Sangue nello sperma? Nonostante si tratti di un evento piuttosto allarmante in genere non è ricollegabile a seri problemi di salute o infertilità. Tuttavia, occorre bene e prontamente individuarne le cause per risolvere con i corretti rimedi. Ecco tutto quello che c’è da sapere al riguardo.
Emospermia o sangue nello sperma, cos’è
L’emospermia è un sintomo più che una patologia. Non è chiaro quanti uomini ne soffrano, poiché non sempre se ne ha consapevolezza visiva. Spesso la quantità di sangue è minima. E’ comunque una problematica che può colpire gli uomini di qualunque età, sebbene sia individuata maggiormente tra i 30 ed i 40 anni. Poiché non si tratta di una condizione fisiologica, normale, è bene rivolgersi ad uno specialista per individuarne le cause, soprattutto se non si tratta di una perdita ematica estemporanea, ma che si ripete nel tempo. Trascurare il problema, magari facilmente curabile, può talvolta portare a problemi più seri come l’infertilità.
Sangue nello sperma, quali sono le possibili cause?
Le cause di emospermia sono numerose e molto diverse tra loro, raramente rappresentano un problema di salute grave. Queste possono essere:
- Rottura di un piccolo vaso sanguigno durante l’eiaculazione
- Fragilità dei vasi sanguigni
- Effetto collaterale dell’assunzione di anticoagulanti
- Astinenza sessuale prolungata o rapporti intensi
- Esito di una recente biopsia prostatica (il sanguinamento può perdurare anche per un mese) o vasectomia (in tal caso è normale che il sintomo si manifesti per sette giorni)
- Infezione o infiammazione del tratto seminale.
- Tra le infezioni anche quelle a trasmissione sessuale (come la Clamidia e la Gonorrea, ma non solo)
- Patologie della prostata (come l’iperplasia prostatica benigna, la prostatite batterica acuta, cisti e polipi).
- Patologie dei testicoli e dell’epididimo (come l’orchite e l’epididimite)
- Calcoli o cisti delle vescicole seminali
- Disturbi della coagulazione del sangue
- Tumori dell’apparato urogenitale (anche se raramente l’ematospermia si presenta come primo sintomo)
- Trattamenti per il tumore alla prostata come la radioterapia
Anche altri problemi di salute possono provocare sangue nello sperma, benché apparentemente sembrino colpire solo altri organi. E’ il caso dell’ipertensione grave e non controllata, così come di alcune malattie epatiche e della leucemia.
Sangue nello sperma, come si fa la diagnosi?
Oltre all’anamnesi, all’analisi della sintomatologia e ad una visita clinica il medico specialista può prescrivere una serie di indagini diagnostiche per individuare con certezza le cause di ematospermia ed avviare la corretta terapia. Queste possono essere:
- Analisi delle urine con urinocoltura per testare la presenza di infezioni
- Test specifici per l’individuazione di malattie a trasmissione sessuale
- Analisi del sangue con valutazione del PSA (antigene prostatico specifico), marker del tumore alla prostata, ma anche campanello d’allarme di meno gravi situazioni infiammatorie.
Oltre queste prime indagini, in caso di risultati anomali o se l’emospermia è presente da più di un mese può essere necessario procedere con i seguenti accertamenti mirati e più approfonditi:
- Ecografia transrettale per individuare problemi alla prostata
- Tac o risonanza magnetica
Sangue nello sperma, rimedi e cure
La cura dell’emospermia dipende ovviamente dalla causa, oltre che dall’entità del sintomo, dalla sua durata e dall’età del paziente. Per un singolo episodio in paziente giovane e con test negativi, probabilmente non è necessaria alcuna terapia. Negli altri casi più comuni invece può essere necessario seguire le seguenti indicazioni:
- Antibiotici in caso di infezione batterica
- Antinfiammatori
- Finasteride per la prostata ingrossata
Ovviamente se si evidenzia un’ipertensione di grado severo questa andrà curata con gli opportuni rimedi farmacologici e non, mentre se si tratta di cancro occorrerà iniziare il percorso oncologico. Nella maggior parte dei casi comunque il sangue nello sperma scompare da solo dopo uno o due episodi essendo provocato da problematiche benigne, soprattutto sotto i 40 anni. Se però perdura nel tempo o è associato ad altri disturbi è sempre importante rivolgersi ad uno specialista urologo o andrologo.