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L’eiaculazione retrograda non è una malattia e neppure una condizione che mette a rischio la salute, la qualità della vita o dei rapporti amorosi, ma purtroppo se si sta cercando un bambino può essere sinonimo di infertilità. Ma quali sono i sintomi e le cause? Cosa fare?

Eiaculazione retrograda sintomi rimedi

Eiaculazione retrograda, cos’è?

Per comprendere bene cos’è l’eiaculazione retrograda occorre far riferimento all’anatomia maschile. Negli uomini l’eiaculato e l’urina passano ambedue dall’uretra. In prossimità del collo della vescica c’è uno sfintere (muscolo) che serve a trattenere l’urina e ad evitare (contraendosi autonomamente e fisiologicamente) che con l’orgasmo lo sperma vada nella vescica, favorendone il percorso fisiologico nell’uretra. Quando lo sfintere non funziona bene si ha la cosiddetta eiaculazione retrograda in cui l’eiaculato refluisce nella vescica del tutto o in parte.

Eiaculazione retrograda, i sintomi

Il sintomo più evidente di tale condizione è ovviamente l’orgasmo a secco o comunque caratterizzato da poco flusso spermatico. Di solito tale situazione si accompagna all’aspetto torbido delle urine dovuto alla presenza di liquido spermatico. Poiché tutto ciò non influenza la sessualità, l’eiaculazione retrograda può passare inosservata o comunque e giustamente non dare alcuna preoccupazione. Tuttavia quando si cerca di avere un bambino con la propria compagna si può scoprire un altro sintomo di tale condizione: l’infertilità. E’ un’evenienza rara (che riguarda tra lo 0,3 ed il 2% dei casi di sterilità maschile), ma che non va trascurata, anche perché è spesso risolvibile: gli spermatozoi sono solitamente di buona quantità e qualità, ma non riescono a raggiungere l’obiettivo per il concepimento perché finiscono nella vescica anziché nell’apparato riproduttivo femminile.

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Eiaculazione retrograda, le cause

Va subito sottolineato che a differenza di altre cause di infertilità maschile l’eiaculazione retrograda non è riconducibile ad aspetti psicologici ed emotivi: è un problema meramente fisico legato alla funzionalità dello sfintere che determina l’apertura della vescica. Le cause di ciò sono numerose e molto diverse tra loro:

  • Utilizzo di farmaci per alcune patologie come l’ipertensione, la depressione o quelli per la prostata ingrossata
  • Danni ai nervi dovuti a condizioni neurologiche come lesioni al midollo spinale, sclerosi multipla o malattia di Parkinson oppure determinati dalla chirurga localizzata
  • Anche il diabete può provocare danni ai nervi che influiscono sulla funzionalità di questo muscolo.

Eiaculazione retrograda, quali rimedi?

Sostanzialmente tale condizione non richiede un trattamento poiché non incide sulla salute generale. Tuttavia le cure esistono e sono finalizzate alla rimozione della causa laddove possibile. Sono utili quindi in caso di infertilità se si vuole avere un bambino. Il primo step è sicuramente quello di effettuare una diagnosi accurata: basta un semplice test delle urine dopo masturbazione per evidenziare in queste la presenza di spermatozoi. Dopo una dettagliata anamnesi si individua la causa dell’eiaculazione retrograda e si può procedere con la terapia del caso. Se a provocare il problema sono i farmaci ad esempio, è possibile sospenderli o cambiarli, ma solo dopo accurata valutazione medica e sotto controllo perché questi come quelli per l’ipertensione, possono essere determinanti per la salute. In altri casi possono essere prescritti dei medicinali che aiutano la contrazione dello sfintere (come l’Efedrina), ma- va sottolineato- non sono efficaci in presenza di danni ai nervi. Se ciò non basta è possibile rivolgersi ad un centro per la fertilità qualificato al fine di sottoporsi ad un percorso di fecondazione medicalmente assistita. In tali casi è possibile recuperare gli spermatozoi dalla vescica, lavorarli in laboratorio ed impiegarli per un trattamento di inseminazione intrauterina o per tecniche di fecondazione assistita più complesse.

 

 

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