Skip to main content

Come identificare i giorni fertili per avere maggiori probabilità di rimanere in stato interessante? Per farlo occorre conoscere bene il proprio ciclo mestruale ed i sintomi dell’ovulazione, ma anche il funzionamento dell’apparato riproduttivo e le modalità e tempistiche in cui il concepimento può avvenire. Ecco tutto quello che occorre sapere al riguardo.

Giorni fertili, come identificarli?

Giorni fertili, quali sono?

Il miglior periodo per concepire un bambino è definito come finestra fertile e si limita a soli 7 giorni: i 5 che precedono l’ovulazione, quello della stessa ed il successivo. Con il termine “ovulazione” si intende il momento in cui le ovaie rilasciano un ovulo maturo, che va a posizionarsi in una delle tube di Falloppio in attesa dell’eventuale incontro con uno spermatozoo. Se ciò avviene si ha il concepimento, altrimenti l’organismo si adegua con il flusso ematico mestruale. Questa tempistica è determinata dalla sopravvivenza dei gameti: gli ovuli sono fecondabili solo entro le 24 ore successive il loro rilascio, mentre gli spermatozoi, rimangono in vita all’interno delle tube per circa 5 giorni (ovvero sono in grado di “attendere”). Il concepimento può e deve avvenire quindi necessariamente solo in questo lasso temporale. Le percentuali di maggiore successo si hanno quando l’incontro tra gameti avviene il giorno stesso dell’ovulazione o al massimo nelle 48 ore precedenti. Tale fattore è dunque determinante se si vogliono avere rapporti intimi mirati.

Ciclo mestruale ed ovulazione

Il primo passaggio essenziale per individuare la finestra fertile è quello di comprendere il momento dell’ovulazione, che avviene in media il 14° giorno in un ciclo mestruale di 28 giorni. È considerato normale un ciclo che va dai 21 ai 35 giorni, ma in questo caso cambia il giorno possibile dell’ovulazione, che è possibile comunque calcolare- con il cosiddetto “metodo del calendario”, a patto che il flusso sia regolare, ovvero si manifesti sempre con le medesime tempistiche o agli stessi intervalli. Quando questo non accade, tutto diventa più complicato. In genere dipende da alterazioni ormonali di varia natura che possono interferire con l’ovulazione e dunque con la possibilità di ottenere una gravidanza. In tali casi è opportuno rivolgersi ad uno specialista per indagare a fondo la causa ed avviare un’adeguata terapia.

Desideri una consulenza?

Chiamaci all' 800-761999

Ovulazione, come identificarla

Più in generale, oltre al calcolo dei giorni, variabili quindi da donna a donna, ma anche mese per mese, esistono altre metodiche per individuare l’ovulazione precocemente:

  • Controllo del muco cervicale; le fluttuazioni ormonali legate all’ovulazione modificano la quantità e la consistenza del muco vaginale: questo fluido è prodotto fisiologicamente dall’organismo, con lo scopo di proteggere gli spermatozoi e favorire il loro movimento verso le tube di Falloppio.  Dunque, aumenta in prossimità e al momento del rilascio dell’ovulo: diventa più intenso, consistente (come la chiara di un uovo), scivoloso, elastico e trasparente. In queste condizioni ci si trova probabilmente al massimo della fertilità. E’ comunque importante monitorare almeno per un mese o due la produzione del proprio muco cervicale al fine di una maggiore precisione e consapevolezza.
  • Kit per l’ovulazione; si possono acquistare in una qualunque farmacia e rappresentano un utile strumento per identificare i giorni dell’ovulazione: analizzano in una piccola quantità di urina le quantità di ormone luteinizzante. La positività indica un’ovulazione nell’arco delle successive 24 ore. E’ un metodo abbastanza affidabile, se si ha un ciclo mestruale regolare e se non si è affette da PCOS (sindrome dell’ovaio policistico).
  • Controllo della temperatura basale; si basa sul fatto che la temperatura corporea basale della donna aumenta lievemente durante l’ovulazione. Nello specifico  si abbassa di circa mezzo grado rispetto al giorno precedente, per rialzarsi in modo deciso nell’arco delle 48 ore che coincidono con l’ovulazione. Considerata la temperatura media basale tra i 36, 3 gradi e i 36, 9 gradi, può arrivare fino ai 37 – 37,3 gradi. Anche in questo caso occorre monitorare costantemente la temperatura per almeno 3 mesi, con un termometro basale (più preciso di quelli tradizionali), ogni mattina al risveglio, ovvero in totale riposo, prima di identificare la variazione giusta e con certezza.

Va sottolineato che tutte queste metodiche presentano dei limiti e solitamente quando si cerca un bambino si consiglia di impiegarne anche più di una contemporaneamente.

 

Lascia un commento e se desideri una consulenza inserisci il tuo numero di telefono