Problemi di fertilità in base all’età? È noto come la donna, in media a 52 anni, raggiunga la menopausa, ovvero la fine del ciclo mestruale coincidente con l’esaurimento della riserva ovarica e dunque con la possibilità di rimanere incinta in modo naturale. Tuttavia, l’età avanzata può influenzare la salute riproduttiva prima ancora di questo fisiologico evento, sia al femminile che al maschile a differenza di ciò che si crede. Oggi per motivi socio -economici le coppie tendono a rimandare il concepimento di un bambino: farlo troppo a lungo può comportare cattive sorprese e difficoltà successive. Scopriamo insieme quali possono essere le criticità e come superarle.
Età e fertilità: che relazione negli uomini e nelle donne
L’età giusta per avere un figlio non è eguale per tutti, può variare considerevolmente da persona a persona. La media degli anni dei nuovi genitori è in costante evoluzione ed è sempre più avanzata: molte persone decidono di posticipare la genitorialità per motivi personali o professionali. Tuttavia, è cruciale comprendere le implicazioni biologiche di tale scelta. Fare un figlio a 45 anni, piuttosto che a 30 non è impossibile, ad esempio, ma potrebbe comportare sfide aggiuntive rispetto a una gravidanza più precoce. L’età, infatti, è uno dei fattori più importanti che influenzano la possibilità di un concepimento naturale, in quanto determina la qualità e la quantità delle cellule riproduttive, ovvero gli ovociti nelle donne e gli spermatozoi negli uomini. Con il passare del tempo la fertilità diminuisce, sia al maschile che al femminile, ma con modalità e tempi diversi, accompagnandosi ad un aumento del rischio di complicanze ed anomalie genetiche del feto. Comprendere come l’età giochi un ruolo significativo nei problemi di fertilità è molto importante, per pianificare al meglio il proprio futuro di genitore.
Problemi di fertilità per le donne dovuti all’età
Il rapporto tra età e capacità riproduttiva nelle donne è particolarmente evidente e adeguatamente noto. La fertilità femminile è massima tra i 20 ed i 30 anni quando poi inizia a diminuire gradualmente. Dopo i 35 anni questo declino diventa più pronunciato, accelerandosi nelle over 40, per arrivare poi – dopo i 50 – alla menopausa, ovvero all’impossibilità di concepire un bambino in modo naturale. Si stima che la probabilità di rimanere incinta per una donna di 30 anni sia del 20% per ciclo mestruale, mentre per una donna di 40 anni sia solo del 5%. Tutto ciò è dovuto al numero e alla funzionalità dei follicoli ovarici. Alla nascita, una donna ha circa un milione di follicoli, che si riducono a circa 400.000 al momento della prima mestruazione, e a circa 25.000 a 37 anni. Ogni mese, solo pochi follicoli vengono stimolati dagli ormoni a maturare e a rilasciare un ovocita, che può essere fecondato da uno spermatozoo. La quantità dei follicoli è predeterminata. Sono quelli e non se ne formano altri, quindi diminuiscono mese dopo mese, fino ad esaurirsi con la menopausa, che segna la fine della fertilità femminile. Questo processo è irreversibile e non dipende dallo stile di vita o da altri fattori ambientali. Inoltre, l’età materna avanzata è correlata anche ad una qualità minore degli ovociti, invecchiati come il resto dell’organismo, e ciò comporta un maggior rischio di aborto spontaneo, di gravidanza extrauterina, di sindrome di Down e di altre malattie genetiche nel bambino, nonché di complicanze come la preeclampsia, il diabete gestazionale, il distacco di placenta e il parto pretermine. La fertilità in avanzata età nelle donne può essere compromessa anche da patologie ed altri problemi esogeni o ambientali come nei seguenti casi:
- Endometriosi: può provocare infiammazione, aderenze, cisti ovariche, e ostruzione delle tube, compromettendo la funzione ovarica e la capacità di concepire.
- Fibromi uterini.
- Malattie sessualmente trasmesse, come la clamidia, la gonorrea, l’herpes genitale, e la sifilide, che possono infettare gli organi riproduttivi e causare infiammazione, cicatrici, e ostruzione delle tube.
- Obesità, sovrappeso, o i disturbi alimentari, che possono alterare il bilancio ormonale e influenzare la funzione ovarica e l’ovulazione. L’obesità è responsabile del 6% dei casi di infertilità femminile, e aumenta il rischio di complicanze in gravidanza, come il diabete gestazionale, la preeclampsia, e il parto cesareo.
- Abuso di alcol, di fumo, o di droghe, che possono danneggiare gli ovociti e ridurre la fertilità.
Problemi di fertilità nell’uomo dovuti all’età
Sebbene la produzione di spermatozoi negli uomini continui ad oltranza, ovvero non è caratterizzata da limiti numerici come gli ovociti femminili, l’età può comunque influenzarne la qualità e la quantità. I più anziani possono sperimentare infatti una diminuzione del numero dei gameti prodotti, nonché una loro ridotta motilità, ovvero capacità di muoversi e dunque di raggiungere l’ovulo e fecondarlo, ma anche anomalie morfologiche e genetiche. Ciò può portare a una riduzione della fertilità e ad un aumento del rischio di malformazioni genetiche nei figli. Questo fenomeno è dovuto a fattori biologici, come il deterioramento del DNA spermatico, l’accumulo di mutazioni, la variazione del numero o della struttura dei cromosomi, e la diminuzione della produzione di testosterone. Tutti questi aspetti possono essere aggravati da cause ambientali, come l’esposizione a sostanze tossiche, il calore, lo stress, o infezioni, senza dimenticare che con il passare degli anni possono subentrare disturbi dell’erezione e dell’eiaculazione. Per valutare la qualità degli spermatozoi, si può eseguire uno spermiogramma, che analizza il numero, la forma, la motilità, e la vitalità degli stessi, e la presenza di eventuali anomalie genetiche o infiammatorie. Si stima che la fertilità maschile inizi a declinare dopo i 40 anni, e che sia significativamente ridotta dopo i 50 anni. L’età paterna avanzata è associata a un maggior rischio di infertilità, di aborto spontaneo, di sindrome di Klinefelter, di schizofrenia e di autismo nel bambino; quindi, anche per l’uomo si può parlare di orologio biologico.
Infertilità dovuta all’età a chi rivolgersi?
L’infertilità è definita come l’incapacità di concepire dopo 12 mesi di rapporti intimi regolari e non protetti, o dopo 6 mesi se la donna ha più di 35 anni. Si stima che colpisca circa il 15% delle coppie in età riproduttiva. Se si hanno difficoltà a concepire un bambino è utile rivolgersi ad un centro specializzato come Raprui per ottenere un’accurata diagnosi e l’eventuale terapia che può essere farmacologica o chirurgica o se si desidera si può accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA); più si va avanti con gli anni, maggiori sono le difficoltà per concepire un bambino e dunque è opportuno richiedere una consulenza specialistica quanto prima.