Skip to main content

Così si può costruire una famiglia

Dopo 5 anni di matrimonio non era mai arrivata una gravidanza e abbiamo deciso di cominciare un percorso di fecondazione. All’epoca, nel 2014, avevo 32 anni e sono stata seguita in un centro nella mia regione. Peggio di così non potevo capitare. I preventivi alla fine non venivano mai rispettati, ma al di là dei costi aggiuntivi a mancare era l’umanità.

Inizialmente il problema era attribuito a mio marito, oltre a una scarsa motilità spermatica nel suo liquido seminale c’erano come degli anticorpi che ostacolavano la fecondazione naturale. Per superare questo problema bisognava ricorrere a una ICSI.

Quando si riferivano al nostro caso dicevano che era: “come costruire un palazzo senza mattoni”. Eravamo trattati come macchine e in mezzo a stimolazioni ormonali, prelievi ovocitari e transfer non c’erano spiegazioni. Dopo tre tentativi continuativi non capivano ancora come mai producevo solo 2-3 ovuli e mai di buona qualità. Sentendomi presa in giro ho cambiato centro, spostandomi di regione, ma la sentenza restò invariata: “scordati il tuo desiderio perché stai entrando precocemente anche in menopausa”.

Sono una persona combattiva ma tutto questo mi aveva messo a dura prova tanto da decidere di interrompere ogni tentativo. Nel 2017, a 35 anni, tramite una conoscente vengo indirizzata dal Prof. Fabrizio Cerusico del Centro RAPRUI per una consulenza.

Mi conferma la bassa riserva ovarica ma a rendere difficoltose le precedenti fecondazioni c’era anche un polipo, eliminato subito dalla Dott.ssa Monica Antinori con isteroscopia diagnostica presso la clinica RAPRUI di Roma.

Riacquistiamo così la fiducia e nel 2018 con mio marito ritentiamo l’omologa anche sapendo delle scarse possibilità di successo. Seguiti dal team RAPRUI con la stimolazione ottengo per la prima volta 8 ovociti e un segnale positivo, anche se purtroppo finisce in biochimica. Sotto mia responsabilità ritentiamo con l’impianto degli ultimi tre embrioni, precedentemente crioconservati, ma nulla.

A questo punto non resta che l’ovodonazione e subito al primo transfer, in piena pandemia, da RAPRUI finalmente arriva il miracolo che aspettavamo da anni. A differenza degli altri centri qui non ci hanno messo fretta, hanno studiato realmente il caso cercando l’obiettivo positivo. Ci siamo sentiti capiti, seguiti e accolti durante tutto il percorso e anche dopo la nascita; piccolezze che ci hanno dato una grande forza anche nei momenti più duri e fatto capire che si poteva ancora costruire la nostra famiglia.

 

 

Foto di repertorio