Sono 14 anni che io e mio marito siamo sposati. Sinceramente non avevamo mai pensato di rivolgerci a un centro di fertilità, non avevamo mai fatto niente né consultato nessun dottore. Io avevo un po’ sofferto per alcuni problemini di cisti, ero stata operata 2 volte negli anni, ma poi non abbiamo mai approfondito il perché non riuscissi a rimanere incinta, fino a quando una mia amica che ha fatto l’inseminazione da voi mi ha detto: “perché non vieni a farti una visita anche tu con la Dottoressa?”. Sono andata così, a farmi una semplice visita ginecologica di controllo, invece in quella visita mi si è aperto un mondo.
La Dottoressa Antinori mi ha fatto una buonissima impressione, è molto umana e ha trovato le parole giuste, quelle che nel mio cuore volevo sentirmi dire da qualcuno. Il tempo era poco, io avevo già 45 anni e quindi ho detto: “perché non provare e non darti una possibilità nella vita?”. Ne ho parlato con mio marito, che all’inizio tentava di farmi cambiare idea, non perché non volesse ma perché aveva paura, soprattutto del fatto che avrei sofferto se fosse andata male, poi siamo andati insieme e abbiamo iniziato questo cammino. È andata bene ed è nata una bella bambina, Stefania. Ora siamo super felici e un po’ ci mordiamo le mani perché non abbiamo provato prima, anche se io credo molto nel destino, magari il momento giusto era quello.
Io un po’ mi sento una “miracolata” perché mai e poi mai avrei immaginato che la prima volta che provavo potesse andare bene. È stata la mia caparbietà a farmi andare fino in fondo, ho detto: “nella vita una volta voglio provare, una volta nella vita mi devo dare una possibilità”. Per questo invoglio le mie amiche a fare come me, almeno parlare una volta con la Dottoressa, poi uno decide di fare il cammino che vuole.
Il percorso è lungo ed è pesante e ancora non siamo pronti a pensare che ci sia qualcosa che non va, in generale l’uomo spesso è più chiuso e portato a pensare che potrebbe essere colpa della donna, e non sempre è così. L’importante è aiutarsi a vicenda e darsi forza a vicenda.
Uno deve essere pronto a volerlo fare, se non si è pronti psicologicamente si hanno mille ansie, mille dubbi. Alla fine la forza se la dà la coppia, il marito dà coraggio alla moglie e viceversa. Bisogna essere molto uniti nella coppia, le altre persone possono aiutarti e sostenerti ma in fondo si è in due. Se la coppia è unita affronta qualsiasi problema insieme, se non si è uniti non penso che la donna possa farcela da sola senza il supporto del marito, perché è lui la persona che ti sta accanto e vive con te tutte le varie fasi e le varie emozioni, che in positivo o in negativo sono emozioni fortissime.
Di questo percorso non abbiamo messo al corrente le nostre famiglie finché non sono rimasta incinta. Avevo paura che mi potessero far cambiare idea, questo è ancora un discorso tabù che spaventa le persone, inizialmente l’abbiamo tenuto per noi, anche per non sentire negatività e rimanere positivi. Anche quando abbiamo dato la bella notizia mio padre è rimasto in ansia per tutto il tempo della gravidanza, solo quando è nata la bambina tutti hanno tirato un sospiro di sollievo, la bimba stava bene, tutto era andato bene, alla fine ce l’abbiamo fatta in tutti i sensi.
Io ho sempre desiderato i bambini, ma la vita è andata velocemente senza che mi soffermassi a pensare: “hai raggiunto una certa soglia d’età, che vuoi fare?”. Non ci avevo mai pensato, invece questo è stato il momento giusto, il luogo giusto. Io mi sono molto impegnata a voler provare e a voler andare fino in fondo, senza lasciare nulla di intentato per paura.
In fondo è un mondo da scoprire, non sai quello che ti succede psicologicamente, non sai cosa succede al tuo corpo, ti mette a dura prova. L’importante è essere convinti e volercela fare. Io sono partita positiva, tutte le persone vicino a me mi hanno dato tanta forza, per quanto mi hanno aiutato penso che la mia sia un po’ la bambina di tutti.
Certo, è bene che uno non si faccia troppe illusioni e parta con i piedi per terra: deve pensare: “sì, voglio che vada bene”, però deve mettere pure in conto che potrebbe andare male. C’è sempre qualcosa nel corpo che può andare male, siamo persone, non siamo macchine programmate in cui basta inserire il codice giusto e tutto va bene.
Io sono stata la prima a non essere mai andata a farmi controllare, alla mia età sarei dovuta andare a parlare con qualcuno già da molto tempo, perché evidentemente c’era qualcosa che non andava. Una sola volta sono rimasta incinta e ho perso il bambino dopo nemmeno due settimane. Il ginecologo mi ha detto di indagare, perché che non era necessariamente segno che ci fossero dei problemi e che sarei potuta rimanere incinta in futuro. Io però ho mollato, ho fatto i controlli di routine ma non ho approfondito e forse non l’avrei mai fatto se non fosse stato per la mia amica. Io avevo bisogno di una spinta, e quella spinta ha cambiato tutto. Io sono venuta a RAPRUI proprio per farmi una visita come un’altra. Invece è stato tutto uno scoprire solo cose positive e sono molto contenta di quello che ho fatto e, soprattutto del risultato. Sono molto felice e dico: “ahimé perché non sono andata prima?”.
Quando sono andata dalla Dottoressa erano già passati tre anni, mi ero un po’ lasciata andare. Da un lato le sue parole mi hanno fatto molto piacere, dall’altro mi hanno scosso, perché ormai ero abituata all’idea che nella mia vita non ci fossero bambini ed ero tranquilla così. Non è che uno se ne deve fare una malattia, se i figli non arrivano la vita va avanti. Anche se io ho sofferto tantissimo non me ne sono mai fatta un’ossessione, noi avevamo la nostra routine in due, le nostre abitudini, i nostri hobby. Per me è stato un vero e proprio scossone sentirmi dire quelle parole, ma in quel momento, mentre la Dottoressa parlava e spiegava, in me ho sentito qualcosa che volevo e dovevo fare.
Non so se avrei avuto il coraggio di ripeterlo se fosse andata male, ma se guardo il risultato lo rifarei altre cento volte. Poi ti dimentichi tutto, se qualcuno mi chiede come è iniziata nemmeno me lo ricordo, non è che ti ricordi quello che hai o non hai fatto, con il tempo tutto passa e ti dimentichi, anche i momenti più pesanti. Il risultato, quello finale, è quello che ti fa dire: “meno male che mi sono data una possibilità” e il frutto che abbiamo è la nostra piccolina. Io ogni giorno ringrazio Dio del dono che ci ha fatto. Si dice: “Aiutati che Dio ti aiuta”, io mi sono aiutata e sono stata aiutata. Se fossi rimasta a casa hai voglia ad aspettare, se non vai da nessuna parte come puoi essere aiutata?
Io sono stata molto contenta, lo sono ancora e continuerò a esserlo e parlerò sempre bene del centro RAPRUI, di come sono stati meravigliosi, cortesi, per tutto il percorso. Pur essendo lontani ho avuto sempre un bel trattamento, c’è stata molta intesa, mi sono trovata bene in tutti i sensi, con tutti i dottori e con tutte le persone con cui ho avuto a che fare nel vostro centro. Psicologicamente devi avere un supporto che ti aiuti a sperare e a pensare positivo.
Io spero che portino felicità a molte coppie, lo auguro di cuore. Io dico alle mie amiche: “dopo pochi mesi che provi se non succede nulla controllati perché potrebbe esserci qualcosa che non va, che magari si risolve con niente. Non fate come me, che arrivate quasi alla fine”.
Spero che testimonianze come la mia possano aiutare un’altra coppia, che magari non è convinta o che è spaventata, a decidere di fare almeno un consulto. Poi, secondo me, da quando uno prende il consulto, se la persona che ha davanti dà fiducia e dice le parole giuste che hai bisogno di sentirti dire, ti cambia totalmente la vita in un secondo.