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Le cause dell’infertilità femminile sono numerose e possono avere origini diverse: gli ormoni, l’età, fattori meccanici, genetici o immunologici, infezioni uro-genitali, ma anche stili di vita errati come quelli che comportano anomalie del peso, il tabagismo e l’uso di sostanze alcoliche o stupefacenti. Ma cosa fare? Come risolvere ed avere un bambino? Soprattutto come si fa una diagnosi di infertilità femminile? Vediamo nel dettaglio.

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Infertilità femminile, definizione

Si parla di infertilità quando una coppia ha difficoltà a concepire o portare avanti una gravidanza dopo un anno di tentativi. Il 40% dei casi dipende da fattori femminili, altrettanti da fattori maschili ed il 20% da una combinazione di entrambe i partners o sine causa. Dopo 12 mesi se si hanno meno di 35 anni è opportuno rivolgersi ad uno specialista della fertilità per effettuare una diagnosi ed avviare una terapia laddove possibile o procedere con tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Le tempistiche sono inferiori -ovvero pari a sei mesi- se la donna ha più di 35 anni.

Infertilità femminile, le cause

L’infertilità femminile può essere provocata da:

  • Disturbi dell’ovulazione
  • Ostruzioni tubariche
  • Fattori cervicali
  • Anomalie dell’utero
  • Endometriosi o aderenze dovute ad infezioni o interventi chirurgici pregressi
  • Infezioni genito-urinarie
  • Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)
  • Anomalie genetiche
  • Fattori immunologici

Infertilità femminile, ormoni e disturbi dell’ovulazione

Non c’è concepimento senza ovulazione, ovvero senza il rilascio del gamete femminile da parte delle ovaie, durante il ciclo mestruale. Il tutto è regolato dal sistema endocrino: dall’ipotalamo ha origine l’input per la ghiandola pituitaria al fine di mettere in circolo ormoni specifici atti a stimolare le ovaie alla maturazione dei follicoli. Quando questo sistema è alterato il ciclo mestruale si presenta irregolare o assente e dunque può saltare l’ovulazione. In presenza della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) invece i follicoli ovarici non riescono a maturare e formano piccole cisti in prossimità delle ovaie, che spesso rilasciano ormoni maschili. Anche in questo caso le mestruazioni possono essere irregolari o assenti.

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Infertilità femminile ed età

Gli ormoni non sono comunque gli unici responsabili. Ogni donna nasce infatti con una riserva ovarica limitata che va esaurendosi anno dopo anno, fino alla menopausa. Gli ovuli inoltre invecchiano come il resto dell’organismo ed è per tale motivo che dopo i 40 anni ci sono poche possibilità di concepire naturalmente: seppure l’ovulazione avviene, questa può essere caratterizzata da ovociti di scarsa qualità, aumentando il rischio di aborto spontaneo o di anomalie genetiche del feto. Nello specifico l’età può essere definito il fattore più influente nell’infertilità femminile proprio perché il numero complessivo di ovociti è inferiore che nei primi 35 anni e sono caratterizzati da maggiori anomalie cromosomiche. Non va dimenticato poi che con l’invecchiamento si può andare incontro anche ad altre patologie come il diabete o l’ipertensione che non facilitano il concepimento ed il proseguo di una gravidanza sana.

Infertilità femminile dovuta a cause meccaniche

In alcuni casi, pur essendo presente un’ovulazione regolare il concepimento o il proseguo della gravidanza sono difficili per cause definite “meccaniche”. L’esempio più frequente è quello dell’ostruzione delle tube di Falloppio. E’ in questo sito dell’apparato genitale femminile che l’ovulo viene fecondato dallo spermatozoo ed è da qui che il prodotto del concepimento arriva nell’utero per impiantarsi. Spesso però le tube sono ostruite ed il passaggio dei gameti o dell’embrione inibiti. Anche fibromi o polipi uterini, nonché aderenze pelviche ed endometriosi possono influenzare l’inizio o il proseguo della gravidanza, ad esempio ostacolando l’impianto embrionale nell’endometrio.

Infertilità femminile, come si fa la diagnosi?

Fondamentale dunque, dopo un anno o sei mesi di tentativi senza successo, è rivolgersi ad un centro per la fertilità qualificato al fine di avere una diagnosi, ovvero scoprire la causa. Questi i test che potrebbero essere richiesti alla donna dallo specialista.

  • Dosaggi ormonali: andranno valutati i livelli di gonadotropine, FSH, LH, ESTRADIOLO, PROGESTERONE nonché di prolattina; il test si esegue in genere il terzo giorno del ciclo mestruale. ESTRADIOLO, PROGESTERONE ed LH, possono essere ripetuti il 7°-14°-21° giorno per altre più approfondite valutazioni.
  • Ecografia: serve a controllare la struttura delle ovaie e le varie fasi dell’ovulazione, ma anche a visualizzare la morfologia dell’utero. E’ con questa indagine strumentale che è possibile diagnosticare ad esempio un utero setto o bicorne. E’ utile anche per controllare le tube, lo spessore dell’endometrio ed effettuare un Doppler delle arterie uterine.
  • Isterosonografia: consente di visualizzare la cavità uterina e la pervietà delle tube. Si esegue in un ambulatorio specializzato e per semplificare può essere definita come un’ecografia con mezzo di contrasto.
  • Isterosalpingografia: è un’indagine radiografica che si avvale di un mezzo di contrasto ed è considerata il gold standard per l’analisi della pervietà tubarica. Il liquido di contrasto può in taluni casi rimuovere l’ostruzione con la sua pressione.
  • Isteroscopia: è lievemente più invasiva dei precedenti, ma è il test d’elezione per valutare la cavità uterina e l’endometrio. Si esegue attraverso l’introduzione in utero attraverso la cervice di un isteroscopio con telecamera.
  • Laparoscopia diagnostica/ operativa: è un vero e proprio intervento chirurgico seppur mininvasivo. Permette di diagnosticare e al contempo correggere chirurgicamente eventuali anomalie come la presenza di un’ostruzione tubarica o uterina.
  • Tamponi vaginali: servono ad individuare infezioni del tratto genito-urinario come quelle da Chlamydia Tracomatis che possono indurre aderenze.
  • Test genetici: o mappatura cromosomica. Alcune forme di infertilità sono correlate a mutazioni genetiche che influiscono sui processi dell’apparato riproduttivo.
  • Test immunologici: occorre escludere la presenza di anticorpi antispermatozoi.

Infertilità femminile come si cura?

La cura dell’infertilità femminile dipende dalla diagnosi, ovvero dalla causa sottostante. I problemi meccanici ad esempio come un fibroma uterino o l’ostruzione delle tube di Falloppio possono essere trattati chirurgicamente, mentre per i disturbi ormonali può essere utile una terapia farmacologica. In altri casi non risolvibili con una cura è possibile ricorrere a tecniche di fecondazione assistita rivolgendosi ad un centro per la fertilità qualificato.

 

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