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Quando si cerca di avere un bambino senza successo, subentrano nella coppia numerose domande: “E’ colpa mia?”, “Da cosa può dipendere?  “A chi possiamo rivolgerci? “Quale è la migliore tecnica di fecondazione assistita”? Sono dubbi molto comuni, leciti, e sicuramente non gli unici. Trovare le giuste risposte può aiutare ad affrontare l’infertilità con maggiore consapevolezza e serenità. Vi aiutiamo in questo percorso.

Infertilità, le 10 domande (e risposte) più importanti!

1. Infertilità: significa che non potrò mai avere un bambino in modo naturale?

Iniziamo con la definizione stabilita dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): si definisce infertile una coppia che non riesce a concepire dopo 12 mesi di rapporti intimi mirati. Mensilmente il tasso di concepimento di una coppia fertile è pari al 20-25% circa che sale all’85% nell’arco di un anno. Quindi prima di parlare di sterilità o infertilità, occorre attendere i tempi fisiologici. Solo una volta passato tale periodo, senza successo, gli esperti consigliano di rivolgersi ad uno specialista della fertilità per indagarne le cause. Se la donna è over 35 invece la tempistica scende a 6 mesi. Dalla precisa diagnosi dipende la soluzione del problema. A volte dopo un percorso terapeutico o chirurgico è possibile riuscire ad avere una gravidanza in modo naturale (se ad esempio si è in presenza di un’ostruzione delle tube o di un utero setto, quanto di una disfunzione ormonale trattabile); di contro, in presenza di disturbi sia del fattore maschile che di quello femminile non curabili, è possibile ricorrere a varie tecniche di fecondazione assistita, in vitro e no, eterologhe o omologhe.

2. È colpa mia? Quali sono le cause comuni di infertilità?

Le evidenze scientifiche hanno da tempo dimostrato che l’infertilità non è prerogativa delle donne come erroneamente si riteneva in passato. Il 40% è dovuto a fattori femminili, altrettanto a fattori maschili, mentre un 20% a cause non identificabili. Può capitare anche che sussistano più disturbi contemporaneamente, da ambo le parti, o che vi sia un’incompatibilità (come nel caso di una reazione autoimmune nei confronti degli spermatozoi). Per ciò che riguarda la donna le cause più comuni sono:

  •     Età avanzata
  •     Endometriosi
  •     Fibromi
  •     Malattia infiammatoria pelvica
  •     Sindrome delle ovaie policistiche (PCOS)
  •     Ostruzioni delle tube di Falloppio
  •     Malformazioni uterine
  •     Disfunzioni ormonali

Al maschile le cause sono riconducibili alla produzione degli spermatozoi, in quantità, morfologia e motilità anomale. A determinare queste disfunzioni sussistono numerosi fattori come i seguenti:

  • Anomalie anatomiche (come il varicocele)
  • Alterazioni ormonali (come i bassi livelli di testosterone)
  • Traumi testicolari
  • Ostruzioni delle vie seminali
  • Infezioni ed infiammazioni
  • Disturbi dell’eiaculazione (come l’eiaculazione retrograda)
  • Condizioni immunologiche: alcuni anticorpi attaccano erroneamente gli spermatozoi.
  • Condizioni genetiche o difetti cromosomici
  • Disfunzione erettile
  • Assunzione di alcuni farmaci

3. Come si fa la diagnosi?

Non esiste un test unico per la fertilità, viste anche le numerose possibili cause sia nell’uomo che nella donna. Quando ci si rivolge ad uno specialista quindi, il primo passo è quello di raccontare la propria anamnesi e la storia dei tentativi non andati a buon fine. L’approccio deve necessariamente essere “di coppia”, le valutazioni diagnostiche vanno fatte insieme. Lo step iniziale al maschile non può prescindere da uno spermiogramma, mentre al femminile saranno utili dosaggi ormonali ed ecografia, per controllare la riserva ovarica o anomalie uterine. Si procederà poi con indagini diagnostiche mirate volte a confermare un sospetto o ad escluderlo.

4. Infertilità: a chi rivolgersi e come scegliere

Quando un bambino non arriva dopo un anno di tentativi o 6 mesi, in base all’età della donna, è opportuno rivolgersi ad un centro per la fertilità. Qui si possono trovare tutti gli specialisti del caso: ginecologo, andrologo, genetista, endocrinologo, eccetera, in grado di lavorare in team, per individuare precocemente la causa ed avviare un iter terapeutico e/o un percorso di fecondazione assistita. Il ginecologo di base può infatti non bastare: l’approccio all’infertilità deve essere di coppia ed è preferibile poter eseguire tutti i test in una medesima struttura (dosaggi ormonali come quello dell’ormone anti-mulleriano o del testosterone, l’isterosalpingografia per valutare la pervietà delle tube di Fallopio, l’isteroscopia per identificare ed eventualmente correggere malformazioni uterine, fare uno spermiogramma, un test di frammentazione spermatica, eccetera). Ciò comporta meno stress, un abbattimento dei tempi, ma soprattutto la garanzia di professionisti esperti nel settore e costantemente aggiornati nonché tecnologie all’avanguardia. Scegliere la clinica per la fertilità non è semplice: le opinioni al riguardo di una o di un’altra sono sempre molto diverse tra loro perché relative ad un’esperienza personale che può essere stata più o meno positiva. È importante sapere che un centro per la fertilità deve essere oltre che qualificato anche certificato, ovvero autorizzato ai trattamenti. La lista delle strutture è presente sul sito dedicato alla Procreazione Medicalmente Assistita, dell’Istituto Superiore di Sanità.

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5. Meglio una struttura pubblica o una privata?

Optare per una clinica piuttosto che un ospedale è una scelta personale. Sussistono pro e contro in ambedue i casi. Una struttura pubblica sostanzialmente offre la possibilità di effettuare l’iter diagnostico, quello terapeutico e l’eventuale fecondazione assistita pagando semplicemente il ticket, con un gran risparmio economico rispetto al privato. L’accesso però, dato l’alto numero di richieste, può essere molto lontano nel tempo, con un primo appuntamento anche a distanza di mesi. Può capitare inoltre di non essere seguiti sempre dallo stesso specialista, ma da quello “di turno”, che sia difficile parlare con qualcuno in caso di problemi o anche che l’esecuzione di alcuni test diagnostici sia da effettuare altrove per le lunghe liste d’attesa. Nei centri per la fertilità privati questi limiti solitamente non ci sono, a fronte di un maggior impegno economico.

6. Quali sono i migliori trattamenti per la fertilità?

Non esiste un trattamento migliore per la fertilità che sia valido per tutti. Al contrario esistono numerosi trattamenti validi da impiegare a seconda dei casi, dopo un’attenta ed accurata diagnosi. In una coppia, ad esempio, potrà essere utile affrontare una IUI (inseminazione intra uterina), mentre per un’altra sarà necessaria una ICSI, ovvero una fecondazione in vitro con iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo nell’ovocita. Occorre affidarsi con fiducia al proprio specialista della fertilità.

7. L’alimentazione ed il peso influiscono sulla fertilità?

Sì. L’alimentazione ha un ruolo importante nella fertilità così come nei percorsi di fecondazione assistita: studi scientifici hanno evidenziato maggiori tassi di successo quando si è in presenza di una dieta sana e di una persona/ coppia normopeso. Una dieta squilibrata infatti può creare carenze nutrizionali ed eccessi di sostanze nemiche della fertilità. I chili di troppo o in meno, ad esempio, sono spesso correlati a condizioni di salute che possono influenzare sia l’ovulazione che la produzione spermatica; quando si decide di avere un bambino è importante quindi assumere uno stile di vita sano, a partire da una dieta equilibrata, eliminando o riducendo anche gli alcolici, di qualunque gradazione.

8. Perché l’età della donna è fondamentale nell’infertilità?

La donna ha una vita riproduttiva limitata nel tempo in quanto determinata da un certo numero di ovuli a sua disposizione. Si nasce con tantissimi ovociti. A partire dalla prima mestruazione, mensilmente, centinaia di questi subiranno una stimolazione ormonale per arrivare all’adeguato sviluppo. Solo uno raggiungerà lo stadio massimo e sarà destinato all’ovulazione, mentre gli altri si disperderanno. Con il passare degli anni quindi il numero di ovuli diminuisce (accelerando dopo i 35 -40 anni) fino ad arrivare a zero intorno ai 50-55 anni, ovvero con la menopausa. In più, essendo questi gameti presenti sin dalla nascita, dopo gli “anta” possono presentare segni di invecchiamento e dunque non essere più reattivi e sani: è più difficile concepire un bambino, mentre è più facile in caso di gravidanza, un aumento di aborti spontanei e anomalie genetiche nel bambino.

9. Anche nell’uomo la fertilità dipende dall’età?

Ebbene sì. A differenza di ciò che si crede anche per l’uomo si può parlare di orologio biologico. Chiaramente non allo stesso modo che nelle donne: i gameti maschili, cioè gli spermatozoi, vengono prodotti ad oltranza dai testicoli e non sono in numero predeterminato. Tuttavia, gli organi riproduttivi invecchiano come il resto dell’organismo e ciò può avere un’influenza sul numero e sulla qualità degli spermatozoi. Problemi che possono iniziare a manifestarsi già dopo i 35 anni per peggiorare dopo i 40. Un calo drastico e significativo dei valori spermatici è comunque visibile più comunemente dopo i 60 anni; da qui gli effetti sulla fertilità maschile.

10. Come posso migliorare la mia fertilità?

Non esistono bacchette magiche, ma un approccio multidisciplinare messo a punto da un team di specialisti, in caso di infertilità. Alcune cause sono facilmente trattabili, altre invece possono essere alleviate con semplici accorgimenti. Quali?

  • Seguire una dieta sana ed equilibrata e all’occorrenza, su suggerimento di un nutrizionista esperto, assumere integratori
  • Raggiungere un peso forma: quando si è troppo magre e malnutrite l’organismo va in protezione e può bloccare l’ovulazione; al contrario quando i chili sono di troppo, il grasso viscerale influisce in modo negativo sulla produzione degli ormoni sessuali utili allo sviluppo dei gameti sia maschili che femminili.
  • Smettere di fumare
  • Ridurre o eliminare il consumo di alcolici
  • Fare esercizio fisico (ma senza esagerare)
  • Tenere sotto controllo malattie croniche note che possono influenzare la fertilità o il proseguo della gravidanza, come il diabete, il lupus o l’ipertensione.

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