A 29 anni per una salpingite ho subito l’asportazione di una tuba e a 35 ho perso anche l’altra a causa di una gravidanza extrauterina. La fecondazione assistita era l’unica alternativa possibile per riuscire a diventare mamma ma solo tre anni dopo ho deciso di provarci. Su consiglio del mio ginecologo siamo andati in un centro PMA e sono rimasta incinta al primo colpo. Pensavo di aver messo fine alle sofferenze e invece al sesto mese abbiamo perso il bambino.
Ci siamo rialzati subito e abbiamo fatto altri quattro tentativi di FIVET con transfer a fresco e da congelato, ma non siamo più riusciti a ottenere un positivo. Arrivati a questo punto avevo bisogno di cambiare aria, di sentire un centro nuovo, di vedere medici diversi, capire se le terapie che avevo fatto erano tutte quelle possibili oppure se c’era ancora la speranza di diventare genitori.
È stato proprio leggendo su facebook le testimonianze di ex pazienti della clinica RAPRUI che sono entrata in contatto con la Dottoressa Monica Antinori e il Prof. Cerusico. Ho preso appuntamento, portato tutta la documentazione medica anche di mio marito e dopo delle analisi approfondite siamo partiti con la stimolazione ormonale. Dall’analisi genetica pre-impianto è risultata solo una blastocisti idonea al transfer ma purtroppo non ha attecchito. Avendo già 41 anni volevamo riprovare subito ma il lockdown per il Covid ce l’ha impedito.
Abbiamo aspettato dei mesi, come è accaduto a tante altre coppie in Italia, e nell’estate del 2020 siamo potuti ripartire con una nuova stimolazione ottenendo sei blastocisti con tecnica IMSI che prevedeva una selezione speciale degli spermatozoi. La dottoressa però ci ha consigliato di crioconservarle e non fare il transfer a fresco perché il mio ovaio era leggermente ingrossato. Dopo un mese, quando tutto si è normalizzato, abbiamo fatto il transfer di due blastocisti ottenendo finalmente questa benedetta gravidanza!!!
Mi hanno seguito sempre con grandissima dolcezza senza tralasciare mai nulla, persino sull’alimentazione. Facevamo regolarmente tamponi vaginali per controllare che non ci fossero problemi. Mi colpì tantissimo quando una notte, alle undici di venerdì sera, dopo avergli segnalato delle perdite sospette, decisero di aprire la clinica apposta per farmi un monitoraggio d’emergenza. Quando vieni da un percorso così difficile ricevere certe attenzioni fa davvero la differenza.
Ora abbiamo altre blastocisti che ci aspettano e chissà se in futuro, sempre con l’aiuto di RAPRUI, potrà arrivare anche un fratellino o una sorellina… noi ce lo auguriamo.