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L’idrosalpinge è una condizione che può influire sulla capacità di avere un bambino. Non sempre comporta sintomi e le cause possono essere diverse. Ecco cosa occorre sapere al riguardo.

Idrosalpinge sintomi, cure ed effetti sull’infertilità

Cos’è l’idrosalpinge?

Il termine deriva dal greco idro (acqua) e salpinge (tuba): indica una patologa delle tube di Falloppio caratterizzata da un accumulo di liquidi alla loro estremità che di fatto le ostruisce. Può interessare una sola tuba (è il caso più frequente) o essere bilaterale. Non ha sintomi specifici e spesso ci si rende conto di tale condizione perché non si riesce ad avere un bambino: il liquido non favorisce il compito delle tube nel concepimento e quindi l’idrosalpinge può influenzare la fertilità.

Idrosalpinge, le cause

L’idrosalpinge è solitamente correlata ad una infiammazione delle tube di Falloppio (salpingite) o comunque della zona pelvica. Tra le cause più comuni troviamo:

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  • Infezioni sessualmente trasmissibili non curate (come la clamidia e la gonorrea)
  • Endometriosi
  • PID (Malattia Infiammatoria Pelvica)
  • Precedente chirurgia sulle tube o nella cavità pelvica
  • Effetto collaterale di uno IUD (Dispositivo Intrauterino o spirale anticoncezionale)

Idrosalpinge, i sintomi

Questa condizione non provoca sintomi particolari e quando presenti sono in genere di lieve entità. Il disturbo caratteristico è comunque un fastidio o dolore nell’area pelvica che può essere costante o altalenante. Nei casi più gravi di idrosalpinge possono manifestarsi anche febbre e perdite vaginali di cattivo odore. Nella maggioranza dei casi il campanello d’allarme rimane comunque la difficoltà del concepimento.

Idrosalpinge, come si fa la diagnosi?

Le indagini diagnostiche per scoprire la presenza di un’idrosalpinge sono le seguenti:

  • Ecografia: è semplice e non invasiva ma permette di scoprire solo idrosalpingi con grandi accumuli di liquido.
  • Isterosalpingografia (con raggi X) o isterosonosalpingografia (con ultrasuoni): si eseguono tramite la somministrazione per via vaginale di un liquido di contrasto da far passare attraverso le tube. Se queste sono ostruite la sostanza rimarrà stabile senza arrivare nell’addome.
  • Laparoscopia: è un intervento chirurgico seppur mininvasivo e quindi va fatto in sala operatoria in una struttura qualificata. Permette la diagnosi e spesso anche la possibilità di intervenire sul problema.

Idrosalpinge ed infertilità

Le tube sono in luogo in cui l’ovulo prodotto dalle ovaie viaggia e si incontra con lo spermatozoo al fine di un concepimento. Il percorso è facilitato da alcune contrazioni naturali delle tube stesse. In caso di idrosalpinge, la dilatazione del tessuto non permette questi lievi movimenti ed inoltre il liquido blocca il passaggio dell’ovulo stesso. Laddove la fecondazione riesca ad avvenire c’è inoltre il rischio che il prodotto del concepimento non possa raggiungere l’utero, sviluppando una gravidanza extrauterina. Non solo: in taluni casi il liquido può penetrare nell’utero ed impedire la sopravvivenza dell’embrione. Tuttavia se l’idrosalpinge è unilaterale c’è ancora una possibilità di concepimento naturale, altrimenti si può ricorrere alla fecondazione in vitro.

Idrosalpinge, quali cure?

In taluni casi è possibili assumere antinfiammatori ed antibiotici per trattare la patologia scatenante, ma non è una cura risolutiva: anche se l’idrosalpinge si riassorbe nella maggioranza dei casi la funzionalità tubarica rimane compromessa. Il trattamento vero e proprio è chirurgico. Diverse le soluzioni a seconda dei casi. La più semplice consiste nel drenaggio del liquido tramite un intervento in endoscopia. In caso di alterazione sostanziale della tuba questa viene asportata con una procedura laparoscopica (salpingectomia) o chiusa, lasciando il liquido al suo interno, ma evitandone il passaggio all’utero. In queste situazioni le donne possono avere comunque difficoltà nel concepire, ma il tutto può essere risolto con tecniche di fecondazione in vitro.

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