Il termine fecondazione eterologa è sempre più comune e spesso, in tv e sul web, si sente parlare di donazione di ovuli o di sperma. Ma in cosa consiste questa pratica? Chi può accedervi? Come funziona? Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere sull’eterologa maschile e femminile.
Fecondazione eterologa: cosa è e chi può richiederla
Con il termine “fecondazione eterologa” si intende un tipo di fecondazione assistita che impiega gameti (ovociti o spermatozoi) di donatori esterni alla coppia.
Si ricorre a questo tipo di procedura quando non sono disponibili i gameti di uno dei partner o, in alcuni casi, per evitare la trasmissione di malattie geniche.
La legge n° 40 del 2004, che regolamenta la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), vietava espressamente la fecondazione in vitro con materiale biologico esterno alla coppia, ma questo divieto è caduto nel giugno 2014 con la pronuncia della Corte Costituzionale e le conseguenti modifiche alla legge. Da allora, i Centri di PMA autorizzati possono effettuare questo tipo di procedura.
La fecondazione eterologa è eseguibile soltanto nei casi in cui sia accertata e certificata una patologia causa irreversibile di sterilità o infertilità, e non tutti possono richiederla: possono far ricorso all’eterologa «coniugi o conviventi di sesso diverso, maggiorenni, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi».
Al momento, quindi, la legge esclude le coppie dello stesso sesso, i single e chi ha un’età biologica troppo elevata.
Nel caso sia la donna a essere infertile, si parla di ovodonazione; nel caso sia l’infertilità maschile a impedire il concepimento, si parla invece di eterologa maschile.
Fecondazione eterologa: come funziona?
Dopo aver fatto la richiesta presso un Centro PMA o un ospedale autorizzato, la coppia viene sottoposta a un percorso diagnostico per verificarne i requisiti che prevede indagini sia di tipo clinico (per escludere incompatibilità concepimento i trattamenti di fertilità a con la gravidanza) che psicologico. Se i partner vengono ritenuti idonei, inizia la ricerca del donatore o della donatrice.
Purtroppo le statistiche dicono che in Italia i donatori di gameti sono ancora troppo pochi rispetto alle richieste di chi non riesce a concepire. Per questo, molte coppie preferiscono rivolgersi a Centri di fecondazione assistita all’estero per avere gameti crioconservati, che saranno inviati direttamente al Centro italiano presso cui verrà effettuata la procedura.
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Fecondazione eterologa: chi sono i donatori?
Capita spesso di leggere le storie di madri, sorelle, amiche o amici che prestano i propri gameti a coppie infertili per aiutarle a realizzare il loro sogno di genitorialità, e anche film e serie tv internazionali hanno contribuito a rafforzare questo immaginario. In Italia, però, vige l’assoluto anonimato e in nessun caso la coppia ricevente può avere accesso all’identità del donatore o della donatrice. Per questo, familiari, amici e conoscenti sono esclusi a priori dalla donazione.
Sono candidabili come donatori uomini e donne che in modo spontaneo e altruistico decidano di donare i propri gameti o che hanno congelato propri gameti in passato e non volendo o potendo utilizzarli decidono di donarli. In nessun caso è previsto un compenso economico per il donatore.
Ovviamente, i donatori devono rispondere a determinati requisiti (età, anamnesi, storia familiare, clinica e genetica…) e sono selezionati cercando di garantire la compatibilità con la coppia ricevente in termini di caratteristiche fenotipiche (razza, colore degli occhi, colore dei capelli, altezza…) e biologiche (gruppo sanguigno). Attenzione, questo non significa che sia possibile, da parte della coppia ricevente, scegliere un donatore con caratteristiche particolari: è il centro di PMA che seleziona il donatore più compatibile con le caratteristiche dei partner.
>> Scopri i requisiti per le donatrici e i donatori del Centro Raprui <<
Fecondazione eterologa femminile: che cos’è l’ovodonazione
In alcuni casi il corpo della donna non è in grado di produrre ovuli: può essere per motivi congeniti (ad esempio l’assenza delle ovaie, come nella Sindrome di Turner), assenza permanente dell’ovulazione o per menopausa precoce. In questi casi, ricorrere alla fecondazione eterologa è l’unica strada per poter raggiungere il concepimento.
Gli ovuli di una donatrice compatibile esterna alla coppia vengono quindi fecondati in vitro con il seme del partner maschile della coppia, previa selezione degli spermatozoi ad alto ingrandimento (6600x) per individuare quelli morfologicamente migliori, potenziando la qualità degli embrioni prodotti ed aumentare le possibilità di successo (tecnica IMSI). L’ovocita fecondato (l’embrione) viene impiantato nell’utero della donna dove, se la procedura ha avuto successo, si svilupperà il feto.
Fecondazione eterologa maschile: come funziona?
Nei casi in cui sia l’uomo a non essere fertile, viene individuato un donatore esterno alla coppia che, in maniera anonima, donerà il proprio liquido seminale. L’ovulo della donna viene quindi fecondato in vitro con il seme donato mediante tecnica IMSI. Anche in questo caso, l’embrione è successivamente impiantato nell’utero della donna dove, se la procedura ha successo, avrà inizio la gravidanza.
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