L’ormone antimulleriano, noto anche con il suo acronimo AMH, è una glicoproteina prodotta dalle cellule dei follicoli ovarici in età fertile e dunque rappresenta un indicatore essenziale della salute riproduttiva delle donne con particolare riferimento alla riserva ovarica: più alti sono i suoi livelli, maggiore è il numero di ovociti a disposizione. Con l’aumentare dell’età, in particolare tra i 30 e i 45 anni, il livello di questo ormone tende fisiologicamente a diminuire, proprio perché cala il numero di ovociti presenti nelle ovaie. Comprendere i valori dell’AMH è molto importante per le donne che desiderano una gravidanza. Ecco tutto quello che bisogna sapere sul tema.
Ormone antimulleriano: cos’è e a cosa serve
L’ormone antimulleriano (AMH) è prodotto dalle cellule dei follicoli presenti nelle ovaie e destinati a svilupparsi in ovociti durante ogni singolo ciclo mestruale, pronti per essere fecondati da uno spermatozoo, dopo l’ovulazione. Ogni donna nasce con un numero predeterminato di tali follicoli che quindi tenderanno ad esaurirsi con il passare del tempo (per questo si parla di riserva ovarica), specialmente a partire dai 30 anni. Ovvero a differenza dei gameti maschili, non si riproducono in continuazione. Il calo del numero dei follicoli si fa più veloce dopo i 35 anni, e rapidissimo oltre i 45. La funzione principale quindi dell’ormone antimulleriano è quindi quello di indicare la quantità di follicoli antrali rimanenti nelle ovaie al momento del test. Come è facile intuire si tratta di un parametro essenziale in medicina riproduttiva, poiché rappresenta concretamente la potenziale capacità della donna di ovulare e rimanere incinta. Attenzione però. Si tratta di un indicatore quantitativo: anche la qualità degli ovociti concorre nelle possibilità di concepire un bambino e pure tale aspetto può avere un impatto determinante. In pratica l’AMH consente una valutazione precoce e precisa dell’età ovarica, un parametro fondamentale per capire se ci siano o meno possibilità nel concepimento.
Ormone antimulleriano: valori normali e di riferimento
Dunque, i valori dell’ormone antimulleriano non sono fissi e prestabiliti, ma variano in base all’età. Il dosaggio si esegue con una semplice analisi del sangue. Per comprendere meglio l’andamento di tale prezioso fattore al fine della salute riproduttiva esistono comunque dei parametri medi di riferimento e sono i seguenti:
- AMH alto (>3,0 ng/mL): è un livello indicativo di una buona riserva ovarica. Tuttavia bisogna prestare attenzione: se i valori sotto troppo alti, possono essere rappresentativi di una condizione medica come la PCOS (Sindrome dell’Ovaio Policistico)
- AMH normale (1,5-3,0 ng/mL): suggerisce una riserva ovarica sana
- AMH basso (<1,5 ng/mL): indica una diminuzione della riserva ovarica e può richiedere cure mediche.
In base all’età invece i parametri vanno così considerati:
- Età < 30 anni: valori superiori a 3,0 ng/mL sono considerati ottimali
- Età 30-35 anni: valori tra 1,5 e 3,0 ng/mL sono nella norma
- Età 35-40 anni: valori tra 1,0 e 2,5 ng/mL indicano una riserva ovarica discreta
- Età 40-45 anni: valori inferiori a 1,0 ng/mL suggeriscono una riserva ovarica ridotta.
È comunque importante sottolineare come tali risultati non siano da considerate assoluti al fine di un concepimento, poiché ogni donna è diversa. Vanno sempre fatti interpretare ad un medico specialista, che deve metterli in relazione al contesto clinico individuale della paziente. Ad esempio? Una donna di 37 anni con un valore AMH di 1,2 ng/mL potrebbe avere una fertilità ancora buona, mentre un valore inferiore a 0,5 ng/mL sarebbe indicativo di una ridotta capacità di concepire un bambino in modo spontaneo. Non va infine dimenticato un altro aspetto: l’AMH è solo uno dei fattori che influenzano la fertilità. Alcune donne con livelli di AMH bassi riescono ad ottenere una gravidanza senza problemi, altre con livelli ottimali invece no. Dipende anche dalla qualità degli ovociti, nonché da numerosi altri fattori che sono alla base delle cause dell’infertilità di coppia.
Ormone antimulleriano e fertilità: a chi rivolgersi se è basso e cosa fare?
Bassi livelli di ormone antimulleriano possono indurre preoccupazione nelle donne che desiderano avere un figlio. Tuttavia, questo parametro non è sinonimo di infertilità, ma solo di potenziale difficoltà. In presenza di una riserva ovarica ridotta, è comunque importante rivolgersi ad un centro specializzato in medicina riproduttiva, come la clinica Raprui. Qui, un team multidisciplinare di esperti può offrire un percorso diagnostico accurato ed una terapia personalizzata ed appropriata. Tra le soluzioni più frequenti per le donne con riserva ovarica bassa, vi sono:
- Stimolazione ovarica mirata per aumentare le possibilità di ovulazione
- Tecniche di PMA (IUI, FIVET o ICSI)
- Preservazione della fertilità attraverso il congelamento degli ovociti, specialmente se la donna non intende concepire nell’immediato.
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