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Un pickup vincente a ciclo spontaneo

Il percorso è cominciato quando avevo 31 anni. Sposata da poco, dopo 6-7 mesi di tentativi sia io che mio marito abbiamo iniziato a fare controlli ed esami seguiti dal ginecologo e da un genetista. Il risultato dell’ormone antimulleriano basso indicava già a quell’età una scarsa riserva ovarica.

Ci consigliarono di provare anche con la fecondazione assistita, per evitare di far passare troppo tempo. Il primo tentativo fu una intrauterina in un ospedale pubblico in Campania, non ci furono risultati e come da prassi siamo passati allo step successivo: stimolazione ovarica per tentare una fivet. Sono andata però in iperstimolazione ovarica, ricoverata d’urgenza con una miriade di follicoli che dovevano scoppiare e dolori lancinanti che non auguro a nessuno.

Quell’esperienza mi ha frenato molto e per un periodo abbiamo deciso di rinunciare. Dopo qualche anno ci siamo trasferiti a Roma e si è riaccesa l’idea di questa gravidanza. Tramite un’amica sono stata indirizzata al centro RAPRUI dal prof. Fabrizio Cerusico con cui ho preso subito appuntamento.

Diagnosi confermata e il percorso PMA è partito subito, ma con uno spirito e un approccio completamente differente. Sono stata trattata in maniera super gentile, con grande comprensione e attenzione perché la paura era tanta. In più, anche se avevo solo 34 anni, la mia riserva ovarica non mi concedeva molte speranze.

La stimolazione è stata eseguita con attenzione ai dosaggi, infatti non ho avuto problemi, ma siamo riusciti a prelevare solo un ovulo. È stata la Dottoressa Monica Antinori a suggerire di provare a fare un pickup anche su ciclo spontaneo, perché secondo lei nel mio caso si potevano ottenere maggiori risultati. Previsione centrata perché in questo modo riuscimmo a prelevare ben due ovuli che dopo la fecondazione si svilupparono anche meglio rispetto a quello prelevato con la stimolazione.

Tutti e tre gli ovuli fecondati sono stati congelati perché ci dissero che era meglio far passare qualche ciclo prima del transfer. Quando è arrivato il momento abbiamo deciso di impiantarne due e per fortuna uno è diventando nostro figlio!

La differenza l’ha fatta sicuramente la preparazione, la dottoressa Monica è una luminare, sa sempre cosa è meglio fare e la sua sicurezza ci ha dato tanta fiducia. Siamo stati seguiti in modo accurato da tutti, a partire dal dott. Cerusico e Stella, l’embriologa, erano tutti “sul pezzo” e disponibili.

Recentemente abbiamo anche provato a fare il bis, c’era ancora un ultimo embrione congelato che però era il meno bello tra quelli fecondati. La gravidanza c’è stata, mi sentivo miracolata, ma dopo qualche mese si è interrotta per assenza di battito. Eravamo consapevoli che l’embrione avrebbe potuto avere problemi nello sviluppo ma dovevamo tentare. Ma riproveremo qui alla RAPRUI, perché siamo ancora giovani e la scarsa riserva ovarica non ci concede tanto tempo per pensarci.