Abbiamo iniziato a provare appena 27enne e nonostante fossi giovane non arrivava nessuna gravidanza. Su consiglio del ginecologo abbiamo fatto degli accertamenti, tutti con esiti positivi quindi nulla di strano. La voglia di avere un bambino però era tanta e abbiamo iniziato un percorso in un centro convenzionato di fecondazione assistita.
Tre pick-up e cinque transfer non sono bastati a farci avere neanche un positivo, le beta hCG non crescevano e niente è andato come speravamo. Degli amici ci avevano suggerito la clinica RAPRUI ma avevamo perso fiducia nella fecondazione assistita e volevamo provare con delle cure alternative.
Sotto la guida di un altro ginecologo abbiamo tentato una strada con sole cure antibiotiche e diete alimentali. Nulla di fatto. Poi abbiamo riprovato nuovamente con la FIVET per un ultimo tentativo in un centro convenzionato in Toscana.
In sette anni praticamente abbiamo girato completamente a vuoto. Dispiaceri su dispiaceri! Col senno di poi abbiamo fatto un grande errore: potevamo risparmiarci anni di cure farmacologiche completamente inutili che mi hanno portato in iperstimolo ben tre volte, di cui una con un ingrossamento delle ovaie di 12 cm per cui mi hanno salvata in ospedale.
Ormai 35enne, e con la pandemia in corso, ci decidiamo a contattare la dottoressa Monica Antinori e scopriamo che da RAPRUI l’approccio è completamente differente. Scrupolosi come non mai, diversamente dagli altri centri ti senti anche in famiglia.
La dottoressa voleva vederci chiaro, fare gli accertamenti necessari e affrontare il percorso con i tempi giusti, senza farci prendere dalla fretta. Per prima cosa mi diceva: “Devi stare bene prima tu”. Con loro ho prodotto il triplo degli ovociti senza andare in iperstimolo.
La dottoressa ha notato che la membrana attorno agli embrioni che producevo era particolarmente spessa (accade con le fecondazioni in vitro) e non favoriva l’attecchimento. Hanno usato quindi una tecnica particolare incidendo con il laser la membrana attorno all’embrione aumentando così le possibilità di sviluppo.
Al primo tentativo, solo un anno dopo la prima visita, hanno realizzato la gioia della nostra vita. La dottoressa, l’equipe, sono tutte persone meravigliose, non abbiamo altre parole.