La translucenza nucale (TN) è un’ecografia che viene eseguita tra la 11a e la 13a settimana di gravidanza. L’obiettivo è quello di misurare la quantità di liquido che si trova nella parte posteriore del collo del neonato: un valore alto rappresenta un campanello d’allarme per alcune anomalie cromosomiche come la sindrome di Down o Trisomia 21. Sempre più diffusa è inoltre l’idea che questo test non invasivo possa indicare il sesso del nascituro, ovvero indicare precocemente se si tratterà di un maschio o una femmina. Cosa c’è di vero?
Translucenza nucale: a cosa serve e quando si fa
La TN è un esame non invasivo, ovvero non comporta rischi per la futura mamma o il bambino. È un’ecografia molto accurata ed importante, che rientra tra gli screening prenatali, poiché si esegue per valutare il rischio di anomalie cromosomiche, come la sindrome di Down, la sindrome di Edwards e la sindrome di Patau. Il test si fa solitamente tra la 11a e la 13a settimana di gravidanza, poiché in questo periodo il liquido nella parte posteriore del collo del feto, cioè nella nuca, è più visibile. Quando invece è indicata la translucenza nucale? Poiché si tratta di un’indagine diagnostica non invasiva può essere fatta da tutte le donne in gravidanza anche se è particolarmente consigliata ad alcune gestanti, ovvero a quelle con le seguenti caratteristiche:
- età pari o superiore ai 35 anni
- familiarità con anomalie cromosomiche
- precedenti aborti spontanei o parti prematuri
- hanno una gravidanza gemellare.
È parte integrante del cosiddetto “tri test” o “test combinato”, che comprende anche il dosaggio delle beta-HCG e della PAPP-A (proteina associata alla gravidanza). La TN può essere eseguita tramite un’ecografia addominale o vaginale, a seconda della posizione del feto e delle esigenze mediche. La sua affidabilità varia in base a diversi fattori, come l’esperienza dell’ecografista, ma in generale è considerata come un test di screening e quindi non offre una diagnosi definitiva, ma solo una valutazione del rischio. Se la misurazione della translucenza nucale esprime un valore superiore alla alla media, potrebbe essere necessario eseguire altri test a conferma come la villocentesi o l’amniocentesi, per ottenere una diagnosi definitiva.
Translucenza nucale: maschio o femmina?
Da qualche tempo online si sta diffondendo la notizia che questo test potrebbe indicare il sesso del bambino. Nello specifico durante l’ecografia della translucenza nucale, il medico esamina il feto in via di sviluppo per misurare lo spessore della zona della nuca, ma è possibile anche l’osservazione di altre caratteristiche anatomiche. Poiché le strutture genitali sono troppo piccole per essere visibili in modo chiaro durante questa fase precoce della gravidanza, le discussioni su vari siti internet – sempre più numerose e dettagliate- fanno riferimento ad altri aspetti morfologici. La teoria proposta, nota come “nub theory”, è basata sull’osservazione che i tubercoli genitali delle femmine tendono a essere più piccoli e a puntare verso il basso, mentre quelli dei maschi tendono a essere più grandi e a puntare verso l’alto. I tubercoli sono piccole protuberanze che si trovano all’estremità della linea genitale. In realtà non esiste alcuna prova scientifica di tutto ciò. O meglio, alcuni studi scientifici hanno dimostrato come la nub theory abbia un’accuratezza del 50% nell’identificare il sesso del nascituro: in pratica la stessa che fare testa o croce con una moneta! Inoltre, la translucenza nucale è un esame che viene eseguito per valutare il rischio di anomalie cromosomiche. Un aspetto molto più importante del genere del bimbo in arrivo: la determinazione del sesso del feto non è uno degli obiettivi di questo esame. Ne consegue che tutte le discussioni rintracciabili online al riguardo non sono affidabili. Le strutture genitali del feto in via di sviluppo sono ancora in evoluzione e non diventano chiaramente distinguibili fino a una fase più avanzata della gravidanza, generalmente dopo la 16ª settimana. Pertanto, qualsiasi affermazione al riguardo va considerata speculativa. Se si vuole conoscere il sesso del bambino è preferibile chiedere al proprio ginecologo di fiducia il metodo di individuazione migliore.
Maschio o femmina: quali altri modi per individuare il sesso del nascituro?
Per individuare il sesso del nascituro rimangono altri modi, sicuramente più accurati e comprovati scientificamente come i seguenti:
- Ecografia del secondo trimestre: si esegue tra la 18a e la 22a settimana di gravidanza; in questa fase di sviluppo fetale è già possibile identificare la morfologia dei genitali e quindi capire se nascerà un maschio o una femmina, aspetto che sarà sempre più chiaro ed evidente con il passare delle settimane.
- Test del DNA fetale o NIPT: è un esame che viene eseguito prelevando il DNA del futuro bambino dal sangue materno, ovvero con un semplice prelievo ematico, come quello per l’emocromo o la glicemia. Si può fare a partire dalla decima settimana di gestazione, preferibilmente dall’ 11esima, per avere maggiori concentrazioni in circolo e serve a valutare la presenza di anomalie cromosomiche. Questo esame può determinare il sesso del bambino con un’accuratezza del 100%.
- Amniocentesi: è un esame invasivo che viene eseguito prelevando del liquido amniotico dall’utero e determina il sesso del nascituro in modo inequivocabile. Poiché comporta un certo rischio di aborto, seppur minimo, vicino allo zero, si fa solo in determinate condizioni, ovvero per confermare la diagnosi di anomalie cromosomiche suggerita da altri test.