La stimolazione ovarica è un passaggio fondamentale nel percorso di molte donne che affrontano problemi di fertilità. Le punture utilizzate durante questo processo giocano un ruolo cruciale nel promuovere la maturazione e il rilascio degli ovociti. Scopriamo insieme perché, di cosa si tratta, come e quando si fanno e quali sono i potenziali effetti collaterali e rischi.
Stimolazione ovarica: quando e perché è necessaria
La stimolazione ovarica è spesso necessaria in casi di infertilità sia femminile che maschile. Sostanzialmente è richiesta quando una donna non riesce a concepire un bambino dopo un anno di tentativi poiché la sua anamnesi è caratterizzata da irregolarità del ciclo mestruale e/o problemi di ovulazione. In pratica ogni mese con l’ovulazione il sistema riproduttivo femminile rilascia nelle tube di Falloppio un unico ovulo, a disposizione nell’arco di poche ore, per un eventuale concepimento. Per vari motivi questo meccanismo può alterarsi. La stimolazione ovarica, quindi, diventa importante per sollecitare la formazione e la maturazione di più ovociti contemporaneamente, da prelevare con un piccolo intervento ambulatoriale (pick up ovocitario) al fine di una fecondazione in vitro. Lo stesso accade quado è il fattore maschile il problema per cui può esserci bisogno di una FIVET o di una ICSI. Più in generale la stimolazione ovarica aiuta a migliorare le possibilità di successo: più ovuli significa potenzialmente più embrioni da impiantare e/o crioconservare per il futuro.
Punture per favorire la stimolazione ovarica, cosa si somministra?
Durante la stimolazione ovarica, le donne sono sottoposte a una serie di punture. Si tratta di iniezioni di specifici ormoni come FSH (ormone follicolo-stimolante) e LH (ormone luteinizzante), essenziali per stimolare la crescita e lo sviluppo dei follicoli ovarici. Questi ormoni sono spesso somministrati attraverso siringhe pre-riempite, che le donne possono imparare a fare autonomamente oppure con l’ausilio di un familiare. Il fai-da-te è solo in questo senso, poiché tali farmaci sono soggetti a prescrizione di un medico specialista ed il protocollo è estremamente personalizzato: va seguito con attenzione per evitare i potenziali effetti collaterali.
Punture per favorire la stimolazione ovarica, come e ogni quanto si fanno?
Le punture per la stimolazione ovarica possono essere somministrate in diverse modalità. Le iniezioni sottocutanee sono le più comuni, poiché meno invasive rispetto alle altre, ovvero alle iniezioni intramuscolari. Questo metodo consente alle pazienti di auto-somministrare le punture, rendendo il processo più comodo e gestibile. Le punture ormonali si fanno solitamente in un programma giornaliero di 10-20 giorni secondo una tempistica specifica, che può variare da caso a caso. Durante il processo di stimolazione ovarica, inoltre, è essenziale monitorare la risposta ovarica agli ormoni ed apportare eventuali aggiustamenti al protocollo di trattamento per evitare rischi di iperstimolazione ed altri effetti collaterali. Tale monitoraggio può includere ecografie per valutare le dimensioni e il numero dei follicoli, nonché misurazioni dei livelli degli ormoni nel sangue. La personalizzazione del trattamento in base alla risposta individuale della paziente è fondamentale per ottimizzare le possibilità di successo ed evitare rischi.
Punture per favorire la stimolazione ovarica, effetti collaterali
Ma quali sono questi rischi? Come qualsiasi altra terapia ormonale, le punture per la stimolazione ovarica possono indurre alcuni effetti collaterali, più o meno seri. Comunemente, ad esempio, si riscontrano gonfiore addominale, mal di testa, lievi irritazioni nel sito di iniezione, alterazioni del tono dell’umore. Tuttavia, è importante sottolineare che la maggior parte di questi effetti collaterali è temporanea e scompare dopo la fine del trattamento. In casi più rari, possono verificarsi complicanze come l’iperstimolazione ovarica, che richiede un monitoraggio più attento e, in casi estremi, l’interruzione del ciclo di terapia. È dunque particolarmente importante affidarsi per tutto l’iter della fecondazione assistita ad un centro per la fertilità qualificato e certificato, come RAPRUI, per avere la garanzia di essere seguiti con professionalità e continuità anche in questo passaggio delicato. È importante, infine, che le donne affrontino tale processo con consapevolezza, comprendendo i motivi che comportano la necessità della stimolazione ovarica, il tipo di punture utilizzate, ed abbiano a disposizione un adeguato supporto professionale per soddisfare questi aspetti ed altri più emotivi. Gli specialisti di RAPRUI sono esperti anche in questo: ascolto e dialogo!
Si può fare in menopausa?
Salve, con l’arrivo della menopausa purtroppo la riserva ovarica si esaurisce per cui una stimolazione ovarica non sortirebbe effetto. In questi casi il percorso consigliato per provare a ottenere una gravidanza è attraverso la fecondazione assistita con tecnica eterologa, ovvero attraverso la donazione di ovuli da una donatrice più giovane (under35). Se ha bisogno di maggiori informazioni può contattarci senza problemi in clinica, siamo a sua disposizione: 06.37501045 o info@raprui.com