Si può rimanere incinta se si ha la spirale? Certamente chi opta per questo dispositivo vuole evitare una gravidanza ed in genere il risultato anticoncezionale è eccellente. Tuttavia, in alcuni rari casi può non funzionare. Ecco quando e cosa occorre sapere.
Cos’è una spirale?
La spirale o IUD (Intra Uterine Device) è un dispositivo ostetrico-ginecologico a forma di T che viene posizionato da un medico specialista all’interno dell’utero con l’intento di evitare una gravidanza. Ha un’altissima efficacia contraccettiva che cambia lievemente a seconda della tipologia: sostanzialmente è possibile distinguere IUD ormonali (che rilasciano progesterone) o in rame. In media durano 3-5 anni anche se in commercio è possibile trovare device in rame della durata fino a 10-12 anni. Si tratta quindi di una forma di contraccezione sul lungo termine ed è reversibile: si può togliere in qualunque momento si desideri una gravidanza. La sua applicazione, così come la rimozione, va fatta da un medico specialista in ambulatorio, senza anestesia e dura pochi minuti.
Come funziona la spirale?
L’azione contraccettiva dipende sostanzialmente dalla tipologia. I dispositivi in rame inducono una reazione infiammatoria (benigna) all’interno delle pareti dell’apparato riproduttivo femminile, in grado di inibire il percorso degli spermatozoi ed interferire con l’impianto in utero dell’embrione nel caso riuscissero a fecondare l’ovulo. Le spirali ormonali creano invece un ambiente inidoneo alla risalita degli spermatozoi alterando la produzione del muco cervicale, senza creare una reazione infiammatoria e al contempo assottigliano lo spessore dell’endometrio rendendo impossibile l’impianto.
Si può rimanere incinta con la spirale?
La risposta è affermativa, anche se sostanzialmente questo accade di rado (meno dell’1%) e nei seguenti casi:
- Nei primi 5-7 giorni dopo l’impianto
- Se scaduta (nonostante la lunga durata ha pur sempre una scadenza)
- In caso di errato posizionamento, se si è spostata o se la si è espulsa
In caso di sintomi gravidici tipici è sempre opportuno fare un test di gravidanza: anche quelli domestici sono affidabili. In caso di positività occorre contattare il proprio ginecologo di fiducia, sia che si voglia portare avanti o meno la gestazione. Va valutato il posizionamento della spirale (attraverso visita o ecografia), ma soprattutto quello dell’impianto dell’embrione perché rimanere incinta con la spirale può portare delle complicanze.
Gravidanza con la spirale, che fare?
Il primo step è quello di determinare se la gravidanza è intrauterina, ovvero se l’embrione è nella sua sede naturale. Questo perché in presenza di IUD è facile che si sviluppi anche una gestazione ectopica, fuori dall’utero: può essere molto pericolosa per la vita della donna. I sintomi tipici sono sanguinamento vaginale e dolore pelvico intenso: non vanno trascurati ed è fondamentale rivolgersi ad un pronto soccorso. In tal caso è necessario un aborto farmacologico o chirurgico. Se la gravidanza è in sede naturale e la donna vuole portarla avanti, va rimosso lo IUD quanto prima: aumenta il rischio di aborto spontaneo, parto pretermine ed infezioni, con una percentuale sempre maggiore se si aspetta più tempo. Tali rischi però non sono esclusi, seppur più rari, anche dopo la rimozione della spirale. Se invece non si vuole procedere con la gravidanza a prescindere, lo IUD scaduto o spostato può essere tolto durante il raschiamento o dal medico in ambulatorio, per poi essere successivamente reimpiantato.