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Salmonella in gravidanza? Non è un evento che si verifica di frequente, ma è di quelli che occorre tenere presenti, da evitare con semplici regole di prevenzione, intesa come igiene alimentare. Soprattutto con i primi figli si presta una grande attenzione a ciò che si mangia, per vari motivi, ed uno di questi è proprio quello di evitare tossinfezioni alimentari che possano essere pericolose per la gestazione ed il feto. Il grande incubo è rappresentato dalla toxoplasmosi, per cui si evitano insaccati e cibi crudi, ma non bisogna dimenticare la salmonella, anche se comporta pericoli decisamente inferiori. In un percorso di fecondazione assistita anche questa può compromettere tutto il ciclo portato avanti con ansia e sacrificio. Ecco quello che occorre sapere al riguardo.

salmonella in gravidanza prevenzione e rischi

Cos’è la salmonella?

La salmonellosi è una malattia provocata da un batterio a forma di bastoncino, abbastanza comunemente riscontrabile nell’ambiente, nel suolo e nelle acque. Può provocare infezioni intestinali e febbri enteriche. Esistono più di 2000 varianti di salmonella, chiamate sierotipi. I più diffusi nell’uomo sono la salmonella enteritidis e la salmonella typhimurium. Da questi batteri possono svilupparsi diverse malattie, alcune anche molto gravi:

  • Salmonellosi: sono le forme più comuni dell’infezione e si manifestano come gastroenteriti, cioè infiammazioni dell’intestino. Sono causate dalle salmonelle minori, come la salmonella enteritidis e la salmonella typhimurium.
  • Febbri enteriche: sono le forme più gravi di infezione da salmonella e si manifestano come febbri tifoide e paratifoide. Sono causate dalle salmonelle maggiori, come la salmonella typhi e la salmonella paratyphi; come si evince corrispondono al tifo e al paratifo.
  • Setticemia: è una forma veramente rara di infezione da salmonella, ma è sicuramente la più pericolosa; si manifesta come la diffusione del batterio nel sangue. È indotta dalla salmonella cholaeresuis e colpisce soprattutto le persone con un sistema immunitario depresso.

In gravidanza la salmonella può essere pericolosa sia per la mamma che per il bambino ed è dunque particolarmente importante prestare attenzione alla prevenzione, evitando il contagio.

Salmonella, come si trasmette e quali sono i sintomi

La salmonella si trasmette principalmente per via alimentare, cioè attraverso il consumo di cibi o bevande contaminati dal batterio. I principali alimenti a rischio sono:

  • Carne, uova e latte crudi o poco cotti
  • Frutti di mare crudi o poco cotti
  • Maionese, gelati e zabaione preparati in casa con uova crude
  • Verdure crude non lavate bene
  • Acqua non potabile

Questi batteri possono anche trasmettersi per via diretta, cioè attraverso il contatto con animali infetti o le loro feci. Questo vale soprattutto per i pet domestici o da cortile, come polli, maiali, bovini, cani, gatti, pulcini e tartarughe. Un po’ come avviene per la toxoplasmosi. I sintomi di un’infezione da salmonella possono variare a seconda del tipo di batterio e della gravità dell’infezione. In generale, i più comuni sono:

  • Diarrea
  • Febbre
  • Dolori addominali
  • Nausea
  • Vomito
  • Mal di testa
  • Debolezza

Tali disturbi compaiono di solito tra le 6 e le 72 ore dopo l’ingestione del cibo contaminato e durano da 2 a 7 giorni. In alcuni casi, possono comparire anche complicanze come disidratazione, artrite reattiva o meningite.

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Salmonella in gravidanza, quali rischi per la mamma e il bambino?

In gravidanza, l’infezione da salmonella può comportare dei rischi – seppur rari – sia per la mamma che per il bambino. Di fatto può determinare un’alterazione metabolica che interferisce con il normale sviluppo fetale e riduce la trasmissione di ossigeno alla placenta con le seguenti possibili conseguenze in base al periodo gestazionale:

  • Parti prematuri
  • Aborti spontanei
  • Morte intrauterina
  • Basso peso alla nascita
  • Infezioni neonatali

Nella gestante l’infezione fa comunemente il suo corso e può passare con le dovute cure, antibiotiche, senza creare danni. Ma in alcuni casi, seppur rari, l’infezione può allargarsi al flusso sanguigno e causare una pericolosa sepsi. Ad onor di cronaca anche i casi di parto pretermine e aborti spontanei sono rari, ma comunque si tratta di eventi possibili, da non trascurare. Il principale rischio è la disidratazione, dovuta a vomito e diarrea. La salmonella può inoltre essere trasmessa al feto attraverso la placenta o durante il passaggio del bambino nel canale del parto. Ciò può indurre nel neonato rischi di varia entità, da febbre e diarrea fino a rari casi di meningite ed osteomielite nei bambini con anemia falciforme, ma anche setticemia, dato il fragile sistema immunitario nei primi mesi di vita.  Per questi motivi, è importante diagnosticare e trattare tempestivamente l’infezione da salmonella in gravidanza, monitorando sia le condizioni della mamma che quelle del bambino.

Salmonella in gravidanza, quale prevenzione?

La prevenzione dell’infezione da salmonella in gravidanza si basa sostanzialmente sull’igiene e la cottura degli alimenti. In particolare, si raccomanda di:

  • Evitare di consumare uova crude o poco cotte, maionese, gelati e zabaione preparati in casa con uova crude
  • Evitare di bere latte non sterilizzato mediante pastorizzazione o metodo UHT
  • Evitare di consumare carne cruda o poco cotta, frutti di mare crudi o poco cotti e assicurarsi che il metodo di cottura consenta il superamento dei 70 °C anche nella parte interna
  • Mantenere separati i cibi cotti da quelli crudi per impedire la contaminazione crociata
  • Refrigerare le pietanze dopo la preparazione, inclusa la cottura, ad una temperatura inferiore ai 4 °C
  • Proteggere i cibi dall’accesso di insetti e di altri animali
  • Lavare bene le verdure crude prima di consumarle
  • Bere solo acqua potabile o imbottigliata
  • Lavarsi le mani prima e dopo aver manipolato gli alimenti o aver toccato animali o le loro feci

In caso di sintomi sospetti, è bene consultare il medico e seguire le sue indicazioni. Il trattamento dell’infezione da salmonella in gravidanza può prevedere l’uso di antibiotici, fluidi e sali per reidratarsi e antipiretici per abbassare la febbre. È importante evitare l’automedicazione e seguire una dieta leggera e astringente fino alla scomparsa dei sintomi. Infine, anche se è inutile sottolinearlo: in un percorso di fecondazione assistita è importante prestare attenzione a tutte queste regole igieniche e ad uno stile di vita sano per non compromettere tutto il ciclo portato avanti con ansia e sacrificio. Basta chiedere consiglio allo specialista del centro per la fertilità a cui ci si è rivolti.

Salmonella e fertilità, c’è un legame?

Non esistono prove scientifiche che dimostrino un legame tra l’infezione da salmonella e la fertilità. Tuttavia, alcune ricerche suggeriscono che questo batterio possa avere un effetto negativo sulla qualità degli spermatozoi, riducendone la motilità e la concentrazione. Inoltre potrebbe  causare delle infiammazioni a livello pelvico, che indurrebbero potenziali danni alle tube di Falloppio o all’utero.  In ogni caso, si tratterebbe di effetti temporanei e reversibili, che non compromettono definitivamente la fertilità. Per questo, è consigliabile curare l’infezione da salmonella e attendere il completo recupero prima di cercare una gravidanza.

 

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