L’astenospermia o astenozoospermia è una condizione che provoca infertilità maschile in quanto è caratterizzata da spermatozoi con scarsa motilità. Spesso se ne prende consapevolezza solo quando si vuole avere un figlio e la gravidanza non arriva. A seconda dei casi comunque ci sono delle possibili soluzioni per raggiungere l’obiettivo.
Astenospermia ed infertilità maschile
Il termine astenospermia deriva dal greco e significa letteralmente mancanza di forza (a-stenos) del seme (sperma). In medicina indica un’anomalia del liquido seminale in cui la concentrazione di spermatozoi mobili è inferiore al 40% del totale (OMS). La motilità è fondamentale per permettere al gamete maschile di penetrare l’ovulo femminile e fecondarlo. Da qui la difficoltà o l’impossibilità ad avere un concepimento in modo naturale.
Astenospermia, le cause
Non è ancora stata identificata una causa specifica per l’astenozoospermia, tuttavia è ben chiaro come sia correlata a determinate condizioni di salute e fattori di rischio che possono influenzare la spermatogenesi, come i seguenti:
- Varicocele: è tra i riscontri più frequenti
- Infiammazioni del dotto spermatico o di altri organi dell’apparato riproduttivo (ad esempio l’orchite)
- Infezioni come la gonorrea o la clamidia
- Anomalie cromosomiche: possono influenzare sia la quantità che la motilità degli spermatozoi
- Farmaci ed altre terapie oncologiche
- Fattori autoimmuni: l’organismo può creare degli anticorpi antispermatozoi che ne possono ostacolare l’attività in diversi modi, compresa la motilità
- Febbre
- Esposizione ad agenti tossici
- Stile di vita (tabagismo, uso di alcol e sostanze stupefacenti, ma anche alcune attività come cavalcare possono creare traumi capaci di indurre un’astenozoospermia).
L’astenospermia può essere anche correlata ad altre anomalie della qualità dello sperma come la teratozoospermia e l’oligospermia.
Astenozoospermia, come si fa la diagnosi
Il primo step per l’analisi del liquido seminale è lo spermiogramma che serve a valutare sia la quantità che la qualità degli spermatozoi. Nello specifico si stabilisce una percentuale di gameti con motilità progressiva, una per quelli motili ma non progressivi (ovvero che si muovono ma non adeguatamente allo scopo) e una di spermatozoi immotili. Si diagnostica quindi una astenozoospermia quando si hanno valori inferiori al 40% dello sperma mobile (progressivo e non progressivo) o inferiori al 32% dello sperma con motilità progressiva. Lo spermiogramma in genere va ripetuto a distanza di 60-90 giorni per avere una conferma diagnostica. Tuttavia oltre a questo test standard esiste anche una metodica innovativa per la valutazione morfologica del liquido seminale nota come MSOME (Motile Sperm Organellar Morphology Examination), che consente la rilevazione di caratteristiche più specifiche degli spermatozoi grazie ad un sistema ad alto ingrandimento (6600x).
Astenospermia, quali soluzioni per avere un bambino?
Tutto dipende dalla causa e dal grado di severità della condizione, ma in generale non esistono rimedi naturali risolutivi. Occorre rivolgersi ad un centro per la fertilità qualificato che possa – dopo un’accurata diagnosi – individuare l’iter giusto. Alcuni accorgimenti e modifiche nello stile di vita possono aiutare, mentre in particolari situazioni un miglioramento si può avere grazie a terapie farmacologiche. Tuttavia spesso la strada da percorrere è quella della fecondazione in vitro (FIVET) con o senza ICSI (Intracytoplasmic Sperm Injection). L’inseminazione intrauterina o IVI è in genere controindicata in caso di astenozoospermia. L’ICSI nello specifico si tende ad usare nelle situazioni più gravi: è il professionista embriologo che inserisce lo spermatozoo selezionato all’interno dell’ovulo, grazie ad una sofisticata tecnologia. In situazioni ancora più complesse è possibile rivolgersi alla fecondazione eterologa, accettando cioè il gamete maschile da un donatore.