso vale per la sensazione di stanchezza cronica. E’ correlata alla gravidanza per l’impegno che supporta l’organismo nei cambiamenti necessari, ma anche in tal caso tutto è stimolato dal progesterone. E’ un effetto collaterale noto come la tensione mammaria.

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Nausea

La nausea mattutina tipica della gravidanza in genere si manifesta a partire dal secondo mese, quindi non è comunemente considerato un sintomo precoce. Alcune donne comunque possono svilupparla già dopo due settimane dall’annidamento dell’embrione. Può essere quindi normale, ma se è intensa e frequente e soprattutto abbinata al vomito è opportuno parlarne con il proprio ginecologo.

Gonfiore addominale dopo il transfer

Quando i livelli di progesterone aumentano, che si tratti di una gravidanza fisiologica o meno, o prima di un ciclo mestruale, il tratto digestivo subisce un rallentamento nella funzionalità. Ciò può comportare gonfiore e sensazione di pienezza.

Dopo transfer, le perdite vaginali

Un aumento delle perdite vaginali può essere il sintomo di una gravidanza: i fluidi in tal caso sono sottili, bianchi, con un odore particolare ma non intenso. Se il progesterone prescritto è somministrato per via vaginale questo può rappresentare un effetto collaterale: spesso però in questo caso è accompagnato da prurito, bruciore e cattivo odore, sintomo di un’infezione. Anche in tal caso occorre segnalare la cosa allo specialista.

Minzione frequente

Lo stimolo continuo a fare pipì e minzioni più abbondanti sono spesso sintomo di gravidanza. L’utero in crescita può premere sulla vescica, ma soprattutto a provocarli sono gli ormoni: progesterone e hCG. Se però la minzione frequente è accompagnata da bruciore, dolore, sanguinamento e/o febbre, occorre contattare il medico perché può essere in corso un’infezione delle vie urinarie.

 

 

 

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