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La Procreazione Medicalmente Assistita è ormai considerato un percorso sicuro per avere dei figli. Dalla prima bambina nata in provetta sono passati tanti anni e le sofisticate tecnologie abbinate a scoperte scientifiche innovative hanno permesso di migliorare gli standard dei protocolli e le metodologie, capaci di assicurare altissime percentuali di successo. Certamente esistono dei limiti: la PMA non offre una garanzia al 100% di avere un bambino a tutte le coppie, ma nella stragrande maggioranza dei casi sì. L’età dei potenziali genitori, la diagnosi di infertilità, gli specialisti a cui ci si affida e le tecniche consigliate possono fare una sostanziale differenza. Ecco, in sintesi, tutto quello che c’è da sapere sulla procreazione medicalmente assistita, per affrontare questo iter verso la genitorialità in modo consapevole e con serenità.

Procreazione assistita: un percorso sicuro per avere dei figli

Procreazione assistita, di cosa si tratta?

La procreazione medicalmente assistita, comunemente nota come PMA, come si evince dal nome, è caratterizzata da una serie di tecniche e procedure atte ad aiutare il concepimento e dunque la nascita di un bambino, in una coppia che non riesce ad ottenere tale obiettivo in modo naturale. Si parla di infertilità dopo 12/24 mesi di tentativi senza successo, o sei mesi se la donna ha più di 35 anni. Oltre queste tempistiche è sempre utile rivolgersi ad un centro specialistico al fine di effettuare una diagnosi ed avviare il trattamento necessario. Dalla nascita della prima bambina in provetta -Louise Brown- nel 1978, la scienza ha fatto grandi progressi in materia di PMA. Gli studi sulla risoluzione della sterilità erano iniziati molto prima e già all’inizio del secolo scorso si tentavano i primi approcci con la IUI, inseminazione intrauterina, che cominciò a diventare una realtà concreta negli anni ’60. Durante gli anni ’80, la tecnologia della FIV migliora notevolmente, rendendo la procedura più efficace e accessibile anche con lo sviluppo di tecniche di crioconservazione di gameti ed embrioni; gli anni ’90 segnano invece l’avvento dell’ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoi), capace di ottimizzare in modo decisivo le possibilità di concepimento in casi di infertilità maschile. Nello stesso periodo si introduceva anche la PGD (Diagnosi Genetica Preimpianto) in grado di analizzare gli embrioni per scegliere quello più idoneo all’impianto, escludendo quelli con geni portatori di specifiche patologie (indicate dalla normativa vigente). Sono poi subentrate altre innovazioni scientifiche come l’impianto di blastocisti e la maturazione in vitro degli ovociti, l’impiego di tecnologie di imaging a time-lapse per monitorare lo sviluppo degli embrioni in tempo reale, migliorandone la selezione, la personalizzazione di terapie ormonali, evitandone anche i rischi connessi. Non sono ovviamente mancate le varie considerazioni etiche e le normative legali per l’accesso alla PMA: in Italia questa è regolata dalla legge 40 e successive modifiche.

Quali sono le tecniche e procedure di PMA?

La procreazione medicalmente assistita (PMA) comprende tecniche e procedure per aiutare il concepimento nelle coppie con problemi di fertilità. Queste includono interventi che vanno dalla semplice inseminazione artificiale a procedure più complesse di fecondazione in vitro. Quali sono?

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  • IUI (Inseminazione Intra Uterina o artificiale: consiste nella raccolta di liquido seminale e trattamento degli spermatozoi da introdurre direttamente nell’utero della donna, talvolta in relazione ad una stimolazione ovarica.
  • FIVET (Fecondazione in Vitro ed Embryo Transfer): come è noto i gameti vengono inseriti in una provetta e si attende che lo spermatozoo fecondi l’ovulo. Si lascia crescere l’embrione fino a 3-5 giorni e poi lo si trasferisce nell’utero materno.
  • ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoi): un singolo spermatozoo viene letteralmente iniettato all’interno dell’ovocita, nei casi di infertilità maschile severa; per il resto la procedura è eguale alla FIVET.

Anche la crioconservazione degli ovuli, spermatozoi ed embrioni, così come la PGD sono considerate tecniche di fecondazione assistita, anche se non riguardano direttamente l’incontro tra gameti. Lo stesso dicasi per TESA, TESE, MICROTESE, PESA e MESA, tecniche finalizzate al recupero chirurgico degli spermatozoi in casi di azoospermia o difficoltà di eiaculazione, ovvero in tutti quei casi in cui non è possibile recuperare un campione spermatico in modo tradizionale, per poi procedere con ICSI. Va infine distinta la fecondazione omologa dall’eterologa; quest’ultima prevede la donazione di gameti da un volontario anonimo esterno alla coppia. Tutte queste tecniche hanno lo scopo di superare le diverse forme di infertilità e di aumentare le possibilità di una gravidanza di successo.

PMA a chi rivolgersi

In Italia, chi desidera accedere ai servizi di procreazione medicalmente assistita (PMA) può rivolgersi a diverse strutture specializzate, sia pubbliche che private. Una delle cliniche più rinomate in questo settore è RAPRUI. Tale struttura si avvale di un vasto team di esperti con anni di esperienza, inclusi medici, embriologi e genetisti altamente qualificati, ma anche delle tecnologie più avanzate per diagnosi e trattamento; qui l’approccio è personalizzato: ogni coppia riceve un piano di trattamento basato su una valutazione dettagliata delle esigenze individuali. L’assistenza è completa e alte sono le percentuali di successo. Qui tutti i contatti per un appuntamento.

 

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