Quando non si riesce ad avere un bambino in modo naturale, è giusto rivolgersi ad un centro per la fertilità per capirne le cause. Talvolta, effettuata la diagnosi basta una semplice cura, mentre in altri casi è consigliato ricorrere alla fecondazione assistita. Ormai grazie alle moderne tecnologie questa soluzione ha ottime percentuali di successo. Tuttavia ancora molti dubbi dominano la mente di numerose coppie al riguardo. Per chiarirsi le idee è utile fare un bilancio tra i pro ed i contro della fecondazione assistita.
Fecondazione assistita: i pro
Il beneficio maggiore nell’affidarsi ad un trattamento di fecondazione assistita è ovviamente quello di riuscire ad avere un bambino. E la speranza di questa gioia spesso supera ogni altro eventuale svantaggio. Le percentuali di successo sono buone ma variano in base ad alcuni fattori, come la causa dell’infertilità e l’età della coppia, in particolare della donna. Un esempio di efficacia può essere quello che riguarda l’infertilità maschile (il 40% della casistica generale): una scarsa qualità o quantità degli spermatozoi può impedire la fecondazione dell’ovulo e dunque il concepimento. Con le tecniche di fecondazione in vitro tale fondamentale passaggio avviene in provetta -assistito- e una volta creatosi l’embrione questo viene impiantato direttamente nell’utero della donna. Altresì la procreazione medicalmente assistita può portare ad una gravidanza anche in caso di infertilità idiopatica (ovvero quando non si riescono ad individuare bene le cause di un mancato concepimento, situazione che riguarda il 25% delle coppie infertili).
Tali metodiche riproduttive sono inoltre utili quando la coppia può essere portatrice di un’anomalia genetica e dunque rischia di trasmetterla al bambino, come nel caso della fibrosi cistica. Ci si avvale in questo caso della diagnosi genetica preimpianto. Si tratta di una tecnica che permette di analizzare e selezionare gli embrioni (o gli ovociti) sani in una coppia. Solo quelli verranno impiantati nell’utero della futura mamma. Si impiega anche semplicemente per assicurare maggiori possibilità di successo alle tecniche di fecondazione assistita. Inoltre, con una fecondazione in vitro si ha modo di monitorare tutte le fasi del concepimento, dalla verifica della fecondazione dell’ovulo, alla qualità dello sviluppo embrionale; inoltre con queste procedure è possibile recuperare informazioni utili a capire la cause dell’infertilità e la performance riproduttiva della coppia approfondendo gli aspetti problematici della fertilità.
Fecondazione assistita, i contro
Come tutte le procedure mediche anche la fecondazione assistita può avere dei rischi o svantaggi. Per prima cosa va sottolineato che ogni situazione di infertilità è un caso a sé stante e va trattato in modo diverso, personalizzato. Per tale motivo è fondamentale rivolgersi ad un centro per la fertilità qualificato, di provata esperienza, in grado di effettuare in primis una diagnosi di infertilità ben precisa. Solo così è possibile abbattere il pericolo maggiore: quello dell’ansia e dell’insuccesso. E’ importante inoltre che i professionisti della fertilità alla quale ci si rivolge spieghino nel dettaglio le procedure e gli eventuali rischi. Quali sono?
- Sindrome da iperstimolazione ovarica. E’ una complicanza potenzialmente grave di tutti quei trattamenti per la fecondazione assistita in cui è necessaria una stimolazione delle ovaie. Riguarda il 5% di tutti i cicli in forma più o meno lieve (può portare dolore addominale), mentre nell’1% diventa pericoloso. Tuttavia oggi gli effetti collaterali della stimolazione ovarica sono prevenibili con l’impiego di protocolli farmacologi adeguati, un attento monitoraggio e con l’eventuale rapida sospensione della terapia alle prime avvisaglie negative.
- Gravidanze multiple. Possono capitare quando nel corso di una fecondazione assistita vengono trasferiti nell’utero più embrioni al fine di aumentare le percentuali di successo dell’impianto. In genere oggi non se ne impiantano più di 2 se non situazioni particolari. Va sottolineato che la gravidanza multipla rappresenta di per sé un rischio superiore sia per la futura mamma che per i bambini (esattamente però come dopo un concepimento naturale). La politica adottata è di evitare il trasfer di più di 2 embrioni mirando alla qualità degli stessi.
- Gravidanza extrauterina. E’ rarissima, intorno al 2% dei casi. E’ pericolosa laddove non ci si rende conto della situazione, ma l’attento monitoraggio in un percorso di fecondazione assistita permette di abbattere questo rischio per la donna, anche se rimane la delusione della mancata gravidanza.
- La gravidanza non è sempre certa, dipende da numerosi fattori. Raro è il fallimento della fecondazione in vitro, mentre è più frequente quello del mancato attecchimento dell’embrione. Ciò può comportare una profonda delusione nella coppia e l’inizio di un nuovo ciclo di trattamento.
- Anomalie nel bambino. Alcuni studi evidenziano un aumento del rischio di malformazioni tra l’1 e il 4% in più rispetto alla media dei bambini concepiti in modo naturale. Tuttavia la ricerca scientifica non è ancora in grado di confermare con certezza tale dato in quanto non è chiaro il motivo.
Tra i contro in molti sottolineano anche l’aspetto etico, soprattutto relativamente alla produzione in sovrannumero di embrioni. Al riguardo il dibattito è ancora aperto, ma per talune coppie può essere invece una opzione positiva: più embrioni permettono di evitare una nuova stimolazione in caso di un ciclo fallito o di attendere del tempo ed impiegarli allo scopo di fare un fratellino o una sorellina al nascituro. Si può decidere quanti ovuli fecondare e quanti conservarne grazie alla crioconservazione.