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La Sindrome dell’Ovaio Policistico (conosciuta anche con l’acronimo inglese PCOS) è uno dei disturbi endocrini più comuni: si stima, infatti, che colpisca una percentuale delle donne in età riproduttiva che va dal 5 al 10%, in particolare la popolazione bianca dell’area mediterranea.

Si tratta di una patologia caratterizzata da squilibri ormonali che può avere importanti ripercussioni sulla fertilità. Anche se questa patologia può rendere difficile la gravidanza, però, non è detto che chi ne soffre non possa avere figli naturalmente, l’importante è diagnosticarla tempestivamente e individuare le possibili strategie di intervento. Vediamo insieme di cosa si tratta, come è possibile riconoscerla e trattarla.

Sindrome dell’ovaio policistico: cosa è?

La Sindrome dell’Ovaio Policistico è una patologia caratterizzata da alterazioni dei livelli ormonali e da un complesso di sintomi che vanno dalla particolare conformazione delle ovaie (cui la presenza di cisti dà l’aspetto, all’ecografia, di una “collana di perle”) alle manifestazioni dell’iperandrogenismo (acne, irsutismo, mancata ovulazione) fino all’obesità.

Si tratta di un disturbo ormonale che, sebbene si manifesti spesso in età precoce, spesso per la complessità del quadro sintomatologico non viene individuato fino ai 20-30 anni. In alcuni casi, si arriva alla diagnosi di fronte all’impossibilità di raggiungere naturalmente la gravidanza.

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Sindrome dell’ovaio policistico: quali sono le cause?

sindrome dell'ovaio policistico anatomia

Fonte: Wikimedia Commons

Sebbene in molti casi sia stata evidenziata una familiarità – che fa pensare a una trasmissione di tipo genetico – non sono ancora state individuate le cause della PCOS. Molto probabilmente la Sindrome dell’Ovaio Policistico è attribuibile a diversi fattori, tra cui quelli genetici, ambientali e  quelli legati allo stile di vita (come, ad esempio, il sovrappeso).

La sintomatologia è dovuta a una molteplicità di fattori, legati agli squilibri ormonali che caratterizzano questa patologia:

  • Aumento dei livelli di androgeni. Sebbene siano comunemente chiamati “ormoni maschili”, gli androgeni sono normalmente prodotti in piccole quantità nelle ovaie e nelle ghiandole surrenali. Nelle pazienti affette da PCOS, si verifica un’iperproduzione di androgeni (come il testosterone), che comporta la comparsa sintomi come l’irsutismo, l’acne, l’aumento di peso e alterazioni del ciclo mestruale (oligomenorrea o amenorrea).
  • Anomalie nei livelli di gonadotropine LH e FSH. Le gonadotropine sono gli ormoni che regolano le funzioni degli organi riproduttivi. Le donne colpite da PCOS mostrano livelli bassi o normali di FSH ma livelli elevati di LH. Questo determina un rapporto LH/FSH più alto che causa, a sua volta, la mancata maturazione follicolare. Questo spiega la presenza dei caratteristici follicoli multipli, piccoli e immaturi, che non si sviluppano sufficientemente per dare luogo all’ovulazione.
  • Aumento dei livelli di insulina. Nelle pazienti affette da Sindrome dell’Ovaio Policistico, le cellule del corpo non rispondono correttamente all’insulina, l’ormone che regola i livelli di zuccheri nel sangue. L’organismo, quindi, immette in circolo più insulina nel tentativo di ridurre gli zuccheri.

Sindrome dell’ovaio policistico: quali sono i sintomi?

I sintomi della Sindrome dell’Ovaio Policistico possono essere diversi e possono non presentarsi tutti contemporaneamente. In generale, nelle pazienti affette da PCOS si rilevano:

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  • Presenza di cisti multiple nelle ovaie, che risultano ingrossate. È importante ricordare che, sebbene questo sia l’aspetto dal quale ha preso origine il nome della sindrome, non tutte le donne affette da PCOS presentano ovaie policistiche;
  • Mestruazioni irregolari o amenorrea;
  • Acne e Seborrea;
  • Irsutismo: le donne con PCOS di solito presentano peli sul viso e/o sul corpo in aree anomale, come labbro superiore, mento, addome, schiena, intorno all’areola del capezzolo, petto centrale. 
  • Assottigliamento o perdita dei capelli;
  • Obesità, che colpisce oltre il 50% delle pazienti affette da PCOS;
  • Insulino-resistenza;
  • Infertilità o subfertilità.

Sindrome dell'Ovaio Policistico sintomi

Sindrome dell’ovaio policistico: la diagnosi

Non esiste un vero e proprio test per diagnosticare la Sindrome dell’Ovaio Policistico. Dal 2003 si fa riferimento ai cosiddetti Criteri di Rotterdam. Perché si possa parlare di PCOS sono necessari almeno due tra questi sintomi:

  • Iperproduzione di androgeni;
  • Irregolarità dei cicli mestruali;
  • Ovaie dall’aspetto policistico.

Alla valutazione strumentale delle ovaie (ecografia) vengono quindi associati dosaggi ormonali per verificare i livelli di androgeni e gonadotropine (FSH e LH).

Sindrome dell’ovaio policistico: come curarla?

Esistono differenti quadri clinici associati all’ovaio policistico: ci sono donne che riescono ad ovulare regolarmente mentre altre hanno mestruazioni sporadiche ed ovulazione bloccata.

Prima di individuare una strategia d’intervento è necessario approfondire la situazione della paziente, senza tralasciare i suoi obiettivi terapeutici (regolazione del ciclo mestruale, eliminazione o riduzione dell’acne e/o dell’irsutismo…) e la fase della vita riproduttiva in cui si trova.

Se non è alla ricerca di una gravidanza, infatti, una valida soluzione può essere rappresentata dalla pillola anticoncezionale, che aiuta a regolare i livelli ormonali.

Se, invece, la paziente è alla ricerca di una gravidanza, è importante analizzare il quadro ovulatorio per poter eventualmente intervenire con un’apposita terapia farmacologica per stimolare l’ovulazione. Deve quindi essere effettuato un monitoraggio dell’ovulazione per verificare l’effettiva funzionalità ovarica. In alcuni casi, potrebbe essere necessario ricorrere a una terapia chirurgica o alla fecondazione assistita. Per questo, è necessario rivolgersi a uno specialista che possa indicare il percorso terapeutico più adatto al singolo caso.

In generale, per coadiuvare la funzionalità dell’ovaio policistico è consigliato assumere integratori a base di inositolo ed effettuare un test dell’insulina e della glicemia basale per verificare un’eventuale insulino resistenza, associando una dieta priva di carboidrati complessi. La dieta e l’esercizio fisico – e la conseguente perdita di peso – contribuiscono al miglioramento della condizione ormonale, riducendo il rischio di diabete e abbassando i livelli di androgeni e possono rappresentare un importante aiuto per la fertilità in molte pazienti affette da Sindrome dell’Ovaio Policistico.

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