Le statistiche ISTAT ce lo dicono ormai da anni: in Italia si fanno sempre meno figli. A dicembre del 2017, il rapporto annuale ha fotografato dati allarmanti: 100.000 nati in meno in soli 8 anni.
La denatalità non è attribuibile soltanto a cause socio-economiche – prime tra tutte la crisi economica e un mercato del lavoro precario – ma anche a un progressivo indebolimento della fertilità maschile e femminile.
Questo deficit, che interessa equamente uomini e donne, è spesso legato a stili di vita errati che possono influenzare e pregiudicare la capacità riproduttiva della coppia. Tra i fattori di rischio di infertilità, infatti, non ci sono solo quelli patologici, ma anche quelli ambientali e comportamentali. Vediamo insieme quali sono e come è possibile proteggersi.
Fattori di rischio di infertilità: l’età
L’aumento dell’età in cui le donne cercano figli è certamente uno dei principali fattori di rischio di infertilità. Se la tendenza a rimandare la gravidanza è generalizzata in tutta Europa, l’Italia spicca come uno dei Paesi in cui questo fenomeno è particolarmente rilevante. L’età media al primo figlio è salita a 31,7 anni (32,3 considerando solo le donne con cittadinanza italiana), facendo delle mamme italiane le più vecchie dell’UE, con possibili conseguenze non solo sulle salute dei feti ma anche sulla possibilità stessa di concepire.
Complici la ricerca del lavoro, del partner perfetto e della tanto agognata stabilità, sempre più donne cercano figli dopo i 40 anni. L’elenco delle star che sfoggiano pancioni ben oltre le 40 candeline, inoltre, spesso lancia il messaggio – fuorviante – che si possa diventare facilmente madri a qualsiasi età, tacendo il fatto che, nella maggior parte dei casi, queste gravidanze sono frutto di fecondazione eterologa, ottenute grazie a ovuli di donatrici più giovani. La capacità riproduttiva, infatti, inizia a declinare progressivamente a partire dai 35 anni e diminuisce sensibilmente al crescere dell’età biologica. Restare incinta dopo i 40 è molto difficile, sia naturalmente che affidandosi alla procreazione assistita omologa.
Se, come si dice, prevenire è meglio che curare, meglio pensarci per tempo, decidendo di conservare gli ovuli nel momento di massima fertilità in vista di un futuro impianto.
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Fattori di rischio di infertilità: il fumo
Che il fumo sia dannoso per la salute non è una novità. Fumare, però, è anche uno dei principali rischi di infertilità e riduce drasticamente le possibilità di concepire. Nonostante gli studi abbiano ampiamente dimostrato la nocività delle sigarette, sono ancora molti gli italiani che non rinunciano al vizio: il 22,3% della popolazione secondo l’ultima indagine Doxa-Iss, un dato che sale oltre il 30% nella popolazione in età fertile.
L’impatto sulla fertilità della coppia è diretto e pericoloso: nelle donne il fumo compromette il ciclo mestruale e l’apparato riproduttivo, diminuendo la quantità di follicoli antrali e degli ovociti; negli uomini peggiora la quantità e la qualità del liquido seminale, riducendo anche la motilità degli spermatozoi e la loro morfologia. Numerosi studi condotti su pazienti sottoposte a tecniche di procreazione assistita (PMA), inoltre, mostrano tassi di successo più bassi nelle fumatrici. Si stima, inoltre, che le donne che fumano vadano in menopausa 4 anni prima rispetto a quelle che non lo fanno.
La soluzione è una sola: smettere, subito.
Fattori di rischio di infertilità: l’alcol
Non è facile valutare l’effetto specifico dell’alcol sull’infertilità, soprattutto perché generalmente è associato ad altri stili di vita dannosi, come il fumo o l’alimentazione scorretta. È tuttavia innegabile che l’alcol sia uno dei fattori di rischio di infertilità, sia da solo che, soprattutto, in sinergia con i fumo, come sembrano indicare diversi studi. Le ricerche indicano che interferisce con le ghiandole che regolano la produzione sessuale, riducendo la capacità riproduttiva maschile e femminile.
Molto dipende, ovviamente, da quanto, quando, come e cosa si beve, ma non solo: uomini e donne hanno una diversa capacità di metabolizzare l’alcool che, quindi, agisce diversamente sull’organismo. Il funzionamento particolare dei due apparati riproduttivi, inoltre, comporta una diversa reazione e un diverso impatto sulla fertilità. In generale, sarebbe bene non assumere più di 40 gr al giorno di alcol per gli uomini e 20 gr per le donne. Per regolarvi, ricordate che un bicchiere di vino, una birra o uno shot hanno circa 12 gr di alcol.
Fattori di rischio di infertilità: un’alimentazione scorretta
Ippocrate diceva «Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo». L’alimentazione è un fattore determinante per la salute del corpo in ogni fase della vita, ma assume un rilievo particolare durante la ricerca di una gravidanza. Un regime alimentare scorretto può avere conseguenze sulla fertilità: uno studio ha evidenziato come l’eccesso di peso sia associato a disturbi del ciclo mestruale, che aumentano progressivamente all’aumentare dell’obesità. Anche la condizione di sottopeso e un’eccessiva magrezza, però, condizionano negativamente il ciclo mestruale e possono provocare amenorrea (assenza di mestruazione). Obesità ed eccessiva magrezza sono responsabili del 12% dei casi di infertilità femminile; una condizione che però, è spesso temporanea e si risolve con il ritorno al normopeso.
Un’alimentazione scorretta è anche un rischio di infertilità maschile: non solo l’obesità si accompagna a un’alterazione nella produzione di testosterone ma il sovrappeso, aumentando lo spessore del tessuto adiposo nella zona delle cosce e del pube, produce un conseguente aumento della temperatura a cui sono sottoposti i testicoli, riducendo quantità e qualità degli spermatozoi. È bene quindi seguire una dieta bilanciata e variata, rivolgendosi a uno specialista per avere indicazioni sul regime alimentare più indicato secondo le proprie caratteristiche fisiche e abitudini.
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Fattori di rischio di infertilità: la caffeina
Il dibattito sui benefici/danni della caffeina sulla salute è sempre aperto: fa bene? Fa male? Come in molti casi, probabilmente la verità sta in mezzo e, quindi, in un consumo regolato. Per quanto riguarda la fertilità femminile, sembra che un consumo eccessivo di caffeina possa essere in grado di ridurre l’attività muscolare nelle tube di Faloppio che trasportano gli ovuli dalle ovaie della donna all’utero.
Secondo una ricerca che ha raccolto 28 studi sulla correlazione tra caffeina e fertilità maschile, invece, i livelli di sperma non sembrano essere affetti dal consumo di caffeina derivante da caffé, te e bevande a base di cacao. Attenzione, invece, alle bibite contenenti caffeina o a base di cola, che possono influenzare negativamente volume, quantità e concentrazione degli spermatozoi.
Abbiamo visto come stili di vita scorretti possano trasformarsi in potenziali minacce per la fertilità. L’elenco, però, non è finito: scoprite nella seconda parte del nostro articolo altri rischi di infertilità e i comportamenti virtuosi da adottare se state cercando la cicogna!