Stavamo provando ad avere un bimbo da circa tre anni, avevamo visto diversi medici e fatto tante analisi ma la risposta era sempre che dovevamo fare i conti con una infertilità sine causa. Era il 2020, io avevo 36 anni e mio marito 38. Abbiamo così deciso di tentare con una IUI (inseminazione intrauterina) ma purtroppo c’è stata solo una gravidanza biochimica.
Tramite una amica che conoscevamo, che si era rivolta al centro RAPRUI, abbiamo incontrato subito la Dott.ssa Monica Antinori e vista la sua disponibilità e professionalità abbiamo deciso di tentare questo nuovo percorso. Siamo stati seguiti alla perfezione passo dopo passo, soprattutto dall’ostetrica Milena Fidelio che è stata veramente molto brava. Le analisi e le visite che avremmo dovuto fare lungo il percorso ci sono state spiegate con chiarezza e tutto si è svolto nei tempi prestabiliti.
Abbiamo cominciato il nostro percorso a febbraio 2023 e prevedeva una fecondazione con tecnica ICSI e diagnosi genetica pre-impianto. Questo in considerazione sia della precedente IUI andata in biochimica, ma anche dell’età e per l’assenza di evidenti cause di infertilità. Probabilmente il problema sorgeva durante la fase di sviluppo degli embrioni.
Con la stimolazione ormonale siamo riusciti a ottenere sei ovuli, quattro dei quali una volta fecondati sono arrivati a blastocisti. In seguito alla diagnosi preimpianto solo due di questi embrioni sono risultati geneticamente idonei. L’ansia cresceva ogni volta perché vedevamo questo numero diventare sempre più piccolo!!!
Ricordo che la Dottoressa Antinori però mi rassicurava sempre: “Non ti preoccupare, ne basta uno”. Ed effettivamente quello che abbiamo deciso di trasferire poco dopo ha portato a una splendida gravidanza. L’altro embrione è ancora crioconservato, in vista di un futuro nuovo tentativo.
La dottoressa Monica Antinori l’ho vista sempre preparata su tutto, dimostrando una grande professionalità. Nel nostro percorso abbiamo avuto modo di incontrare tanti medici ed era evidente quanto la dottoressa avesse sempre tutto sotto controllo dimostrando una perfetta competenza in materia.
Non abbiamo mai avuto la sensazione che andasse per tentativi, ha saputo individuare anche il momento esatto in cui andava trasferito l’embrione. Mi disse: “Prima facciamo il prelevamento dai follicoli e poi prepariamo l’endometrio, in modo da ottenere una situazione ottimale per poter accogliere l’embrione”. Ed è esattamente così che è andata.