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Ovodonazione

L’ovodonazione è una tecnica di fecondazione assistita che impiega gli spermatozoi del partner per fecondare ovuli di una donatrice esterna alla coppia.

È indicata principalmente in situazioni in cui la donna non è in grado di produrre ovuli: in caso di assenza congenita delle ovaie (es. Sindrome di Turner), assenza permanente dell’ovulazione per cause iatrogene (es. rimozione chirurgica,chemio-radioterapia), menopausa precoce.

Tale tecnica viene talvolta impiegata anche per la risoluzione di casi di poliabortività sine causa e per prevenire la trasmissione di una malattia genetica.

L’ovodonazione è eseguibile unicamente qualora sia accertata e certificata una patologia causa irreversibile di sterilità o infertilità. Possono far ricorso all’eterologa coniugi o conviventi di sesso diverso, maggiorenni, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi.

Verifica di accessibilità al trattamento di ovodonazione

Sia nel caso dell’ovodonazione che dell’eterologa maschile è previsto un percorso diagnostico preliminare per valutare l’accessibilità della coppia al trattamento, che prevede le seguenti fasi:

  • Verifica dello stato generale di salute di entrambi i partner;
  • Verifica di tutte quelle condizioni incompatibili con la somministrazione di una terapia ormonale per la donna;
  • Studio ed esclusione di condizioni cliniche della donna incompatibili con la gravidanza;
  • Valutazione di fattori predisponenti al mancato impianto o all’aumento delle possibilità di aborto;
  • Eventuale valutazione psicologica.

Accesso ed organizzazione del servizio di ovodonazione

La coppia si presenta per una consulenza di infertilità da cui emerge la necessità di una tecnica di fecondazione assistita eterologa e viene informata del fatto che Raprui non presenta donatrici reclutate internamente ma selezionate da altro Centro PMA con il quale è attivo un accordo di collaborazione;

1

Raprui contatta per mezzo di apposita modulistica il Centro inviante con il quale è stato precedentemente stabilito un accordo di collaborazione professionale richiedendo disponibilità di gameti da donatrice compatibile per una coppia infertile specifica e disponendone il trasferimento presso la propria sede operativa di Via Timavo 2 (sulla richiesta del paziente è specificato che gli ovociti richiesti servono per un uso personale);
2

Il Centro inviante conferma la disponibilità di una donatrice compatibile;
3

Il Centro inviante richiede a Raprui la conferma della disponibilità ad accettare il materiale richiesto dalla coppia, inviando un modulo apposito da compilare e rinviare firmato da un responsabile.

In alcuni casi la coppia ha già eseguito una tecnica eterologa – all’estero o in un altro Centro di PMA – ed esprime l’ intento di portare al Centro Raprui gli embrioni ottenuti. In tal caso:

1

La coppia contatta personalmente il Centro presso cui sono stoccati gli embrioni richiedendo e disponendo e autorizzando il trasferimento dei loro embrioni presso il Centro Raprui;
2

Il Centro di origine richiede a Raprui la conferma della disponibilità ad accettare il materiale richiesto dalla coppia, inviando un modulo apposito da compilare e rinviare firmato da un responsabile;
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Il Responsabile di Raprui richiede alla coppia la copia di tutti i documenti relativi al contatto con il centro inviante (autorizzazione al trasferimento).

Il trasporto del materiale biologico avviene per mezzo di corrieri specializzati appositamente contattati dal Centro inviante. Il materiale biologico viaggia correlata da relativa documentazione a supporto già concordata in precedenza nell’ambito dell’accordo di collaborazione professionale tra il centro inviante e Raprui.
Le spese di invio dei campioni biologici specificatamente richiesti saranno a carico di Raprui .
Il materiale che giunge presso la sede Raprui, dopo aver superato i controlli in ingresso che attestano la conformità del trasporto effettuato e che vengono riportati in apposito modulo, viene collocato nei criocontenitore della banca Raprui e registrato nel database del Centro (sezione Registro Congelati) e sugli appositi registri cartacei.

Donazione e approvvigionamento degli ovuli

Per l’approvvigionamento dei gameti femminili, RAPRUI si affida ad altri Centri PMA, che si impegnano a garantire la fornitura di ovociti e a rispettare specifici standard di qualità e sicurezza sulla base di accordi stabiliti.

Non è previsto che le donatrici vengano selezionate direttamente da Raprui.

In accordo alle normative, RAPRUI accetta dai centri di PMA esclusivamente materiale biologico di donatrici di cui il medesimo Centro avrà preventivamente valutato l’idoneità in base alle seguenti caratteristiche:

  • età compresa tra i 20 e 35 anni;
  • buono stato di salute;
  • assenza di anomalie genetiche note all’interno della famiglia (questo deve essere definito attraverso una accurata anamnesi genetica e mediante un questionario validato da genetisti);
  • la donatrice deve essere in grado di fornire notizie circa lo stato di salute di entrambi i genitori biologici (non deve essere adottata, né concepita a sua volta da donatore di gameti, né figlia di padre/madre non noto);
  • la donatrice deve essere in grado di intendere e di volere, in buone condizioni di salute psico-fisica e non presentare nell’anamnesi elementi che indirizzino verso malattie ereditarie e familiari;
  • è assente alla sua anamnesi storia di alcolismo tossicodipendenza o lavori che espongano a rischio di esposizione a radiazioni o a sostanze chimiche;
  • non ha dato più nati vivi di quanto previsto dalla normativa italiana.

Lo staff medico del Centro PMA raccoglie l’anamnesi personale e familiare della potenziale donatrice, riscontrando la presenza delle caratteristiche sopra riportate e valutando gli esiti di specifici esami clinici, infettivi e genetici.

La scelta della donatrice deve essere effettuata cercando di rispettare una compatibilità con la coppia che si sottopone al trattamento in termini di:

  • Caratteristiche fenotipiche: razza, colore degli occhi, colore dei capelli, altezza;
  • Caratteristiche biologiche: Gruppo sanguigno.

Non è possibile per i pazienti scegliere particolari caratteristiche fenotipiche del donatore, al fine di evitare illegittime selezioni eugenetiche.

Sono candidabili come donatrici:

  • donne che in modo spontaneo e altruistico decidono di donare i propri gameti e non si stanno sottoponendo ad un trattamento di fecondazione assistita a loro volta (avvertite preventivamente dei rischi);
  • donne che hanno congelato gameti in passato e non volendo utilizzarli decidono di donarli.

È garantito l’anonimato. I dati clinici del donatore potranno essere resi noti al personale sanitario solo in casi straordinari, per eventuali problemi medici della prole, ma in nessun caso alla coppia ricevente. Di conseguenza non è consentito impiegare ovuli di un familiare (es. sorella) o di una donatrice nota alla ricevente (es. amica).

Le cellule riproduttive di una medesima donatrice non potranno determinare più di 10 nascite. Tale limite può essere derogato nei casi in cui una coppia, che abbia già avuto un figlio tramite eterologa, intenda sottoporsi nuovamente a tale pratica utilizzando le cellule della medesima donatrice.

Non potrà esistere una retribuzione economica per i donatori, né potrà essere richiesto alla ricevente contributo alcuno per i gameti ricevuti. Non si escludono forme di incentivazione alla donazione di cellule riproduttive in analogia con quanto previsto per donazione di altre cellule.

Fasi del trattamento di ovodonazione

a) Induzione della crescita dello spessore endometriale mediante la somministrazione di appositi farmaci;
b) Controllo della risposta alla terapia mediante indagini ecografiche ed eventuali dosaggi ormonali seriati;
c) Preparazione del campione del liquido seminale del coniuge (o compagno) mediante adatte tecniche di capacitazione;
d) Fertilizzazione in vitro degli ovociti ricevuti in donazione, con gli spermatozoi del coniuge (o del compagno) in base alle norme vigenti (19 febbraio 2004, nr. 40 e Sentenza Corte Costituzionale 09 aprile 2014);
e) Trasferimento in utero degli embrioni derivanti dalla fecondazione.
f) Crioconservazione (vetrificazione) degli embrioni ottenuti in caso di:

  • insorgenza di gravi complicazioni di salute che rendono il trasferimento non eseguibile;
  • esubero di embrioni idonei al trasferimento.

Trattandosi di un trattamento effettuato utilizzando ovuli donati crioconservati o embrioni crioconservati derivanti da altre tecniche eterologhe eseguite in precedenza, non sarà necessaria alcuna sincronizzazione e la terapia ormonale per la preparazione dell’utero seguirà il ciclo mestruale della ricevente.

Generalmente consigliamo, nel caso in cui si tratti di un primo approccio a questo tipo di tecnica, di trasferire un massimo di 2 embrioni di qualità eccellente poiché nel 20% dei casi si instaura una gravidanza gemellare.

L’efficienza di questa tecnica, sulla base dei risultati ottenuti al Centro Raprui dopo i primi sei mesi di attività clinica (luglio 2014-dicembre 2014) è pari all’instaurarsi di una gravidanza clinica circa nel 65% dei casi con una possibilità di aborto del primo trimestre di circa il 15%. Nonostante la buona qualità degli ovuli impiegati contribuisca a minimizzare le problematiche embrionali, soprattutto di tipo genetico, è importante segnalare che le gravidanze ottenute con l’ovodonazione necessitano, come tutte le altre, di un percorso completo di diagnosi prenatale per la verifica delle condizioni di salute del nascituro.

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