Ci siamo sposati da giovani e solo dopo aver superato un’operazione alla tiroide ci siamo messi
alla ricerca di una gravidanza. A 28 anni, seguita dalla mia ginecologa di fiducia in Calabria sono
uscite fuori le prime problematiche: un ovaio policistico e un ciclo irregolare che non mi consentiva
di calcolare il mio periodo fertile.
La prima terapia fu con delle pillole per stimolare l’ovulazione ma la conseguenza fu negativa,
causò un’emorragia e dovetti correre al pronto soccorso. Gli accertamenti non ci portarono a
saperne di più e non ci furono risultati neanche dopo 3 anni di rapporti mirati.
Il medico dell’ospedale ci consigliò di andare in un centro PMA convenzionato in Basilicata. Nella
sala d’attesa di quel centro abbiamo conosciuto e ci siamo confrontati con tante coppie. Per la
prima volta pensai che non eravamo i soli a vivere questo dramma e che molti come noi non
sapevano perché non riuscivano ad avere figli.
Altri 4 anni persi in stimolazioni ormonali, inseminazioni intrauterine e medici che cambiavano… alla fine mi sono sentita dire che mi dovevo operare perché i farmaci, a causa del mio ovaio policistico, non facevano effetto. La botta psicologica è stata incredibile, non riuscivo ad andare a trovare le mie amiche che partorivano. Non era egoismo, proprio non ce la facevo.
Su consiglio di un’amica molto stretta abbiamo prenotato una visita a Roma, alla Raprui, anche se pensavamo che fosse una struttura fuori dalla nostra portata.
Ricordo le visite e le ecografie fatte con il prof. Fabrizio Cerusico e della tranquillità che mi
trasmetteva. Ricordo la professionalità della Dottoressa Antinori, e di tutti quanti gli altri nel venirci
incontro. C’era sempre una parola di conforto e di speranza che la soluzione si sarebbe trovata,
infatti con loro le cure hanno funzionato, mi monitoravano e aggiustavano i dosaggi dei farmaci.
Non al primo, ma al secondo tentativo con la fivet le beta hCG finalmente erano altissime. E
pensare che per la paura di un altro fallimento avevo mandato mio marito a ritirare i risultati
dell’esame. Quando l’ho visto scendere i gradini dell’ospedale aveva le lacrime agli occhi e non
sapevo cosa pensare, poi mi ha abbracciata e mi ha detto che ero incinta. Stavo svenendo
dall’emozione e in macchina piangevo come una bambina.
Nei giorni seguenti, dopo aver avuto delle perdite e dei dolori, per la paura siamo andati subito a
fare un controllo ecografico. Il battito per fortuna c’era, anzi… erano due! Gemelli! Era il giorno del
compleanno di mio marito, quale miglior regalo avrei potuto fargli se non avere questa
meravigliosa sorpresa. Da Raprui ci hanno davvero preso per mano e portati fino in fondo al nostro
sogno, un sogno diventato realtà.