Anche le donne possono soffrire di varicocele. Nel loro caso si parla di varicocele pelvico femminile o sindrome da congestione pelvica. Di cosa si tratta? Quali sono i sintomi e le eventuali terapie? Può comportare alterazioni della fertilità? Scopriamolo insieme.
Varicocele pelvico femminile, cos’è
Con questa definizione si indica una tipologia di insufficienza venosa tipica dell’area pelvica. Più comunemente sono colpite le vene di entrambe le ovaie e quelle iliache interne che accolgono sangue di reflusso. Può essere mono o bilaterale. Di fatto si tratta di una dilatazione delle vene che si sviluppa nel basso addome, spesso coinvolgendo anche il perineo, l’inguine e le grandi labbra. E’ una patologia relativamente frequente (250.000 donne nel nostro Paese), ma è anche sottostimata: i suoi sintomi -quando presenti- sono sovrapponibili a quelli di altre patologie e quindi non sempre si arriva in tempo breve ad una diagnosi. E’ più comune nelle donne che hanno avuto più gravidanze e con età tra i 25 ed i 45 anni. Recenti studi scientifici stanno indagando sulla presenza di varicocele pelvico e l’infertilità: attualmente non ci sono certezze circa una diretta correlazione, ma spesso può essere un campanello d’allarme. Soprattutto degno di attenzione sembra essere l’alto numero di casi in coincidenza con la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), che come è noto può provocare difficoltà di concepimento.
Varicocele pelvico femminile, le cause
Il varicocele pelvico femminile può essere determinato da diversi fattori. Più comunemente si riscontra in donne in età fertile e/o che hanno avuto una o più gravidanze. Si ritiene che in questi casi le quantità alte di estrogeni in circolo possano determinare un’indebolimento delle pareti vascolari e vasodilatazione. Questo avviene in particolare e più facilmente in pazienti che hanno anomalie del sistema valvolare cardiaco, per cui il sangue non riesce a spostarsi adeguatamente e ristagna nelle vene, provocando congestione. La gestazione inoltre comporta cambiamenti della struttura pelvica (in preparazione del parto e per il peso del bambino e della placenta) che possono influire negativamente. Anche l’obesità può interferire allo stesso modo. Un’altra casistica è quella dovuta ad ostruzioni di varie origini, come la presenza di una cisti ovarica.
Varicocele pelvico femminile, i sintomi
In presenza di varicocele pelvico il sangue che dovrebbe essere pompato verso il cuore tende a ristagnare nelle vene del basso ventre e a dilatarle. Ciò induce una pressione nelle strutture circostanti come la vescica, l’intestino e gli organi riproduttivi. Il sintomo principale è un dolore costante, cronico, più o meno intenso a seconda dei casi che peggiora durante la gravidanza, quando si sta in piedi, si effettuano sollevamenti di pesi. Altri disturbi comuni sono:
- Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)
- Dismenorrea (dolore intenso in prossimità e durante il ciclo mestruale)
- Sanguinamento anomalo durante le mestruazioni
- Vene varicose intorno alle gambe, ai glutei e alla vulva
Correlati possono essere anche dolore alle anche, sindrome dell’intestino irritabile, sensazione di pesantezza alle gambe, incontinenza, emorroidi.
Solitamente la sintomatologia migliora da sdraiate. In alcuni casi il varicocele pelvico è asintomatico.
Varicocele pelvico femminile, le terapie
In genere vengono prescritti antidolorifici e terapie ormonali, ma non sono risolutivi. Alleviano semplicemente i sintomi. Una buona risoluzione la si ottiene invece con la cosiddetta scleroembolizzazione retrograda della vena pelvica. E’ una procedura chirurgica mininvasiva eseguita in anestesia locale. Si inietta tramite un sottilissimo catetere una sostanza sclerosante all’interno della vena ovarica dilatata, per occluderla. In questo modo cessa la compressione del fluido ematico, la funzionalità ovarica si ripristina immediatamente ed il volume dei vasi si ridimensiona nell’arco di poco tempo. Si esegue in day hospital ovvero senza la necessità di un ricovero ospedaliero, ma è importante rivolgersi ad un centro qualificato.