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La diagnosi preimpianto ci ha dato una vera possibilità

Dopo una prima gravidanza, in cui era stata riscontrata la sindrome di Down, ci hanno consigliato di verificare il cariotipo e da lì si è scoperto che avevo una traslocazione. Abbiamo quindi iniziato un percorso di fecondazione assistita ma con diagnosi preimpianto.

A partire dai 29 anni ho fatto due cicli di stimolazione in due strutture private diverse. Le stimolazioni andavano bene, non avevo grossi problemi c’erano tanti ovociti: quattordici la prima volta, otto o nove nel secondo centro. Però in nessun caso si sono sviluppati embrioni. Non avevamo nulla su cui effettuare la diagnosi preimpianto.

Abbiamo cominciato a cercare delle alternative perché nel primo centro non facevano l’eterologa e nel secondo non mi avevano neanche avvisato che non si erano formate blastocisti, ma soprattutto ho scoperto dopo che non si occupavano di fare la diagnosi preimpianto, che era il motivo principale per cui mi ero rivolta a loro. Abbastanza grave, sia professionalmente che umanamente.

Ci abbiamo pensato tanto, l’eterologa non era nei nostri programmi, ma dati i risultati ottenuti nei precedenti centri davvero non restava altra strada da percorrere. Dopo tante ricerche abbiamo scelto la clinica RAPRUI e organizzato il primo incontro con la Dottoressa Monica Antinori. C’era la possibilità di fare subito la prima visita online per cui ne abbiamo approfittato, è stato comodo.

Dopo aver visto e studiato tutta la cartella clinica anche la Dottoressa ci ha confermato che l’unica possibilità l’avremmo avuta con l’eterologa. Il resto dei nostri esami clinici erano buoni per cui anche la fase dei primi controlli l’abbiamo superata senza problemi. Avevo 31 anni e cominciava il nostro terzo anno di ricerca di questa gravidanza.

Con gli ovociti donati è stato sicuramente diverso ma emotivamente avevamo tanta ansia del risultato, che non si sviluppasse nessun embrione. Anche se a distanza eravamo sempre in contatto con la clinica, in particolare con Luca Muscatello. Ci aggiornavano costantemente, sullo sviluppo, sugli esami da fare per preparare il transfer e a spiegarci con calma i risultati delle nostre analisi.

Risultavano sempre delle piccole infiammazioni ed abbiamo fatto una isteroscopia per accertarci che non ci fossero intoppi prima di fare il transfer. L’ha eseguita direttamente la Dottoressa Antinori, è stata brava, molto delicata. Anche il personale che lavora all’interno della clinica RAPRUI, sono tutti gentili e si vede che comunque fanno questo lavoro proprio con passione e cura.

Da 8 ovociti 4 sono diventati blastocisti, era la prima volta in vita nostra che potevamo sperare nel transfer. Dopo la diagnosi preimpianto è arrivata la certezza che si poteva procedere. La Dottoressa mi ha rassicurata in tutto, anche se è sempre stata chiara sul fatto che non si poteva garantire il risultato al primo colpo, ma che una buonissima probabilità c’era.

Scrivo questa testimonianza a distanza di un anno, la gravidanza è andata bene e quel primo e unico tentativo resta uno dei momenti più belli della mia vita, perché ha portato una nuova meraviglia nella nostra famiglia.

 

 

 

Foto di repertorio