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Non posso avere figli! Una frase che spezza il cuore, frutto di una profonda sofferenza che coinvolge chi la pronuncia, ma anche il partner ed il resto della famiglia. Le conseguenze sono spesso pesanti a livello emotivo, individuali e di coppia. C’è chi rinuncia e chi si chiede se ci sono ancora altre possibilità. Ma quali?

Non posso avere figli, conseguenze e possibilità

Non poter avere figli, conseguenze

L’infertilità sottopone la coppia ad intenso stress. Da quando si inizia a tentare di concepire un bambino, poi l’iter della temperatura basale e dei giorni fertili, con il risultato del test sempre negativo. Qualcuno rimanda, altri in ansia si rivolgono ad un centro per la fertilità. L’ansia sale nel periodo della diagnostica, delle visite, per le aspettative, perché in fondo si ha timore di essere il “colpevole” della situazione, di avere la conferma di ciò che si pensa da tempo: “Non posso avere figli”. Le testimonianze al riguardo sono veramente numerose. Tuttavia il momento della diagnosi, che necessita di un periodo di elaborazione psicologica, va visto solo come punto di partenza: nella maggioranza dei casi si può iniziare un percorso di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), che pure sarà stressante sia dal punto di vista fisico che emotivo, ma aiuterà a raggiungere lo scopo. In questi contesti un supporto psicologico può essere prezioso per la coppia travolta da sentimenti profondi, dubbi, ansie e paure che investono l’area privata, quella relazionale, sociale ed economica.

Non posso avere figli, perché?

Fondamentale prima di tutto è comprendere la diagnosi: si tratta di sterilità o infertilità? Benché questi termini siano spesso usati come sinonimi, tra loro sussiste una differenza: la sterilità è una condizione in cui uno o entrambi i partner della coppia hanno un problema fisico considerato irreversibile che rende impossibile il concepimento. Si parla di sterilità primaria quando non si è mai stati in grado di concepire, di secondaria invece nel caso il problema si sia manifestato dopo un primo concepimento. Di contro il termine infertilità si riferisce ad una condizione potenzialmente risolvibile. Le cause di tutto ciò sono numerose, talvolta non si riescono ad identificare (infertilità idiopatica), ma nella maggioranza dei casi la medicina riproduttiva offre delle possibilità di soluzioni. L’assenza di utero congenita, dovuta ad una malattia rara è una condizione irreversibile ed irrisolvibile, ma la menopausa precoce, così come l’azoospermia non precludono totalmente la possibilità di avere un bambino.

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Non posso avere figli, quali possibilità ho?

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce una coppia infertile dopo un anno di tentativi andati a vuoto o 6 mesi se la donna ha più di 35 anni o sussistono fattori di rischio particolari (ad esempio l’endometriosi). In tal caso occorre rivolgersi ad un centro per la fertilità al fine di indagarne le cause. Anche se si è giovani e si ha potenzialmente molto tempo davanti a se. Una donna raggiunge il massimo della fertilità a 25 anni, poi comincia a diminuire lentamente fino ai 35 anni e più rapidamente dopo, fino alla menopausa. Anche negli uomini la qualità dei gameti inizia a diminuire dopo i 35 anni. Per questo se sussistono problemi di salute risolvibili è bene conoscerli subito. Dopo la diagnosi sarà quindi possibile accedere alle terapie del caso, che possono essere farmacologiche, chirurgiche o di Procreazione Medicalmente Assistita. Tra queste troviamo:

  • Inseminazione intrauterina
  • Fecondazione in vitro (FIVET)
  • Inseminazione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI)

In alcuni casi anche tecniche come la TESA e la TESE, particolarmente sofisticate, possono essere d’aiuto. La prima, TESA (Testicular Sperm Aspiration) consiste nell’aspirazione percutanea di tubuli seminiferi con ago sottile, mentre la seconda TESE (Testicular Sperm Extraction) è caratterizzata dall’estrazione chirurgica di tessuto testicolare; il tutto al fine di recuperare spermatozoi sani in presenza di azoospermia severa. Non va dimenticata infine la possibilità di fecondazione in vitro eterologa, sia maschile che femminile, ovvero con gameti donati da persona esterna alla coppia.

 

 

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