Cos’è di preciso un esame per la riserva ovarica? Di sicuro se hai difficoltà ad avere un bambino hai sentito parlare di questa opzione diagnostica che si avvale di più metodiche possibili, solitamente alla base dei test per la fertilità femminile. Ecco di cosa si tratta, quando effettuarlo e cosa indica.
Riserva ovarica, che significa
Ogni donna nasce con un certo numero di follicoli nelle ovaie (un milione circa). Si tratta di piccolissime sacche piene di liquido contenenti ciascuna un ovulo, necessario al concepimento. E’ qui, al loro interno, che i gameti femminili si sviluppano. Nelle 2 ovaie ogni mese, grazie alla fisiologica azione degli ormoni, alcuni microscopici follicoli inizieranno a crescere, ma solo uno, definito come “dominante” riuscirà a raggiungere i circa 20 mm di diametro e l’adeguata maturità. A questo punto si aprirà e rilascerà il suo ovocita necessario all’ovulazione e dunque alla fecondazione da parte dello spermatozoo. Se questa non avviene verrà espulso dall’organismo in modo naturale. I follicoli ovarici non hanno capacità di riproduzione, quindi andranno via via esaurendosi nel corso della vita. Al momento del primo ciclo mestruale, nella pubertà il loro numero si è già più che dimezzato ed in media ne restano solo 400.000: il resto è stato assorbito dalle ovaie. Da questi si svilupperanno in media solo 300-500 ovociti fino allo stadio di ovuli e sono quelli che la donna ha a disposizione per il concepimento. Il numero dei follicoli comincia a diminuire drasticamente dopo i 35 anni, per arrivare a zero con la menopausa. Calcolare quanti follicoli ed ovociti sono presenti nelle ovaie di una donna in un determinato periodo della sua vita indica la riserva ovarica individuale. In pratica: il numero potenzialmente disponibile di ovuli per l’ovulazione.
Esame riserva ovarica come si fa
Esistono diverse metodologie per calcolare la riserva ovarica di una donna e spesso vengono usate insieme per avere un quadro della situazione migliore. I principali sono:
Ormone antimulleriano (AMH):
E’ prodotto dalle cellule dei singoli follicoli: più i suoi livelli sono alti e più ovuli avrà a disposizione potenzialmente una donna. Valori eccessivamente alti inoltre possono essere significativi di una Sindrome dell’Ovaio Policistico e quindi tale test, che si esegue con una semplice analisi del sangue, va fatto anche in caso di questo sospetto diagnostico, legato all’infertilità femminile. Si può fare in un qualunque momento del ciclo. Con l’invecchiamento della donna diminuisce il numero dei follicoli e dunque anche i livelli dell’AMH. Non si può prescindere dall’età nel valutarne i risultati. E’ considerato il più affidabile, specie se abbinato al monitoraggio follicolare.
Ormone follicolo-stimolante (FSH) ed estradiolo
I livelli di FSH vengono testati il secondo o terzo giorno del ciclo mestruale. Serve a valutare la funzionalità delle ovaie. Tale ormone supporta la maturazione del follicolo. Una sua concentrazione molto alta può significare una bassa riserva. Si accompagna spesso al test dell’estradiolo, un tipo di estrogeni particolarmente prezioso. Si eseguono entrambe con un’analisi del sangue.
Conta dei follicoli antrali
Si effettua con un’ecografia vaginale. I follicoli antrali -o a riposo- sono di piccolissime dimensioni (alle loro iniziali fasi di sviluppo): 2-8 millimetri. Sono visibili ecograficamente e quindi possono essere contati e valutati con esattezza. Rappresentano una stima delle uova immature potenzialmente utili all’ovulazione.
Questi test sono utili anche per predire i risultati di una fecondazione in vitro: se i follicoli sono pochi, in seguito alla stimolazione ovarica si svilupperanno meno ovociti e dunque meno ovuli da prelevare.
Esame riserva ovarica, quando eseguirlo e perché
In assenza di altre problematiche di infertilità di coppia la riserva ovarica è il parametro migliore per comprendere le possibilità di una gravidanza, sia in modo naturale che attraverso un percorso di fecondazione in vitro. Va sottolineato che rappresenta un valore numerico, quantitativo, e non qualitativo, quindi non può essere assunto come sicuro al 100% per un concepimento. La qualità degli ovociti e dunque degli ovuli non è ancora misurabile preventivamente. Di certo è noto che anche questa, come il numero, diminuisce con il passare degli anni e dunque tutto diventa più difficile. Resta comunque un parametro fondamentale in tutte le coppie infertili, a prescindere dall’età della donna e va rilevata con le prime indagini diagnostiche. Molti specialisti propongono l’utilità di uno screening generale sulle donne in tal senso, per renderle consapevoli della propria riserva ovarica ed aiutarle a scegliere al meglio il momento per avere un bambino. Può capitare a delle giovanissime ad esempio di avere una riserva ovarica ridotta senza saperlo ed andare così incontro ad una menopausa precoce. Questo esame infatti permette di calcolare in modo relativamente preciso quando la menopausa arriverà a prescindere dall’età che si ha quando lo si esegue. E’ utile per valutare una crioconservazione degli ovociti in determinati contesti (come nel caso di una paziente oncologica) ed altrettanto al momento di un percorso di fecondazione in vitro: può dare importanti informazioni sui possibili risultati di una stimolazione ovarica (pochi follicoli, meno ovuli da prelevare) ed aiutare a bilanciare la terapia ormonale del caso, anche per evitare una iperstimolazione.