Molte donne sono sicure di non avere problemi di fertilità perché nella vita si sono sottoposte con regolarità a screening ginecologi senza rilevare alcuna anomalia e perché hanno un ciclo regolare. Ma questi due elementi non bastano a decretare la fertilità di una donna. I primi dubbi cominciano a sorgere quando si prova ad avere dei figli senza riuscirci per un lungo periodo. Quando non si riesce a concepire un figlio è opportuno rivolgersi a un medico e procedere a degli approfondimenti diagnostici per rilevare le cause dell’infertilità sia dalla parte dell’uomo che della donna.
Un primo passo sono dei test diagnostici per valutare un’anomalia nella fertilità femminile, che può essere dovuta a fattori diversi. Per l’analisi della fertilità della donna si procede con due tipologie di analisi: test che vanno ad analizzare la riserva ovarica, ovvero una misura potenziale della fertilità femminile e test che analizzano le tube e la cavità uterina, ovvero una misura delle funzionalità meccaniche dell’organismo femminile.
Test per valutare la fertilità femminile, la valutazione della riserva ovarica
Con la riserva ovarica si indica la stima del numero di follicoli ovarici presenti. Il valore ottenuto con l test per la valutazione della riserva ovarica permette di valutare in che fase del ciclo riproduttivo si trova la donna. Per ottenere questo valore occorre analizzare il livello di ormone antimulleriano.
Per avere il livello di ormone AMH (antimulleriano) basta sottoporsi al dosaggio ormonale tramite un prelievo: il livello dell’ormone può essere misurato in ogni momento del ciclo. Il valore ottenuto può dare indicazioni sulla riserva ovarica residua e, in previsione di un trattamento di PMA, aiutare a prevedere la possibile risposta alla stimolazione ovarica al fine di predisporre un trattamento farmacologico personalizzato.
Test per valutare la fertilità femminile, l’ecografia con conta dei follicoli antrali
Un’altra analisi indicata per la valutazione della fertilità femminile è un’ecografia con conta i follicoli antrali. Questo tipo di ecografia può integrare la valutazione dell’analisi della riserva ovarica e può fornire indicazioni sullo stato generale dell’apparato riproduttivo femminile. L’ecografia e l’analisi dell’ormone AMH sono gli esami che permettono di effettuare una stima della situazione della fertilità della donna. Poiché ad oggi non è ancora possibile effettuare una stima qualitativa e quantitativa degli ovociti contenuti nell’ovaio, si ricorre a una loro valutazione indiretta, andando a individuare ecograficamente il numero dei follicoli antrali (quelli compresi tra i 3 e gli 8 millimetri di diametro) presenti nelle ovaie tra il 2° ed il 3° giorno del ciclo.
Una volta effettuato l’esame dell’ormone antimulleriano e la conta ecografica dei follicoli antrali, è possibile procedere con metodiche diagnostiche più approfondite, per indagare la componente meccanica dell’apparato riproduttivo femminile.
Test per valutare la fertilità femminile, verifica della pervietà tubarica
Circa il 30% – 40% dei casi di infertilità femminile è rappresentato da un problema alle tube. La verifica della pervietà tubarica è tra i primi esami che devono essere effettuati quando una donna non riesce a rimanere incinta naturalmente. Per verificare la tipologia di ostruzione delle tube ci sono diversi metodi, che variano per invasività.
• Laparoscopia diagnostica: intervento chirurgico effettuato in anestesia totale con intubazione
• Isterosalpingografia: radiografia con mezzo di contrasto iodato
• Sonoisterosalpingografia: ecografia transvaginale effettuata nell’ambulatorio del ginecologo, durante la quale viene utilizzato uno speciale mezzo di contrasto (schiuma di gel o soluzione salina) di cui viene verificato il passaggio nelle tube e nella cavità addominale.
Test per valutare la fertilità femminile, analisi della cavità uterina
Per valutare lo stato di salute della cavità uterina e individuare la presenza di eventuali patologie o malformazioni si effettua un’isteroscopia diagnostica. Si tratta di una tecnica endoscopica poco invasiva – viene generalmente effettuata senza anestesia – che, attraverso uno strumento sottile (isteroscopio) collegato ad una telecamera, permette la visione dell’utero dall’interno.
Nel caso l’esame individuasse patologie tipo polipi, miomi o malformazioni congenite a carico dell’utero, è possibile procedere con un’isteroscopia operativa per rimuoverle.