A qualche giorno da un rapporto intimo mirato al concepimento è possibile che la donna manifesti delle piccole perdite di sangue, tali da essere scambiate con l’inizio del flusso mestruale o con un aborto precoce spontaneo. Quest’ultimo induce una particolare preoccupazione laddove ci si sia sottoposti ad una tecnica di fecondazione assistita, dopo un embryo transfer. In realtà il più delle volte si tratta delle cosiddette perdite da impianto, uno dei primi sintomi di gravidanza. Come riconoscerle e cosa comportano? Ecco cosa occorre sapere.
Perdite da impianto, cosa sono e perché si verificano
Le perdite da impianto sono piccole perdite di sangue che si possono manifestare quando l’embrione, dopo essere stato fecondato, si impianta nella parete dell’utero. Questo può verificarsi tra i 6 e i 12 giorni dopo l’ovulazione, ovvero quando l’ovulo rilasciato dalle ovaie viene fecondato dallo spermatozoo. Le perdite da impianto possono essere uno dei primi segni di gravidanza, ma non tutte le donne le hanno. Inoltre, possono essere facilmente confuse con le mestruazioni, poiché si presentano in un periodo vicino al ciclo. Ma nello specifico a cosa sono dovute? Dopo il concepimento l’ovulo fecondato dà origine ad uno zigote che in circa 72 ore diventa una morula ed in 4-5 giorni un embrione allo stadio di blastocisti. In questo lasso di tempo si sposta nelle tube ed arriva nell’utero dove la blastocisti aderisce all’endometrio, la membrana mucosa che copre la parete uterina interna. Tale fase è conosciuta come impianto embrionale, essenziale allo sviluppo del feto poiché gli consente di ricevere l’ossigeno e le sostanze nutritive necessarie durante la prima fase della gravidanza. Durante questo processo di adesione, si può verificare una leggera lacerazione dell’endometrio e la rottura di alcuni vasi sanguigni. Ciò comporta una leggera perdita di sangue, ovvero la perdita da impianto. Lo stesso può accadere in presenza di un trasferimento di embrione in utero laddove ci si sottoponga ad una fecondazione in vitro.
Come riconoscere le perdite da impianto?
Come si fa a capire se le macchioline ematiche sono perdite da impianto o mestruazioni? La differenza tra le due è molto sottile, ma ci sono alcuni aspetti a cui fare attenzione:
- Il colore: le perdite da impianto tendono a essere più scure, su toni marroni invece che rossi intensi. Questo dipende dal tempo che il sangue impiega a uscire dal canale vaginale. Se è fresco, apparirà rosso vivo, indicando che l’impianto è recente o è dovuta alle mestruazioni; se è più “vecchio”, apparirà marroncino a causa dell’ossidazione, indicando che l’annidamento risale a qualche giorno prima. Inoltre nel suo percorso dall’utero all’esterno del corpo, il sangue potrebbe mescolarsi con le perdite vaginali e/o il muco cervicale. In tal caso, le perdite da impianto avranno un colore rosa, arancione oppure bianco striato di rosso.
- La quantità: è minima o comunque decisamente inferiore a quella prodotta con le mestruazioni. A volte si tratta solo di poche gocce o una piccola macchia di sangue.
- La durata: normalmente durano da 1 a 3 giorni e comunque non superano mai più di 5 giorni.
- Il dolore: le perdite da impianto possono essere accompagnate da lievi crampi addominali, simili a quelli premestruali, ma di solito meno intensi e localizzati nella parte bassa dell’addome. Questi crampi sono dovuti alle contrazioni dell’utero che si adatta alla presenza dell’embrione.
Cosa comportano le perdite da impianto?
Le perdite da impianto non richiedono cure: sono un fenomeno del tutto innocuo per la salute della donna e del bambino. Non necessitano di nulla quindi e non influiscono sul normale proseguo della gravidanza. Tuttavia, se le perdite si dimostrano abbondanti, persistenti, dolorose o associate ad altri sintomi come febbre, nausea, vomito o mal di testa, è bene consultare il proprio ginecologo per escludere eventuali complicazioni come aborto spontaneo, gravidanza extrauterina o infezioni. Inoltre, se si sospetta di essere incinta, si può eseguire un test di gravidanza dopo le perdite da impianto, poiché in genere in questo periodo l’ormone della gravidanza o gonadotropina corionica (hCG) è già rilevabile nelle urine.
Perdite da impianto dopo PMA e transfer embrione
Le perdite da impianto dopo il trasferimento degli embrioni hanno le medesime caratteristiche di un concepimento avvenuto in modo fisiologico. Rappresentano un fenomeno abbastanza comune che non deve destare preoccupazione, a meno che non siano molto abbondanti, persistenti o dolorose. Si tratta di piccole perdite di sangue che si verificano quando l’embrione si impianta nell’utero. Ciò avviene, in media, tra il quinto e il settimo giorno dopo il transfert. Anche in questo frangente possono essere confuse con le mestruazioni, ma si distinguono per il colore più scuro, la quantità inferiore, la durata più breve e il dolore più lieve. Le perdite da impianto non influiscono negativamente sulla gravidanza e non richiedono alcun trattamento medico. Tuttavia, in caso di altri disturbi o anche solo per una maggiore tranquillità è possibile rivolgersi allo specialista che ha eseguito il trattamento di PMA ed eseguire un test di gravidanza per rilevare la presenza dell’ormone beta hCG. La clinica Raprui è specializzata in medicina riproduttiva: per qualunque necessità legata alla fertilità o consulenze sui trattamenti è possibile prenotare un appuntamento.