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La forza che mi ha spinto a non mollare

Sono arrivata in Raprui nel 2016 e ci sono rimasta per tre anni, forte di una fiducia nella clinica grazie al caso di mia sorella: lei era stata in Raprui prima di me ed aveva avuto un miracolo; è infatti madre di due bambini.

Sono arrivata in Raprui a 40 anni, con miomi multipli all’interno e all’esterno dell’utero, dopo che molti altri ginecologi mi avevano detto che ero senza speranza e non avrei potuto avere figli. Sono andata avanti grazie alla forza che mi hanno infuso da Raprui.

Ho fatto due tentativi di inseminazione andati male, un intervento per dei polipi e poi un altro tentativo che non è andato bene.

A questo punto la Dottoressa Antinori mi ha consigliato di operare il mioma. Mi sono sottoposta all’operazione e ho atteso i 7 mesi di prassi prima di poter fare un altro tentativo. Proprio nel momento in cui ero pronta a ritentare ho dovuto rimandare e sottopormi ad un altro intervento perché un pezzetto del mioma era rimasto attaccato. Così mi sono operata di nuovo, grazie al grande sostegno ricevuto: oggi posso dirmi felice di non essermi arresa.

Nel febbraio 2019 facciamo il secondo tentativo di fecondazione assistita. Dopo poco Monica mi ha dato la bella notizia e non si sbagliava: sono rimasta incinta al primo tentativo! Hanno inserito due embrioni ed entrambi hanno attaccato, e così oggi sono la mamma di due splendidi gemelli, dopo una gravidanza perfetta. Io mi sono affidata totalmente a Raprui, anche per quanto riguarda la gravidanza ed in particolare al Dott Cerusico che mi ha seguita consigliandomi e confortandomi in tutte le fasi della gravidanza prescrivendomi anche una dieta preventiva contro il diabete gestazionale.

Mi sono fidata di loro dall’inizio alla fine perché non si sono mai sbagliati su niente.

Nonostante lo sconforto che c’è stato e tanto, soprattutto quando fai un altro tentativo e pensi che sia l’ultimo, quando ti fermi a convincerti che la famiglia siete solo tu e tuo marito, quando pensi di non andare ancora oltre per non rovinare il rapporto di coppia.

Però al mio fianco non avevo una Dottoressa, ma una vera e propria guida: quando avevo bisogno lei c’era e mi dava la forza che mi serviva, anche solo con un messaggio.

Quando mi chiedevano come avevo la forza, io rispondevo che la mia forza era sì il desiderio, ma che il desiderio senza il suo appoggio non sarebbe stato abbastanza. Ho un ricordo bellissimo di quei 3 anni e una stima profonda per tutti: per Maria, la segretaria, che è una persona splendida; per i medici; per Virginia, l’ostetrica; per Luca che mi ha seguito nella parte di analisi e controlli come un amico. E infine Monica, che io chiamo il mio angelo senza ali. Quando ci ripenso ho sempre le lacrime agli occhi e penso a loro come parte della mia famiglia.