Il transfer embrionale è uno dei momenti più importanti in un percorso di fecondazione assistita, l’ultimo passo verso il sogno di genitorialità. Questo avviene, nell’utero della futura mamma, il 3° o il 5° giorno dopo la fecondazione in vitro, attraverso una delicata procedura e porta con se tante speranze ed ansie. È normale che in tale contesto le coppie vivano tali emozioni e si domandino cosa occorra fare dopo, se è necessario un riposo, e per quanto tempo, nonché quali accortezze o comportamenti che migliorino le probabilità di impianto. Il “riposo post transfer” è una questione che lascia spesso incertezza. Talvolta si suggerisce un periodo di immobilità totale o comunque di attività limitata, ma altre si consiglia anche di tornare alla vita normale, per vivere il periodo fino al test di gravidanza con maggiore tranquillità. Qui tutte le risposte ai possibili dubbi al riguardo.
Transfer embrione: come avviene e cosa occorre sapere
Prima di parlare di riposo post transfer embrionale, è bene capire come si svolge il tutto. La fecondazione avviene in vitro, in provetta con la FIVET o tramite iniezione intracitoplasmatica con la ICSI. Poi si lascia l’embrione in coltura per 2-3 giorni o 5-6 (ovvero fino allo stadio di blastocisti). Tale tempistica, ovvero il grado di sviluppo, influenza le possibilità di impianto e di successo. Oggi si preferisce la blastocisti, ma ogni percorso di fecondazione assistita è a sé e occorre affidarsi alla scelta dello specialista per comprendere il momento giusto.
Il transfer è una procedura rapida, sostanzialmente indolore, che si effettua tramite guida ecografica, per inserire un piccolo tubicino per via vaginale fino all’utero e rilasciarvi l’embrione. Non serve un’anestesia totale. Spesso nei giorni precedenti viene prescritta alla donna una terapia ormonale a base di progesterone (o in alcuni protocolli estrogeni) per preparare e sostenere la fase luteinica e rendere l’endometrio maggiormente ricettivo. Dopo il transfer occorre attendere circa 10‑14 giorni, per effettuare il test di gravidanza, periodo necessario per lo sviluppo misurabile di adeguati livelli di beta‑hCG ed avere la conferma dell’avvenuto impianto e quindi dell’avvio della gestazione. È utile sottolineare questo aspetto. L’attecchimento dell’embrione all’endometrio richiede alcuni giorni, in cui possono svilupparsi dei sintomi particolari come crampi lievi, spotting o sensazione di tensione. È tendenzialmente tutto normale, non deve destare preoccupazione.
Riposo in gravidanza dopo transfer: per quanto tempo e perché
Dunque, il riposo in gravidanza dopo transfer serve o no? Se sì per quanto tempo va fatto ed in che modo? “Riposo” può significare molte cose diverse. Può essere assoluto, ad esempio, con totale immobilità a letto, evitando di stare seduti a lungo o di fare sforzi fisici significativi. Altresì può essere relativo, contemplando un’attività quotidiana leggera, come camminare, cucinare, lavorare sedute ad un desk, con esclusione di sforzi intensi, sollevamento di pesi quale la spesa, o la pratica dello sport. A seconda dei casi, tali limitazioni possono essere suggerite per poche ore immediatamente successive al transfer, per un paio di giorni o fino al test di gravidanza, quindi per circa due settimane. Le ragioni che inducono ad un riposo in questa fase, sia esso relativo o assoluto, sono le seguenti:
- permettere che l’embrione resti in posizione favorevole senza essere disturbato da contrazioni uterine, movimenti bruschi, pressioni addominali, ecc.;
- ridurre il rischio che la vescica molto piena, in piedi, provochi spinta sull’utero o contrazioni;
- minimizzare lo stress fisico e psicologico per la donna, favorire la calma e l’ottimizzazione delle condizioni generali (riposo, idratazione, buona alimentazione, evitare fatica).
Le evidenze scientifiche non confermano che il riposo prolungato migliori significativamente le probabilità di impianto. Ma ogni donna ed ogni caso è a sé stante e quindi è bene affidarsi ai consigli dello specialista in fertilità di riferimento.
Quando fare il test di gravidanza?
Di solito il test di gravidanza viene fatto dopo circa 10-14 giorni dal transfer o l’inizio della somministrazione di progesterone, con prelievo di sangue, finalizzato alla misurazione dei livelli di beta‑hCG. È fondamentale attenersi ai tempi indicati dal centro PMA: un test troppo precoce può dare falsi negativi. Se il risultato è positivo, ovvero il transfer è andato a buon fine e l’embrione si è annidato, il corpo luteo e/o la somministrazione di progesterone continuano a sostenere l’endometrio per un certo periodo di tempo. In questa fase, come per le gravidanze fisiologiche, si può tornare ad una vita normale, ma sempre evitando grandi sforzi, sport intensi, e sollevamento di pesi, almeno le prime settimane di gestazione. Il riposo assoluto, a meno che non sussistano particolari problematiche, non è necessario.
Riposo in gravidanza post transfer: dubbi comuni (e risposte) in questa fase delicata
In una fase così emotivamente intensa, è normale avere tanti dubbi. Ecco alcune frequenti domande che le coppie si pongono e le dovute risposte, oltre a quella del riposo:
- Spotting post transfer è pericoloso?
Solitamente è normale, dovuto al passaggio del catetere per l’inserimento dell’embrione, ai farmaci di preparazione dell’endometrio o allo stesso annidamento. - Crampi lievi o senso di trazione / fastidio addominale, sono normali?
Sì, dipendono da contrazioni fisiologiche, al progesterone, all’adattamento dell’endometrio. - Si possono avere rapporti intimi dopo il transfer?
In tal caso si suggerisce cautela almeno fino al test di gravidanza. - Si può viaggiare? In auto, treno o aereo?
Sostanzialmente tali attività non richiedono sforzi e sono quindi fattibili, ma molto dipende dallo stato di salute della paziente, dallo stress legato al viaggio, dalla comodità del trasporto. - Quando contattare il medico o il centro PMA, ovvero in quali casi preoccuparsi?
Alcuni sintomi meritano una attenzione specialistica! È il caso di perdite di sangue abbondante e/o che non cessano passate le 48 ore, dolore forte persistente, febbre.
In sintesi, immediatamente dopo la procedura del transfer embrionale un breve riposo è sempre consigliato: 15-30 minuti almeno in posizione distesa. Per il resto è preferibile essere prudenti ed evitare sforzi fino al test di gravidanza positivo. Tutto questo salvo diverse indicazioni dello specialista di PMA. La clinica Raprui garantisce alle coppie una consulenza a 360° ed un’attenzione costante a tutte le problematiche che possono svilupparsi durate tutto l’iter della fecondazione assistita, fino alla nascita del bambino. Qui tutti i contatti per un appuntamento.