Perché non si rimane incinta? Quali possono essere le cause e soprattutto le soluzioni? Se è un po’ che tenti di avere un bambino e non riesci, sicuramente queste domande stanno diventando un pensiero fisso per te ed il tuo compagno. È importante dunque avere le idee chiare per comprendere quando effettivamente è il caso di chiedere aiuto ad uno specialista e cosa altro fare. Senza contare che l’ansia non fa mai bene al concepimento.
Perché non si rimane incinta?
Una coppia su 5 nel nostro Paese ha difficoltà a concepire naturalmente. Tuttavia prima di parlare di infertilità è necessario sapere alcune cose. L’ovaio rilascia ogni mese un singolo ovulo. Questo ha una vita molto breve, solo 24 ore circa. È in questa manciata di ore che occorre avere un rapporto sessuale non protetto al fine della fecondazione, o almeno nella sua prossimità: gli spermatozoi vivono più a lungo all’interno dell’apparato riproduttivo femminile e quindi, se non si ha la certezza del momento dell’ovulazione si possono avere rapporti anche nelle 48 -72 ore precedenti. Gli esperti a tal proposito consigliano di avere rapporti sessuali almeno a giorni alterni. Tuttavia anche se le tempistiche si rispettano non è detto che il concepimento arrivi. Prima di parlare di infertilità il tuo medico potrebbe farti attendere un anno di tentativi se hai meno di 35 anni e 6-9 mesi se ne hai di più.
Perché non si rimane incinta? A chi rivolgersi e cosa fare
Passato questo tempo senza riuscire a rimanere incinta occorre rivolgersi ad uno specialista della fertilità. Il tuo ginecologo potrà farti fare dei primi test (come un’ecografia o i dosaggi ormonali), ma è importante anche una valutazione di coppia. Il problema del mancato concepimento potrebbe essere nel tuo compagno. Rivolgetevi -insieme- ad un centro per la fertilità qualificato, in modo da poter essere seguiti passo dopo passo, nella diagnosi e poi nell’eventuale terapia. Durante la prima visita, con un’accurata anamnesi familiare e personale, portando in visione i test fatti in precedenza ed eventualmente il calendario dei tentativi e dell’ovulazione, sarà già possibile avere delle indicazioni generali su una possibile causa, per andare poi ad approfondire con indagini diagnostiche specifiche.
Cause dell’infertilità femminile e diagnosi
Nella donna le principali cause di infertilità dipendono da disordini dell’ovulazione. Spesso sono silenti e può capitare anche di avere un ciclo mestruale regolare senza però che avvenga l’ovulazione (mai o in taluni mesi). Ad incidere sul rilascio mensile dell’ovulo da parte delle ovaie possono incorrere diversi fattori o cause, come la PCOS (Sindrome dell’Ovaio Policistico che determina anovulazione), ma anche i chili in eccesso o il sottopeso, insufficienza ovarica primaria, età avanzata, disfunzione tiroidea, iperprolattinemia ed esercizio fisico eccessivo.
Tra le altre cause più o meno comuni troviamo:
- Infezioni genito-urinarie (la clamidia è una di queste)
- Ostruzioni delle tube di Falloppio
- Anomalie della cervice uterina
- Aderenze pelviche da infezioni pregresse o acute (ovvero delle cicatrici che non permettono il corretto funzionamento dell’apparato riproduttivo) o da interventi chirurgici
- Endometriosi (tra le cause di aderenze ad esempio)
- Fattori immunologici
- Cause genetiche
- Malformazioni di una parte dell’apparato riproduttivo.
Al fine di effettuare una diagnosi confermando o escludendo un’ipotesi di infertilità è utile sottoporsi ad analisi e test che vadano ad indagare la sfera endocrina (dosaggi ormonali) e altri che verifichino la corretta pervietà delle tube, ed escludano anomalie della cervice uterina o dell’utero, nonché la presenza di aderenze, fibromi o endometriosi.
Tra i dosaggi ormonali utili troviamo: i livelli di gonadotropine, FSH ed LH, di ESTRADIOLO e di PROGESTERONE e di PROLATTINA. A questi, per l’osservazione dei cicli ovulatori si abbina una semplice indagine strumentale, un’ecografia transvaginale, efficace anche per valutare la morfologia uterina e la sua vascolarizzazione, le tube e l’endometrio. Uno step integrativo, in caso di un sospetto diagnostico in tal senso (ostruzioni o anomalie morfologiche) può essere la valutazione della pervietà tubarica (isterosonografia/ isterosalpingografia) e la valutazione endoscopica della cavità uterina (isteroscopia).
Tra gli altri test di facile realizzazione, da fare inizialmente, ci sono anche i tamponi vaginali, atti a verificare la presenza di infezioni come la Clamidia o il Trichomonas. Per valutare una sterilità genetica è invece possibile analizzare la mappa cromosomica. Non vanno dimenticate neppure analisi come la ricerca di anticorpi anti-spermatozoi all’interno del muco cervicale che potrebbero impedire il concepimento.
Le cause dell’infertilità maschile
L’infertilità maschile è spesso sottovalutata, eppure corrisponde al 40% dei casi di mancato concepimento (a pari merito con le donne, mentre il 20% è dovuto ad infertilità di coppia). Solitamente non dà sintomi in quanto è per lo più legata alla quantità o qualità di spermatozoi. Le cause possono essere:
- Anatomiche e/o funzionali come il criptorchidismo o il varicocele
- Genetiche (la più comune è la sindrome di Klinefelter che comporta un grave deficit nella produzione di spermatozoi con conseguente oligospermia o anche azoospermia)
- Infezioni ed infiammazioni (Epididimite, orchite, prostatite, uretrite)
- Malattie sessualmente trasmesse (come la Clamidia, il Papillomavirus, o la Gonorrea: possono portare ad infertilità)
- Immunologiche
- Disfunzione erettile
- Traumi o torsioni testicolari
- Malattie sistemiche (il diabete mellito, il Morbo di Cushing, l’ipotiroidismo e l’ipertensione)
- Tumori (come le malattie sistemiche possono influire sulla fertilità sia direttamente che indirettamente a causa delle terapie necessarie)
- Alcuni farmaci, come i chemioterapici, ma anche la sulfasalazina (antinfiammatorio), e gli anabolizzanti
Fatta eccezione per il varicocele e le infezioni, o la disfunzione erettile, in genere i problemi di sterilità maschile, legati alla qualità e quantità degli spermatozoi non danno sintomi e per tale motivo possono essere scoperti solo con una visita specialistica e /o uno spermiogramma. Questo test è di fatto un’analisi del liquido seminale, atta a verificare aspetto, quantità, qualità e motilità degli spermatozoi. Per approfondire alcuni aspetti morfologici c’è una metodica diagnostica innovativa, analisi dello spermatozoo ad alto ingrandimento, MSOME (Motile Sperm Organellar Morphology Examination). Tra gli altri test comuni per valutare la fertilità maschile troviamo la spermiocoltura, l’ecografia testicolare e i dosaggi ormonali (FSH, LH, PROLATTINA e TESTOSTERONE libero).
Perché non si rimane incinta? Le soluzioni
La soluzione dipende dalla causa. Ad esempio: per i disordini ovulatori una terapia ormonale può essere risolutiva, mentre un’infezione batterica acuta può essere trattata efficacemente con antibiotici. In altri casi possono essere necessari interventi chirurgici mininvasivi (come la laparoscopia per le tube di Falloppio o la risoluzione di un varicocele). Tuttavia alcune condizioni non possono essere curate, oppure non è possibile trovare una causa specifica (infertilità idiopatica o inspiegabile). Ciò non significa però dover rinunciare al sogno di un figlio. La moderna tecnologia offre varie possibilità di fecondazione assistita, come l’inseminazione intrauterina (IUI) o la fecondazione in vitro. Oggi la legislazione permette di impiegare anche gameti maschili e femminili frutto di donazione. Rivolgersi ad un centro per la fertilità qualificato significa essere accompagnati passo dopo passo in tutto il percorso necessario.