In caso di infertilità femminile dovuta a mancanza di ovuli o scarsa qualità o quantità degli stessi, è possibile sottoporsi ad ovodonazione, ovvero ad una tecnica di procreazione medicalmente assistita che prevede la donazione di gameti femminili da parte di una donna esterna alla coppia che vuole avere un bambino. L’ovulo viene fecondato in vitro con il seme del compagno. Sviluppato l’embrione, si impianta nell’utero della donna ricevente – la partner della coppia – e si segue la gravidanza con un attento monitoraggio.
Fino a pochi anni fa le tecniche eterologhe (cioè con donazione di gameti) erano vietate in Italia e le coppie che desideravano avere un figlio erano costrette a viaggi all’estero. Oggi per fortuna non è più così. Ecco cosa occorre sapere al riguardo dell’ovodonazione, su dove andare e come scegliere il centro giusto.
Ovodonazione, cosa dice la legge
La normativa italiana riguardo alla procreazione medicalmente assistita (PMA) è regolata dalla legge 40/ 2004 e successive modifiche, alcune stabilite dalla Corte Costituzionale. Tra queste è di particolare rilievo la sentenza 162 del 2014 che ha di fatto considerato come incostituzionale il divieto di poter usufruire di gameti donati cosa che rendeva impossibile nel nostro Paese la fecondazione eterologa. Una sentenza precedente (del 2009) aveva invece parzialmente abbattuto il limite previsto dalla normativa riguardo al numero di ovuli inseminabili, che era di 3. In tali condizioni era più logico, seppur più oneroso e stressante andare all’estero dove le possibilità di successo di una gravidanza erano sicuramente maggiori.
Ovodonazione, dove andare?
Oggi, abbattute tali limitazioni non c’è più bisogno di andare lontano. Basta rivolgersi ad un centro qualificato per la PMA. Ve ne sono su tutto il territorio italiano, in strutture pubbliche, private e private convenzionate con il SSN. Una lista dei centri accreditati è possibile trovarla anche online, sul sito del Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita istituito in seno all’ISS (Istituto Superiore di Sanità).
Fecondazione assistita e centri di II e III livello, che significa?
I centri per la fecondazione assistita vengono classificati in base alle tecniche adottate e alla loro conseguente difficoltà di esecuzione.
- I centri di II livello sono in grado di eseguire tecniche di fecondazione più complesse, in vitro, come la GIFT, la FIVET e l’ICSI, la crioconservazione di gameti maschili e femminili, nonché quella degli embrioni.
- I centri di III livello danno accesso a procedure di prelievo chirurgico degli spermatozoi (come MESA, TESE, PESA, TESA).
Ovodonazione: come scegliere il centro più idoneo
È importante rivolgersi ad un centro qualificato e con provata esperienza in tecniche di fecondazione assistita come RAPRUI, ma anche nello specifico di eterologa ed ovodonazione. Si tratta di procedure autorizzate solo di recente? È vero, ma molti specialisti della fertilità che operano in Italia in passato hanno lungamente lavorato e collaborato all’estero in altre strutture presso le quali seguivano le loro pazienti. È utile dunque nella scelta del centro più idoneo all’ovodonazione reperire i dati circa l’esperienza non solo del centro in se, ma anche quella dei professionisti che vi prestano il loro servizio.
Un altro aspetto importante è quello che riguarda la provenienza degli ovuli impiegati nel centro per la PMA che si è individuato: nel nostro Paese non ci sono molte donatrici di ovuli per alcune limitazioni ancora presenti nella normativa e dunque i centri italiani devono far ricorso in tal senso a criobanche all’estero. Un buon centro sarà dunque quello che, per lunga esperienza, ha selezionato e collabora con criobanche qualificate, attente alla procedura e alla selezione di donatrici sane. È importante anche che queste siano all’interno della Comunità Europea, in quanto soggette a leggi e controlli che sono una garanzia di sicurezza.
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