Lo spermiogramma rappresenta il primo e più comune esame per la diagnosi dell’infertilità maschile. Ma di cosa si tratta?
Attraverso questa tecnica diagnostica viene analizzato il liquido seminale al fine di esaminare il volume dell’eiaculato e le caratteristiche specifiche degli spermatozoi, tra cui concentrazione, morfologia e motilità.
I parametri di riferimento del liquido seminale “normale” sono individuati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e vengono aggiornati progressivamente: l’ultima revisione risale al 2010 con la quinta edizione del “Manuale di laboratorio WHO per l’analisi del liquido seminale”.
Vediamo insieme in cosa consiste questo esame, come è necessario prepararsi prima di effettuarlo e come leggere correttamente i risultati. Ovviamente, è opportuno effettuare l’esame seguendo le indicazioni di uno specialista, che potrà guidare il paziente sia nella fase pre-analitica che nell’interpretazione dei valori ottenuti, nonché consigliare eventuali approfondimenti diagnostici.
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Spermiogramma: come funziona l’esame e come prepararsi
L’esame consiste in un’analisi di laboratorio di un campione di liquido seminale, su cui viene preliminarmente effettuata una spermiocoltura – ovvero un esame microbiologico per individuare la presenza di eventuali batteri.
Il liquido seminale da analizzare deve essere raccolto tramite masturbazione in un apposito contenitore di plastica sterile, che generalmente viene fornito dal laboratorio assieme alle istruzioni per la raccolta: ricordate che non è possibile utilizzare il seme recuperato dopo un coitus interruptus o all’interno di un preservativo.
Prima della raccolta del campione, è importante astenersi da qualsiasi tipo di rapporto sessuale per un di minimo 2 e un massimo di 5 giorni. Nel caso in cui l’esame debba essere ripetuto più volte, è opportuno osservare sempre lo stesso periodo di astinenza al fine di ottenere risultati uniformi.
Per evitare possibili contaminazioni che potrebbero condizionare l’esito dell’esame, chi deve sottoporsi allo spermiogramma dovrebbe osservare i seguenti passaggi:
- Urinare;
- Lavare accuratamente mani e genitali con il sapone;
- Sciacquare accuratamente il sapone;
- Asciugare mani e genitali con un asciugamano monouso;
- Raccogliere il campione.
È importante raccogliere completamente l’eiaculato, facendo attenzione a eventuali perdite, in particolare della prima porzione che è la più ricca di spermatozoi. Il campione ottenuto deve essere conservato a temperatura ambiente – attenzione a non riporlo in frigo, al sole o vicino a fonti di calore: potrebbe causare uno shock termico! – e deve essere consegnato al laboratorio entro un’ora, avendo cura di non capovolgere o agitare il contenitore.
Il centro di PMA o il medico di riferimento potranno dare informazioni più precise e specifiche prima dell’esame, indicando le corrette modalità di raccolta e conservazione fino alla consegna al laboratorio. Nel caso il campione venga raccolto direttamente presso il centro o il laboratorio, al paziente per cui è richiesto lo spermiogramma verranno fornite indicazioni sulle opportune modalità di preparazione all’esame e sulla raccolta del campione.
Spermiogramma: come leggere i valori
Attraverso lo spermiogramma viene effettuata un’analisi del campione di liquido seminale sia a livello macroscopico che microscopico. Nel primo caso, i parametri analizzati sono il volume dell’eiaculato e la sua liquefazione, nonché caratteristiche come viscosità, colore e odore. L’analisi microscopica, invece, si concentra su concentrazione, motilità e morfologia degli spermatozoi.
Valori inferiori a quelli riportati in tabella indicano una fertilità ridotta, ma è importante ricordare che questo non implica necessariamente una definitiva incapacità di procreare. L’alterazione dei valori può essere stagionale – per questo l’esame deve essere ripetuto a distanza di almeno 3 mesi – e uno specialista può indicare eventuali trattamenti o procedure di PMA.
Nei caso in cui i valori si discostino da quelli di riferimento, è però opportuno approfondire l’indagine, poiché possono essere indicativi di condizioni patologiche che possono rappresentare altrettante cause di infertilità.
Se i valori alterati sono quelli della concentrazione degli spermatozoi, si parla di oligozoospermia (spermatozoi per millimetro inferiori a 15 milioni), una condizione che può essere moderata, media o severa a seconda nel numero di spermatozoi.
Anche l’astenozoospermia (alterazione della motilità degli spermatozoi) può essere classificata in moderata, media o severa, a seconda della percentuale di spermatozoi che rimangono mobili dopo un’ora.
Le alterazioni nella morfologia degli spermatozoi determinano la condizione di teratozoospermia; questa condizione può associarsi a una scarsa motilità: si parla allora di astenoteratozoospermia.
È possibile che nell’eiaculato non siano presenti spermatozoi: è il caso dei pazienti affetti da azoospermia, una patologia che non deve però essere confusa con la criptozoospermia. In questo caso, gli spermatozoi sono presenti ma non visibili nel campione e possono essere osservati solo dopo la centrifugazione in laboratorio.
Se gli spermatozoi sono presenti ma la maggior parte di loro è immobile si parla di necrozoospermia: in questi casi, è opportuno effettuare un cosiddetto “test di vitalità” per valutare li spermatozoi immobili apparentemente non vitali.
Non dimenticate che una lettura scorretta dell’esito di uno spermiogramma può determinare conclusioni errate sullo stato della capacità riproduttiva del paziente: per questo, è fondamentale che i valori ottenuti siano sempre valutati da uno specialista, che può interpretare correttamente i risultati e indicare l’opportuna strategia di intervento.
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