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Rimanere incinta utilizzando il Clomid: è una opzione offerta a molte donne che si rivolgono ad un centro per la fertilità. Questo farmaco, il cui principio attivo è il clomifene citrato, è anzi uno dei trattamenti più noti e utilizzati. Serve a stimolare l’ovulazione nelle pazienti che hanno difficoltà a concepire a causa di cicli anovulatori, come in quelle affette dalla sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), ma può essere impiegato anche in donne con ciclo irregolare e per la preparazione all’inseminazione intrauterina, necessaria per altre cause di infertilità di coppia, mentre comunemente non si usa per Fivet o Icsi, se non in casi particolari.  Numerosi i dubbi delle donne al riguardo, sia per ciò che riguarda l’efficacia di questa terapia che i rischi connessi, come la sindrome da iperstimolazione ovarica. Per fortuna gli studi scientifici al riguardo sono numerosi. Ecco cosa occorre sapere.

Incinta con clomid: studi, rischi, efficacia del trattamento

Clomid cos’è e quando si usa

Il Clomid o clomifene citrato è un farmaco comunemente utilizzato per trattare l’infertilità nelle donne. Appartiene alla classe dei farmaci noti come induttori dell’ovulazione. In pratica induce la ghiandola pituitaria a rilasciare gli ormoni necessari per stimolare l’ovulazione. Viene comunemente prescritto alle donne che non ovulano regolarmente, ad esempio in quelle affette da PCOS, ma con una sufficiente funzionalità ovarica. Il trattamento prevede l’assunzione di una compressa da 50 mg al dì per cinque giorni consecutivi, solitamente a partire dal quinto giorno del ciclo mestruale, se presente; con l’amenorrea si può iniziare in qualunque momento. Tale posologia è comunque solo indicativa: dipende dal singolo caso della paziente e va prescritto dal medico specialista della fertilità. Non si superano mai i 100 mg al giorno perché possono essere pericolosi.

Incinta con il Clomid, cosa dicono gli studi scientifici sull’efficacia ed i rischi

Gli studi scientifici indicano che il Clomid è efficace nel ripristinare l’ovulazione in circa il 70-80% delle donne che lo assumono. Tuttavia, la probabilità di gravidanza per ciclo mestruale è simile a quella delle altre donne, circa il 20%. I tempi per il raggiungimento dell’obiettivo dopo l’utilizzo di clomifene citrato possono variare da persona a persona, ma molti studi hanno riportato un tasso di successo compreso tra il 40% e l’80%. È chiaro che molto dipende dai diversi fattori che riguardano la diagnosi di infertilità di coppia. Come tutti i farmaci, il Clomid può avere effetti collaterali e controindicazioni. Gli effetti indesiderati più comuni includono sbalzi d’umore, disturbi visivi e vampate di calore, ma possono manifestarsi anche dolore pelvico, tensione mammaria e nausea. Bisogna prestare attenzione ai dosaggi ed evitare il rischio maggiore che è quello di iperstimolazione ovarica, potenzialmente letale se non si interviene sospendendo la terapia. Sebbene il clomifene citrato sia considerato sicuro, ai dosaggi standard, è importante essere consapevoli dei possibili rischi e va sempre consultato lo specialista se compaiono sintomi intensi o anomali durante la sua assunzione. Da tenere inoltre presente: l’uso del Clomid aumenta le probabilità di gravidanze multiple. Un altro timore è quello del cancro ovarico in relazione all’impiego di farmaci che stimolano l’ovulazione; ebbene gli studi scientifici hanno evidenziato che tale rischio si manifesta essenzialmente nelle pazienti che si sono sottoposte a più di 12 cicli. Per tale motivo oggi, raramente si superano i 6 cicli di terapia con Clomid. Altri studi hanno evidenziato come l’impiego del farmaco risulti pericoloso per il feto che verrà e non abbia interazioni particolari con altri medicinali; è controindicato  in gravidanza ovvero assumerlo se si è già incinte, in caso di patologie epatiche o in presenza di cisti ovariche per il rischio di ulteriore ingrossamento.

Incinta con Clomid: perché rivolgersi a Raprui

La decisione di utilizzare il Clomid deve essere presa in collaborazione con un medico ginecologo specializzato in fertilità e dopo un’accurata diagnosi. Prima di iniziare il trattamento, è importante  eseguire una valutazione completa della salute riproduttiva della paziente, comprese eventuali condizioni sottostanti che potrebbero influenzare l’efficacia del farmaco. È anche essenziale che le donne in trattamento con tale medicinale siano monitorate attentamente durante il ciclo per prevenire la sindrome da iperstimolazione ovarica e regolare la dose di conseguenza. Questo avviene con ecografie e dosaggi ormonali. Rivolgersi ai professionisti di Raprui – centro specializzato in Procreazione Medicalmente Assistita – significa ricevere tutte queste accortezze ed un approccio personalizzato e professionale. Con oltre 30 anni di esperienza, Raprui garantisce trattamenti all’avanguardia nel campo della fecondazione assistita e della conservazione della fertilità.

 

 

 

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