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Cos’è la fase luteale? Come incide sulla possibilità di avere un bambino e perché? Conoscere bene il proprio corpo e nello specifico l’apparato riproduttivo può aiutare ad individuare il periodo fertile con maggiore facilità e a scoprire precocemente eventuali disturbi. Ciò vale in particolare per quel periodo del ciclo mestruale definito fase luteale. Ecco perché.

Fase luteale: cos’è, quanto dura, che funzione ha per la procreazione

Fase luteale, cos’è

L’apparato riproduttivo femminile è strettamente regolato dal sistema endocrino e dalla sua capacità di produrre ormoni. Questi sono infatti fondamentali, nel loro sofisticato equilibrio fisiologico, per un concepimento in quanto determinano il ciclo mestruale deputato allo sviluppo, maturazione e rilascio di ovociti. In tal senso il ciclo mestruale può essere suddiviso in tre fasi distinte:

  1. Fase mestruale (va dalla comparsa delle perdite ematiche fino all’ovulazione)
  2. Fase proliferativa (è caratterizzata dalla maturazione dei follicoli stimolata dall’ormone FSH)
  3. Fase luteale: è la terza e coincide con lo sviluppo del corpo luteo, una ghiandola endocrina che ha il compito di produrre progesterone in grandi quantità ed in minima parte anche estrogeni; va dal momento dell’ovulazione fino alle successive mestruazioni; il progesterone è fondamentale alla preparazione dell’utero all’impianto dell’embrione ed ha numerosi altri compiti. Se il concepimento non arriva il corpo luteo regredisce nell’arco di 2 settimane da solo in modo naturale e così la sua produzione ormonale.

 

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Fase luteale, come incide sulla procreazione

Il corpo luteo si sviluppa da un follicolo ovarico in seguito al rilascio di un ovocita durante l’ovulazione. Il suo obiettivo primario è quello di produrre progesterone per preparare l’endometrio (la mucosa interna dell’utero) all’attecchimento di un eventuale embrione. In più innalza la temperatura corporea basale (sinonimo di finestra fertile) creando così un ambiente più idoneo allo sviluppo dello stesso. In caso di fecondazione inoltre il progesterone ha il compito di impedire la maturazione di nuovi follicoli durante la gravidanza (da qui l’assenza di flusso mestruale), sostiene la gravidanza ed il feto nella sua crescita in quanto stimola le ghiandole endometriali a produrre sostanze nutritive per il feto, previene contrazioni uterine ed avvia lo sviluppo del tessuto mammario in vista dell’allattamento. Nelle prime settimane di gestazione è il corpo luteo a secernere principalmente questo ormone, poi in tale sua funzione viene sostituito dalla placenta. E’ chiaro dunque come un difetto della fase luteale possa influire sulla fertilità di una donna. Se nonostante vari tentativi non si riesce ad ottenere una gravidanza o a portarla avanti è opportuno rivolgersi ad un centro specializzato, al fine di effettuare una diagnosi ed avviare una terapia che solitamente è farmacologica (ormoni o citrato di clomifene). In alcuni casi è utile anche rivolgersi a percorsi di PMA.

Fase luteale, quanto dura

La durata della fase luteale varia da donna a donna essendo correlata al ciclo mestruale. In media quindi in assenza di disturbi in tal senso permane per circa 2 settimane. Poi se non c’è fecondazione dell’ovocita regredisce totalmente (luteolisi), fino alla nuova mestruazione. In caso di concepimento invece il corpo luteo evolve e si trasforma in corpo luteo gravidico stimolato dalla gonadotropina corionica (HCG). Dopo circa 8 settimane il suo compito di produttore di progesterone verrà sostituito dalla placenta. Fisiologicamente quindi anche in questo caso inizierà a regredire, ma non scomparirà del tutto fino al momento del parto.

 

 

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