Si parla di sterilità primaria quando una coppia non riesce a concepire un bambino. Numerose sono le cause possibili, così come le soluzioni. La sterilità primaria va comunque distinta da quella secondaria e dall’infertilità. Sono termini spesso impiegati come sinonimi, e non è un errore grave, ma è bene conoscerne le differenze per comprendere al meglio la situazione e capire cosa fare. Ecco quello che occorre sapere al riguardo.
Sterilità primaria definizione
Si parla di sterilità primaria quando una coppia o uno dei suoi componenti non è mai riuscito a concepire un bambino dopo almeno un anno di tentativi. A questo punto è opportuno rivolgersi ad un centro per la fertilità qualificato e certificato al fine di indagarne le cause che possono avere una componente maschile, femminile o di coppia. Dopo i 35 anni della donna o in presenza di specifici fattori di rischio (come ad esempio l’endometriosi), si consiglia una visita specialistica mirata allo studio della fertilità già solo dopo 6 mesi. La sterilità primaria differisce da quella secondaria: in questo caso in passato si è riusciti a concepire un bambino (e magari a portare a termine la gravidanza), ma non si è più in grado di farlo. Ciò presuppone che siano sopraggiunti dei problemi nel tempo o si siano aggravate condizioni pregresse.
Sterilità ed infertilità, le differenze
Sterilità ed infertilità non sono la stessa cosa, anche se il risultato (ovvero il non riuscire a mettere al mondo un bambino) è lo stesso. La sterilità comporta l’incapacità di concepire, mentre l’infertilità l’impossibilità di portare a termine la gravidanza. Nello specifico si fa riferimento a questa condizione quando si hanno due perdite gestazionali consecutive. La diagnosi in generale parte sempre dalla storia clinica della coppia e poi si dirige con approfondimenti in un senso o nell’altro, per trovare la soluzione ottimale. Anche nel caso dell’infertilità si può distinguere una condizione primaria da una secondaria, ovvero sopraggiunta in un secondo momento.
Sterilità, le cause
La sterilità e l’infertilità colpiscono nel mondo circa 48 milioni di coppie e 186 milioni di individui, secondo le stime dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Le cause possono essere molto diverse tra loro e talvolta non è possibile individuarle. In generale, nell’apparato riproduttivo femminile sono dovute ad anomalie del sistema endocrino, che altera o blocca l’ovulazione, a malattie genetiche come la sindrome di Turner che provoca un’insufficienza ovarica precoce, a malformazioni come nel caso dell’utero setto, a ostruzioni delle Tube di Falloppio, a condizioni come l’endometriosi o la sindrome dell’ovaio policistico o i fibromi, fino a patologie rare come la Sindrome di Rokitansky, caratterizzata dall’assenza congenita di utero. Nell’uomo l’infertilità e la sterilità sono più comunemente dovute ad alterazioni degli spermatozoi (morfologia, motilità o basso o assente numero) le cui cause possono essere numerose (genetiche, ambientali, ormonali, dovute all’impiego di farmaci anaborizzanti, ecc,), o a disfunzione erettile. Anche i farmaci antitumorali possono incidere sulla fertilità sia delle donne che degli uomini. Alcune situazioni, una volta individuate possono essere trattate, mentre altre, soprattutto quelle riferibili alla sterilità sono considerare irreversibili. Spesso comunque il desiderio di avere un bambino, anche in questi casi, può essere esaudito attraverso tecniche di fecondazione assistita, rivolgendosi ad un centro per la fertilità.
Sterilità primaria, le cure
Nel nostro Paese 1% delle coppie ha difficoltà ad avere un bambino e le cause sono equamente divise al 40% sia nell’uomo che nella donna. Il restante 20% è considerato una sterilità di coppia. I trattamenti per risolvere i disturbi della fertilità sono numerosi e dipendono dalla causa. Dopo un’accurata diagnosi lo specialista in fertilità può proporre alla coppia le soluzioni del caso, sempre personalizzate, che possono consistere un un approccio farmacologico, chirurgico o tecniche di riproduzione medicalmente assistita, più o meno sofisticate come l’inseminazione intrauterina (IUI) o la fecondazione in vitro, omologa o eterologa.