L’ICSI è un tipo di fecondazione in vitro che viene impiegata principalmente nei casi di grave infertilità maschile, ma non solo. Il ricorso a questa tecnica di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) negli ultimi anni ha destato graduale maggiore attenzione ed applicabilità, con tassi di successo per gravidanze ottenute decisamente interessanti. Ecco quali.
ICSI, cos’è
Il termine è l’acronimo di Intra Cytoplasmatic Sperm Injection, ovvero Iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi. È una soluzione ottimale nei casi di infertilità maschile legata ad un ridotto numero di spermatozoi, con scarsa motilità o anomalie morfologiche. In pratica consiste nella microiniezione di un singolo gamete all’interno di un ovocita maturo per fecondarlo, superando così i limiti che non permettono un concepimento naturale. L’ICSI prevede per la coppia lo stesso iter della Fivet (o fecondazione in vitro classica): la donna viene sottoposta a stimolazione ovarica nella maggioranza dei casi e sottoposta ad un attento monitoraggio dell’ovulazione. Quando è il momento giusto, sotto sedazione vengono recuperati gli ovuli maturi, mentre il partner maschile provvederà a produrre un campione di liquido seminale. Con l’ICSI invece la fecondazione avviene in modo meccanico, appunto tramite l’iniezione intracitoplasmatica. Ad eseguirla è un embriologo, grazie ad un microscopio e ad un ago sottile pressocché invisibile ad occhio nudo. In ogni ovulo verrà iniettato uno spermatozoo. Se la fecondazione avviene con successo e si sviluppano embrioni di buona qualità, uno o due verranno impiantati in utero, tramite un sottile catetere, al 2°-5° giorno di sviluppo. Gli embrioni di buona qualità in eventuale eccesso verranno crioconservati.
ICSI, quando si usa?
L’ICSI viene comunemente impiegata nei casi di infertilità maschile moderata o grave dovuta ai seguenti fattori:
- Oligospermia (conta degli spermatozoi molto bassa, in genere con una concentrazione inferiore ai 10 milioni)
- Teratozoospermia (spermatozoi con forma anomala)
- Astenozoospermia (scarsa motilità, inferiore al 25% )
- Dopo prelievo di spermatozoi tramite TESE (direttamente dai testicoli) o in caso di eiaculazione retrograda quando vengono recuperati dalle urine
Viene inoltre impiegata quando:
- Vengono utilizzati ovociti crioconservati (questa metodica può provocare l’indurimento dell’involucro dell’uovo impedendo una naturale fecondazione)
- Vengono utilizzati spermatozoi crioconservati (se si nota una minore motilità)
- In caso di precedenti Fivet fallite
In pratica l’Icsi non è indicata per tutte le coppie. La scelta del corretto percorso di fecondazione assistita va fatta presso un centro per la fertilità qualificato e con esperienza, solo dopo un’accurata diagnosi.
Icsi, percentali di successo
Il ricorso alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita, nel corso degli ultimi anni è andato via via aumentando, anche nel nostro Paese, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e all’apertura all’eterologa avvenuta con sentenza di Corte di Cassazione nel 2014. I dati ufficiali presenti nel Registro della PMA presso l’ISS del Ministero della Salute confermano questo trend anche per l’Icsi.
Secondo l’American Society for Reproductive Medicine (ASRM), l’ICSI ha una percentuale di successo di fertilizzazione che va dal 50 all’ 80%. Però non sempre produce embrioni, oppure questi non sviluppano a stadi successivi o non attecchiscono dopo il transfer. Tuttavia questo accade anche in natura (non sempre si ha un concepimento o una gravidanza a termine anche se si hanno rapporti non protetti al momento giusto dell’ovulazione) e quindi questo aspetto non va visto necessariamente come negativo. Ma quante gravidanze si hanno effettivamente?
Nel 2017 (ultimi dati disponibili) sono stati avviati 44965 cicli di Icsi che hanno portato a 40.710 prelievi e 28.305 transfer. Le gravidanze iniziate sono state 7743 ed i parti 4962 (nati vivi 5719 bambini, date le gravidanze gemellari). Un buon riferimento in percentuale è quello che riguarda le gravidanze ottenute in seguito al transfer che si aggira sul 27,4%. Nello specifico, le percentuali di gravidanza per questa tecnica sono in aumento per ogni fascia d’età rispetto ai dati dell’anno precedente, anche se con delle diversificazioni:
- <34 anni =36%
- 35-39 anni =29%
- 40-42 anni =18,4 %
- >43 anni= 10,8%
Le moderne tecnologie aiutano ad aumentare le percentuali di successo della Procreazione Medicalmente Assistita. Nel caso dell’ICSI ad esempio, in seguito a ripetuti fallimenti di altre procedure è possibile ricorrere alla IMSI, ovvero ad una ICSI previa selezione di spermatozoi qualitativamente migliori.
Prezzo per fecondazione in vitro
Buongiorno Mariangela, se ci contatta in clinica al numero 0637501045 le diamo tutte le informazioni utili anche in relazione ai costi. Grazie