La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla che si trova alla base del collo. È tanto piccola quanto importante per gli ormoni che produce, tali da avere un forte impatto su numerose funzioni dell’organismo, come il metabolismo, la regolazione della temperatura corporea e la crescita, senza dimenticare l’influenza che ha sul sistema riproduttivo: le disfunzioni della tiroide come l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo, possono interferire con la fertilità, complicare il concepimento e influenzare il corso della gravidanza. Comprendere come questa ghiandola possa interferire sulla capacità di concepire un bambino e sul proseguo della gravidanza è essenziale per garantire la salute della madre e del bambino.
Ormoni tiroidei e correlazioni con la fertilità
Gli ormoni tiroidei, principalmente la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3), sono fondamentali per il corretto funzionamento del sistema riproduttivo femminile. Sono infatti in grado di influenzare direttamente l’ovulazione, il ciclo mestruale e la produzione di altri ormoni riproduttivi come gli estrogeni ed il progesterone. Un equilibrio ottimale tra T4, T3 e l’ormone stimolante la tiroide (TSH) è necessario per mantenere una normale funzione ovarica e un ciclo mestruale regolare. Cosa accade quando questo bilanciamento non sussiste? Avere una malattia della tiroide può dunque influire sulla fertilità, ma anche sull’eventuale percorso di PMA ed il completamente della gravidanza e la salute del bambino, poiché gli ormoni tiroidei triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), svolgono un ruolo essenziale nello sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto. Per tali motivi, chi ha già una diagnosi di patologie tiroidee dovrebbe essere monitorata costantemente durante tutta la gestazione e se invece si hanno sintomi o dubbi, senza la conferma è importante fare i dovuti controlli per escludere o confermare ed eventualmente curare queste condizioni.
Tiroide, concepimento e gravidanza: cosa occorre sapere
Dunque, la funzionalità della tiroide è fondamentale in un sistema riproduttivo femminile, per poter concepire un bimbo, portare avanti la gravidanza e metterlo al mondo sano. Per questo motivo, quando si è alla ricerca di un figlio è utile testare i dosaggi degli ormoni tiroidei: il TSH (Ormone Stimolante della Tiroide), il T3 e il T4. Quando si è in presenza di una patologia tiroidea si può andare incontro alle seguenti problematiche:
- avere un ciclo anovulatorio, ovvero in cui le ovaie non rilasciano ovociti da fecondare; per individuarlo esistono test per l’ovulazione da fare anche a casa, o specifiche analisi suggerite dagli specialisti. Per fortuna, diagnosi e trattamenti adeguati possono ridurre o curare del tutto il problema.
- avere difetti nella fase luteale del ciclo mestruale: se è troppo breve l’ovulo fecondato finisce per essere espulso con il sangue mestruale prima che abbia avuto il tempo di impiantarsi in utero. Tale anomalia può spesso essere identificata tracciando la temperatura corporea basale (BBT), ma più concretamente dosando anche i livelli di ormone follicolo-stimolante (FSH), ormone luteinizzante (LH) e progesterone. Una corretta diagnosi e trattamento della tiroide può risolvere i difetti della fase luteale in alcuni casi, ma in altri, il progesterone insufficiente, necessario per produrre un rivestimento uterino sano, può essere la causa diretta: l’integrazione di tale ormone potrebbe essere risolutiva.
- avere un rischio maggiore di iperprolattinemia: la prolattina è l’ormone responsabile della produzione di latte materno e, come è noto, quando una donna allatta, non rimane incinta, fino al cosiddetto capoparto: valori alti di questo ormone, infatti, sono correlati a cicli anovulatori e/o irregolari. Quando la tiroide non funziona correttamente, possono essere prodotti alti livelli di prolattina. Per risolvere, dopo una diagnosi, può bastare trattare la condizione tiroidea, o in alternativa impiegare farmaci specifici, come la bromocriptina o la cabergolina che possono aiutare a ridurre i livelli di prolattina e ripristinare i cicli e l’ovulazione alla normalità.
- Avere una perimenopausa e menopausa precoci: i primi disturbi possono verificarsi già intorno ai 30 anni ed un campanello d’allarme può essere proprio la difficoltà a concepire un bambino. In tali casi per una diagnosi precisa è utile dosare gli ormoni TSH, T3, T4. FSH, LH ed altri, analizzando anche la riserva ovarica.
Le donne con disfunzioni tiroidee possono quindi trovare difficoltà nel concepire un bambino oppure nel portare a termine una gravidanza. Va comunque sottolineato: si tratta di difficoltà e non di impossibilità, ma è sempre opportuno rivolgersi ad uno specialista.
Tiroide, concepimento, quali analisi fare?
Per valutare la funzionalità tiroidea in vista del concepimento, è importante eseguire alcuni esami specifici. Ecco quali sono i principali:
- TSH (Ormone Tireostimolante): è il test principale per valutare la funzionalità della tiroide. Un livello anomalo di TSH può indicare ipotiroidismo o ipertiroidismo.
- FT4 (Tiroxina Libera) e FT3 (Triiodotironina Libera): misurano i livelli degli ormoni tiroidei attivi nel sangue.
- Anticorpi Anti-Tiroide, ovvero gli anticorpi anti-tireoglobulina (anti-Tg) e anti-tireoperossidasi (anti-TPO) possono aiutare a diagnosticare malattie autoimmuni della tiroide, come la tiroidite di Hashimoto.
- Ecografia tiroidea: permette di valutare la struttura della tiroide e identificare eventuali noduli.
In caso di diagnosi già confermata di una condizione tiroidea è importante valutare i dosaggi ormonali anche nel corso della gravidanza.
Tiroide, Concepimento e Gravidanza: quali rischi?
Le donne con disfunzioni tiroidee non trattate affrontano diversi rischi durante il concepimento e la gravidanza. L’ipotiroidismo ad esempio, può portare a difficoltà nel concepimento a causa della mancanza di ovulazione e può causare complicazioni significative quando la gestazione arriva a termine, con ritardi nello sviluppo neurocognitivo del bambino, basso peso alla nascita e persino morte intrauterina. L’ipertiroidismo, d’altra parte, è associato a un rischio aumentato di ipertensione gestazionale, preeclampsia, e parto prematuro. La madre potrebbe anche sviluppare gravi problemi di salute, come una crisi tireotossica, una condizione potenzialmente letale caratterizzata da un eccessivo aumento degli ormoni tiroidei nel sangue. Il monitoraggio regolare e un trattamento tempestivo sono essenziali per minimizzare questi rischi e garantire una gravidanza sicura.
Tiroide e concepimento, a chi rivolgersi e perché
Le donne che stanno pianificando una gravidanza o che hanno difficoltà a concepire dovrebbero considerare di sottoporsi a un controllo della funzione tiroidea. È consigliabile rivolgersi a un endocrinologo, un medico specializzato nelle malattie endocrine, per valutare lo stato della tiroide e determinare se vi siano disfunzioni. In molti casi, un semplice esame del sangue può rivelare eventuali anomalie nei livelli di TSH, T4 e T3, permettendo al medico di prescrivere un trattamento adeguato. Questo può includere l’assunzione di levotiroxina per l’ipotiroidismo o farmaci antitiroidei per l’ipertiroidismo, insieme a un monitoraggio continuo durante la gravidanza. In casi più complessi, potrebbe essere necessario un approccio multidisciplinare, coinvolgendo ginecologi, ostetrici e altri specialisti per garantire la salute ottimale della madre e del bambino. Rivolgersi precocemente ad un centro per la fertilità qualificato come Raprui, può essere spesso la scelta migliore.