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L’infertilità maschile può avere diverse cause e nella stragrande maggioranza dei casi può essere trattata dopo un’attenta diagnosi. Nello specifico va ricordato che nel mondo una coppia su sette è infertile, ovvero non è riuscita ad ottenere un concepimento dopo un anno di tentativi. Dal partner maschile dipende il 30% della casistica, mentre un 20% coinvolge contemporaneamente sia l’uomo che la donna.

Infertilità maschile: cause, sintomi e terapie

Infertilità maschile, le cause

La riproduzione umana è un evento tanto affascinante, magico, quanto complesso. Numerosi fattori possono ostacolare la riuscita di un concepimento e questi possono riguardare sia la donna che l’uomo o ambedue (si parla in tal caso di infertilità di coppia). La fertilità maschile è strettamente legata al processo di produzione di spermatozoi sani e al loro trasporto efficace dai testicoli fino ai dotti eiaculatori.

Le cause più comuni dell’infertilità maschile sono quindi le seguenti:

  • Anomalie dello sperma: gli spermatozoi (o gameti maschili) devono essere in adeguata quantità e qualità. Se il loro numero è inferiore ai 15 milioni per millilitro di sperma, si parla di azoospermia e le possibilità di un concepimento sono più rare. Altresì devono avere una buona motilità ed un’anatomia corretta: sono parametri fondamentali nel concepimento per poter penetrare l’ovulo femminile. In assenza di questi requisiti si ha la diagnosi di astenozoospermia. Le condizioni possono presentarsi anche insieme.
  • Anomalie anatomiche: possono coinvolgere i testicoli (come il varicocele  che è la causa reversibile più comune di infertilità maschile) o i dotti che  trasportano lo sperma. Ciò induce azoospermia o oligospermia nell’eiaculato.
  • Problemi ormonali, come il basso livello di testosterone
  • Trauma testicolare

I problemi con la fertilità maschile possono essere causati da una serie di problemi di salute e/o cure farmacologiche correlate:

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  • Infezioni: queste possono interferire con la produzione dei gameti o creare aderenze e dunque blocchi ostruttivi nelle vie di trasporto. Esempi ne sono l’orchite o l’epididimite ed alcune malattie a trasmissione sessuale come la gonorrea. Alcune di queste infezioni possono indurre danni permanenti, ma il più delle volte lo sperma può ancora essere recuperato.
  • Disturbi dell’eiaculazione: è il caso dell’eiaculazione retrograda, in cui lo sperma anziché fuoriuscire si distribuisce nella vescica. Diverse condizioni di salute possono provocare questo tipo di infertilità come il diabete, lesioni spinali, farmaci e chirurgia della vescica, della prostata o dell’uretra.
  • Condizioni immunologiche: alcuni anticorpi attaccano erroneamente gli spermatozoi.
  • Tumori, anche non maligni: quando colpiscono direttamente gli organi riproduttivi maschili, o le ghiandole che intervengono nella produzione degli ormoni. Anche le terapie oncologiche possono interferire con la fertilità maschile.
  • Testicoli non discesi.
  • Squilibri ormonali.
  • Condizioni genetiche e difetti cromosomici.
  • Difficoltà nei rapporti sessuali: disfunzione erettile, eiaculazione precoce, rapporti dolorosi, anomalie anatomiche come l’ipospadia.
  • Farmaci: steroidi anabolizzanti, chemioterapia, ed altri tra cui alcuni farmaci per l’artrite e l’ulcera possono compromettere la produzione di spermatozoi.
  • Precedenti interventi chirurgici.

Esistono poi delle cause strettamente ambientali, ovvero legate all’esposizione di sostanze chimiche, metalli pesanti (piombo), radiazioni che riducono o inibiscono la produzione degli spermatozoi o la loro qualità. Allo stesso modo può incidere un cattivo stile di vita che comporta consumo di droghe o eccessive dosi di alcolici, tabagismo ed obesità.

Infertilità maschile, i sintomi

Spesso l’infertilità maschile non dà sintomi e la diagnosi si fa solo quando ci si rende conto di non riuscire a concepire un bambino. In alcuni casi però, in base alle cause sottostanti è possibile rilevare alcuni campanelli d’allarme:

  • Disfunzioni sessuali: come quella erettile, scarsa quantità di fluido eiaculato, o mancanza dello stesso
  • Dolore, gonfiore o presenza di un nodulo al tatto in uno dei testicoli
  • Ginecomastia (crescita anormale delle mammelle)
  • Diminuzione della peluria (segni di un’alterazione ormonale)

Infertilità maschile, le terapie

Le terapie per l’infertilità maschile dipendono dalla causa. E’ dunque fondamentale prima di tutto rivolgersi ad un centro qualificato per stabilire una corretta ed approfondita diagnosi, per giungere alla quale è necessaria un’anamnesi precisa ed una serie di test, a partire dallo spermiogramma e dosaggi ormonali.

Le cure per l’infertilità maschile includono:

  • Chirurgia: ad esempio per il varicocele o per invertire una precedente vasectomia, ma non solo. In assenza di spermatozoi nell’eiaculato questi possono essere recuperati dai testicoli o dall’epididimo con tecniche chirurgiche specifiche come la TESE.
  • Terapia antibiotica in caso di infezioni batteriche (non sempre risolutiva).
  • Trattamenti per i disturbi nei rapporti sessuali.
  • Cure ormonali.
  • Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Queste prevedono l’impiego di spermatozoi ottenuti a seconda dei casi attraverso la normale eiaculazione, un recupero chirurgico o un donatore esterno alla coppia. Si prosegue poi con tecniche di fecondazione assistita di vari livelli (IVI, FIVET, ICSI).

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