Riconoscere il periodo fertile della donna è essenziale per le coppie che desiderano concepire un bambino. Capire quando avviene l’ovulazione – e quindi individuare il momento in cui le possibilità che gli spermatozoi riescano fecondare l’ovulo sono più alte – è fondamentale per massimizzare le chance di successo. I giorni che precedono e seguono l’ovulazione sono quelli in cui le possibilità di gravidanza sono maggiori ed è pertanto importante saper determinare quando avviene questo processo fisiologico.
Attenzione: se individuare correttamente il proprio periodo fertile può aumentare le possibilità di rimanere incinta, non è vero il contrario! Il calcolo dell’ovulazione non rappresenta in alcun modo un metodo contraccettivo, pertanto se volete evitare una gravidanza affidatevi ai profilattici o ai contraccettivi ormonali o intrauterini.
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Il ciclo ovulatorio e il ciclo mestruale: cosa succede a livello biologico?
Con il termine ciclo ovulatorio si indica la ciclica alternanza di eventi maturativi e degenerativi che coinvolgono il follicolo e l’ovulo. “Ciclo ovulatorio” non è sinonimo di “ciclo mestruale”, che riflette invece le variazioni della mucosa uterina in risposta agli ormoni ovarici ed è da esso dipendente e cronologicamente correlato.
Un ciclo medio dura circa 28 giorni, durante i quali possono essere individuate tre differenti fasi: proliferativa, ovulatoria e secretiva. Il tempo necessario per portare l’ovulo a completo sviluppo e rilascio è molto variabile. L’ovulazione, pertanto, non coincide sempre con il 14° giorno del ciclo, ma può essere anticipata o soprattutto protratta anche di diversi giorni.
Nella fase proliferativa un solo follicolo si sviluppa progressivamente fino a raggiungere la maturazione, producendo Estradiolo – un ormone che determina il sincrono sviluppo dell’endometrio, che si prepara ad accogliere l’eventuale embrione al momento dell’annidamento.
Nella fase ovulatoria, a seguito della liberazione da parte dell’ipofisi di una quantità massiva di ormone LH (picco dell’ LH), il follicolo si “apre” per rilasciare l’ovulo che verrà eventualmente fecondato. Questa fase rappresenta il periodo fertile della donna, durante il quale le possibilità che l’ovulo venga fecondato sono più alte. Ricordate che, poiché l’ovulo sopravvive circa 24 ore mentre gli spermatozoi hanno una vita molto più lunga, anche fino a 4 giorni, anche nei giorni immediatamente precedenti l’ovulazione le probabilità di una gravidanza sono massime
Dopo il rilascio dell’ovulo, il follicolo si trasforma in corpo luteo: si parla dunque di fase secretiva del ciclo. Questa struttura ha la funzione di produrre progesterone, un ormone essenziale per consentire l’attecchimento, cioè la completa e progressiva penetrazione dell’uovo fecondato nell’endometrio e per sostenere la prosecuzione della gravidanza.
Se l’ovulo non viene fecondato, entro una decina di giorni il corpo luteo cessa la produzione di progesterone e regredisce. La rapida caduta dei livelli di progesterone anticipa la fase mestruale, durante la quale le pareti dell’endometrio si sfaldano, dando origine al sanguinamento.
Ha quindi inizio un nuovo ciclo.
Individuare il periodo fertile con il calcolo dell’ovulazione funziona?
Così come tutte le donne sono diverse, tutti i cicli ovulatori sono diversi, non solo da persona a persona ma anche a seconda del periodo della vita. È pertanto impossibile stabilire con assoluta certezza quando avverrà l’ovulazione. Nel caso di cicli regolari di 28 giorni, in genere l’ovulazione coincide con il 14° giorno del ciclo, ma questa non è una regola assoluta: l’ovulazione può anticipare o – più comunemente – ritardare. Non tutte le donne con un ciclo regolare di 28 giorni, inoltre, ovulano al 14° giorno: alcune ovulano al 10°, altre al 17°, ad esempio, ed è impossibile stabilire quando avverrà l’ovulazione con un semplice calcolo matematico.
In alcuni casi, l’ovulazione può addirittura non manifestarsi affatto: si parla in questi casi di ciclo anovulatorio. Un ciclo mestruale regolare non può essere considerato un indice di una corretta ovulazione: la presenza della mestruazione ogni 28 giorni, infatti, non basta per essere sicuri che questa sia avvenuta.
I cicli anovulatori sono un fenomeno che diventa sempre più frequente con l’avanzare dell’età. Se in una donna nel pieno della fertilità (fino ai 35-37 anni) generalmente il ciclo mestruale coincide con quello ovulatorio, con il progressivo esaurirsi della riserva ovarica i cicli realmente ovulatori tendono a diminuire ed è impossibile capire se si sia ovulato o meno facendo riferimento esclusivamente alla comparsa della mestruazione.
Il calcolo del periodo fertile basato sui giorni del calendario o sulle apposite app, quindi, non è un metodo completamente affidabile se si è alla ricerca di una gravidanza. E, ripetiamolo ancora una volta, non lo è in assoluto se si cerca di evitarla!
L’ovulazione, però, comporta una serie di cambiamenti sul corpo femminile, che è possibile monitorare per individuarla: scopriamo insieme quali sono.
Come individuare l’ovulazione e il periodo fertile
1. Conoscere il proprio corpo
È fondamentale imparare a riconoscere i segnali del corpo per individuare il periodo fertile: al momento dell’ovulazione, in alcuni casi è possibile sentire tensione o crampi al basso ventre quando l’ovulo viene rilasciato. Nei giorni precedenti, inoltre, le perdite vaginali assumono la consistenza simile a quella del bianco d’uovo, mentre la cervice sarà più alta e morbida, pronta per accogliere il seme.
2. Misurare la temperatura basale
Dopo l’ovulazione, normalmente la temperatura basale aumenta tra 0,25° e 0,45°. Le variazioni nella temperatura basale, quindi, possono aiutare a capire se l’ovulazione è avvenuta o meno e se si è quindi nel periodo fertile. Individuarle, però, richiede un’attenta fase preparatoria. È necessario, infatti, capire qual è la propria temperatura basale e come cambia nel corso del ciclo. Per ottenere dei risultati significativi, è fondamentale misurare la temperatura basale ogni mattina appena sveglie prima di fare qualsiasi attività per qualche mese, in modo da capire lo schema del proprio ciclo.
3. Fare uno stick di ovulazione
L’ovulazione può essere monitorata anche grazie agli stick che si trovano comunemente nei supermercati o in farmacia, in genere in confezioni multiple. I test devono essere effettuati nei giorni precedenti a quello individuato come il più probabile per l’ovulazione e vanno ripetuti finché non si ottiene un risultato positivo.
L’utilizzo è molto semplice: basta fare pipì per qualche secondo sullo stick, se le due linee colorate hanno la stessa intensità, l’ovulazione dovrebbe avvenire al massimo nel giro di 24-36 ore (o anche il giorno stesso del test).
4. Monitoraggio dell’ovulazione
Il monitoraggio dell’ovulazione viene effettuato dal ginecologo e consiste in una serie di ecografie a distanza di pochi giorni una dall’altra al fine di individuare i giorni di massima fertilità della donna. Viene effettuato anche anche per pianificare terapie che possano migliorare la qualità ovocitaria e permette di analizzare i follicoli antrali e di individuare il periodo fertile e l’ovulazione osservando le dimensioni del follicolo dominante. Rivolgetevi al vostro medico o a un centro specializzato per avere informazioni su questa metodica diagnostica.
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