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L’ovodonazione è regolata in Italia dalla legge 40 e sue successive modifiche. Come si evince dal termine, impiega ovuli di una donatrice esterna alla coppia in una tecnica di fecondazione assistita definita per questo “eterologa”. Il processo avviene tramite Fivet Icsi e si esegue in strutture specializzate, pubbliche o convenzionate registrate presso l’Istituto Superiore di Sanità. Ma cosa dice attualmente la legge al riguardo? Chi può accedere all’ovodonazione? Come vengono selezionate le donatrici di ovociti? Vediamo nel dettaglio.

Ovodonazione in italia, cosa dice la normativa e a chi rivolgersi

Chi può accedere all’ovodonazione?

La fecondazione eterologa è possibile in Italia dall’Aprile del 2014. Questo in seguito ad una sentenza della Corte Costituzionale che ha di fatto abrogato il limite contenuto nella Legge 40/2004 che vietava la possibilità di rivolgersi ad un donatore esterno alla coppia. Tuttavia permangono delle restrizioni.
Sostanzialmente possono accedere all’ovodonazione tutte quelle donne la cui infertilità è dovuta ad un problema di ovulazione, ma non solo. La normativa specifica i casi:

– Menopausa chirugica (con asportazione delle ovaie)
– Altre cause iatrogene (come la chemio-radioterapia)
– Menopausa precoce/ Esaurimento della funzione ovarica
– Scarsa qualità della riserva ovarica della donna che non permette il concepimento o il proseguo dell’adeguato sviluppo dell’embrione
– Assenza congenita delle ovaie (es. Sindrome di Turner)
– Altre condizioni che compromettono la capacità riproduttiva della donna
– Laddove esista il rischio di trasmettere al bambino una malattia genetica di cui la donna è portatrice
– Ripetuti fallimenti di altre tecniche di fecondazione assistita omologa
– Ripetuto mancato attecchimento embrionale, ovvero in presenza di una poliabortività sine causa

In tutti i casi la legge stabilisce che il ricorso all’ovodonazione sia possibile solo dopo accertata e certificata patologia che ha indotto una sterilità o infertilità irreversibile, cioè quando non ci sono altre soluzioni. Possono farvi ricorso (anche all’eterologa maschile con donazione di spermatozoi) solo le coppie di sesso diverso, coniugi o conviventi, con più di 18 anni, entrambe viventi ed in età “potenzialmente fertile”. Questo significa che in Italia rimane vietata alle coppie omosessuali e alle donne troppo anziane. In realtà in tal senso non c’è un riferimento anagrafico preciso, per cui si stabilisce l’età media della menopausa e si valutano i casi volta per volta.

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Chi sono le donatrici?

La legge italiana stabilisce anche quali donne possono donare i propri gameti.

– Devono avere un’età compresa tra i 20 ed i 35 anni
– Essere in salute, nonché in grado di intendere e di volere
– Non avere anomalie genetiche in famiglia (per questo è necessario conoscere i propri genitori biologici e la loro eventuale anamnesi: sono escluse dalla donazione automaticamente le donne adottate, figlie di madre o padre ignoti o concepite attraverso una fecondazione con donazione di gameti).
– Non devono aver fatto abuso di alcol o sostanze stupefacenti
– Non svolgono una professione a contatto con radiazioni o sostanze tossiche.

In Italia, a differenza di altri Paesi, anche della Comunità Europea, la donazione di ovociti è gratuita e deve essere anonima (non è possibile quindi neppure da una familiare). Ciò comporta una carenza che viene comunque compensata con il trasferimento tramite banche di ovuli crioconservati all’estero e centri qualificati per la fecondazione assistita del suddetto materiale biologico.

Come vengono selezionati gli ovuli?

La scelta della donatrice, in specifiche banche di ovuli, viene eseguita attraverso alcuni parametri di compatibilità con la coppia ricevente: ovviamente il gruppo sanguigno, ma anche razza, colore degli occhi e dei capelli, nonché altezza. La legge vieta la preferenza mirata ad altre caratteristiche onde evitare una selezione eugenetica.

A chi rivolgersi per l’ovodonazione?

Non tutti i centri per la fertilità sono autorizzati o in grado di eseguire tali procedure. E’ fondamentale rivolgersi ad una struttura con comprovata esperienza. Cercando informazioni si può scoprire che in centri come Raprui lavorano professionisti capaci che si sono occupati di eterologa all’estero, ben prima del 2014. Un altro aspetto determinante è quello che riguarda l’origine degli ovuli impiegati nella PMA. E’ importante che la struttura a cui ci si rivolge collabori con criobanche selezionate all’interno della Comunità Europea, qualificate ed attente alla normativa che richiede donatrici sane, nonché a tutta la procedura necessaria, dal prelievo alla consegna del materiale biologico tramite corrieri specializzati.

Una lista dei centri accreditati è possibile trovarla nel Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita istituito in seno all’ISS (Istituto Superiore di Sanità).

4 Comments

  • Francesca ha detto:

    Salve vorrei informazioni

  • Enrica ha detto:

    Salve vorrei informazione sulle garanzie di privacy per coniugi che effettuano tale tecnica. Ho amici medici o che lavorano nell’arma e nella sanità, potrebbero poter risalire al fatto che un futuro figlio sia arrivato con la tecnica dell’ovodonazione.

    • Redazione ha detto:

      Cara Enrica, in fase di organizzazione dell’ovodonazione la donatrice viene selezionata in base alla compatibilità con i genitori in modo tale che il nascituro presenti carattestistiche assolutamente sovrapponibili ai genitori (sia di caratteristiche fisiche del cariotipo, sia di gruppo sanguigno). In ogni caso la legge italiana tutela l’anonimato sia della donatrice che della coppia di genitori ricevente.

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