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L’ipotiroidismo può dare problemi di fertilità e perché? La domanda è lecita: molte donne affette da questa condizione lo sanno, mentre altre, alle prese con una gravidanza che non arriva vengono invitate a controllare la funzionalità della tiroide: nell’ipotiroidismo c’è una bassa attività e dunque una scarsa produzione di ormoni tiroidei. Tale situazione può interferire con l’ovulazione e dunque con la capacità di concepire un bambino, ma anche con lo sviluppo dell’endometrio, l’annidamento ed il proseguo della gestazione. Non va inoltre dimenticato come questa condizione sia talvolta innescata da patologie autoimmuni o malfunzionamento dell’ipofisi tali sempre da indurre infertilità. Dunque, il legame c’è. La buona notizia è che non sempre sussiste un disordine ovulatorio e comunque esistono delle soluzioni alternative, a partire proprio dalla cura dell’ipotiroidismo. Vediamo nel dettaglio.

Ipotiroidismo e fertilità: quale legame?

Ipotiroidismo, cos’è, sintomi e cause

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla particolarmente preziosa poiché è responsabile della produzione di numerosi ormoni, necessari a diverse funzioni fisiologiche come il metabolismo, l’ovulazione, la frequenza cardiaca, la temperatura corporea e la respirazione.  Una donna su otto nell’arco della sua vita sperimenta disturbi del funzionamento della tiroide. Tra le varie patologie è particolarmente frequente l’ipotiroidismo, legato ad una bassa attività della ghiandola, che non riesce a produrre un’adeguata quantità di ormoni. Questo fa rallentare il metabolismo, portando a diversi disturbi. Nella fase iniziale spesso non sussistono sintomi o comunque non sono specifici, come i seguenti:

  • Affaticamento
  • Letargia
  • Aumento di peso
  • Sensibilità al freddo
  • Diradamento dei capelli
  • Depressione
  • Abbassamento del tono della voce o raucedine
  • Diminuzione della libido
  • Dolori articolari e muscolari
  • Mestruazioni irregolari
  • Problemi di fertilità
  • Aborti spontanei ricorrenti

Quali sono le cause di ipotiroidismo? Tra le più comuni troviamo:

  • Malattia di Hashimoto, la più frequente (si tratta di una malattia autoimmune)
  • Tiroidite, un’infiammazione
  • Ipotiroidismo congenito ovvero presente alla nascita
  • Asportazione chirurgica di parte o di tutta la tiroide
  • Radioterapia della tiroide e alcuni tipi di chemioterapia
  • Alcuni farmaci, inclusi i farmaci contenenti iodio, il litio e l’amiodarone

Ipotiroidismo e fertilità

Il legame tra ipotiroidismo e infertilità è piuttosto vario: bassi livelli di ormone tiroideo possono influenzare molti aspetti diversi del ciclo mestruale e del processo di ovulazione. Nello specifico la tiroide produce diversi ormoni, due dei quali sono direttamente collegati alla funzione ovarica, influenzandola in tutto e per tutto: la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). Sono dunque responsabili della crescita e maturazione degli ovuli, ma anche della produzione di progesterone ed estrogeni, nonché dello sviluppo ed attecchimento degli embrioni nelle prime fasi di sviluppo. In che modo influenzano tutto questo? Bassi livelli di Tiroxina, ad esempio, sono correlati a concentrazioni di prolattina più elevata del dovuto, come in allattamento quando in conseguenza l’ovulazione si interrompe. L’ipotiroidismo può anche indurre un accorciamento della fase luteale a meno di 10 giorni dai 12-16 normali; ne possono derivare problemi di fertilità in quanto l’endometrio non ha il tempo adeguato a prepararsi ad accogliere l’eventuale embrione, con la conseguenza di un aborto spontaneo precoce. L’ipotiroidismo influisce sulla fertilità femminile anche in altri modi, ovvero influenzando la qualità del muco cervicale, essenziale per gli spostamenti e la sopravvivenza degli spermatozoi.

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Ipotiroidismo subclinico e fertilità

Di particolare rilevanza c’è poi anche un altro aspetto, ovvero quello che riguarda il cosiddetto ipotiroidismo subclinico. Si tratta di una condizione in cui i livelli di T4 rientrano in un range di normalità, ma si assiste a valori leggermente elevati di TSH (Ormone Stimolante della Tiroide): in pratica non si è in presenza di un vero e proprio ipotiroidismo, clinicamente definito, ma di un’alterazione della funzionalità della tiroide. I sintomi non sono sempre presenti e comunque sono comunemente lievi e non specifici: di solito si tratta di uno strano senso di affaticamento e/o aumento di peso non spiegabili. A questi si abbina anche la difficoltà di rimanere incinta: l’ipotiroidismo subclinico è associato all’infertilità tiroidea e a un rischio più elevato di aborto spontaneo e parto pretermine. È anche collegato a una minore riserva ovarica nelle donne sopra i 35 anni, ma anche a tassi di successo inferiori con la fecondazione in vitro.

Ipotiroidismo e gravidanza, missione impossibile?

Assolutamente no. L’ipotiroidismo (anche quello subclinico) è associato ad infertilità, ma questo non significa che non si possa rimanere in stato interessante e portare avanti una gravidanza fino al termine. La condizione in pratica non produce sterilità, ma solo potenziale infertilità. Soprattutto, una volta individuato il problema è possibile attivare la giusta terapia e continuare ad avere una vita normale, con concepimento e gestazione sana e a termine, sia in modo naturale che con la procreazione medicalmente assistita. È importante però rivolgersi sempre a specialisti qualificati, che possano effettuare una rapida ed accurata diagnosi e stabilire il trattamento adeguato. Il centro Raprui può essere il luogo idoneo, soprattutto se l’infertilità prosegue oltre la cura farmacologica.

 

 

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